Bando EFSA per la presentazione di proposte: ausili ai sistemi di sicurezza alimentare del futuro

logo-efsaLa Commissione europea ha pubblicato un bando per lo sviluppo di una piattaforma per la ricerca e l’innovazione in ambito di sicurezza alimentare. Scopo della piattaforma è quello di rendere più facile a enti nazionali di sicurezza alimentare, agenzie UE, politici, comunità scientifica e società civile coordinare le azioni per la ricerca. Termine ultimo per l’inoltro delle proposte è il 22 gennaio 2020.

Individuare le priorità di ricerca in materia di sicurezza alimentare è cruciale per l’EFSA e intendiamo contribuirvi attivamente. Il nostro recente rapporto sulle “esigenze di ricerca finalizzata alla regolamentazione della sicurezza alimentare 2030” illustra quali sono le priorità della ricerca per i prossimi 10 anni“, ha dichiarato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA. Nella pubblicazione dell’EFSA si illustrano le modalità con cui la ricerca può stimolare l’innovazione, come la scienza possa essere comunicata efficacemente alla società e come garantire cibi privi di rischi a una popolazione mondiale in aumento.

I principali esiti del progetto della Commissione europea saranno mirati ai programmi di ricerca transnazionali, all’allineamento tra i programmi di ricerca nazionali e quelli europei, nonché alla creazione di un piano programmatico per la ricerca e l’innovazione in materia di sicurezza alimentare (SRIA) onde far fronte alle aspettative dei consumatori, alle tecnologie emergenti e alle priorità politiche.

La piattaforma comprenderà informazioni sulla ricerca in materia di sicurezza alimentare e migliorerà l’omogeneità tra i finanziamenti nazionali e quelli europei alla ricerca in ambito di sicurezza alimentare. Agevolerà inoltre nuove modalità per la comunicazione in materia di sicurezza alimentare.

Fonte: EFSA




IV Settimana della cucina italiana nel mondo, SIMeVeP in Bielorussia

E’ iniziata ieri e si concluderà il 24 novembre 2019 la quarta Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, iniziativa ideata e coordinata dal Ministero degli Esteri, dedicata a promuovere all’estero la cucina italiana di qualità e i nostri prodotti agroalimentari che  vede la Rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura impegnata a proporre un gran numero di eventi in tutto il mondo, fra cui momenti di approfondimento su temi di grande attualità, quali il rapporto fra il cibo e la sostenibilità ambientale, la cultura del cibo sano, la sicurezza alimentare, il diritto al cibo, l’educazione alimentare, le identità dei territori e la biodiversità, nel solco dell’eredità di Expo Milano 2015.

Il tema di quest’anno è “Educazione Alimentare: Cultura del gusto”.

Per la quarta volta consecutiva SIMeVeP partecipa alla settimana della Cucina italiana in Bielorussia; su invito della Ambasciata Italiana di Minsk ha organizzato l’approfondimento scientifico con due incontri dal titolo “La sicurezza alimentare in Italia, l’impegno dei veterinari pubblici per garantire la salubrità degli alimenti e la loro disponibilità”, organizzati a Minsk e a Vitebsk .




Indagine FVE sui veterinari ufficiali: benessere e soddisfazione lavorativa

Il gruppo di lavoro sulla sicurezza alimentare e la sezione EASVO di FVE – Federazione dei Veterinari Europei hanno lanciato un indagine per acquisire, in forma anonima, informazioni relative alla vita lavorativa, alla retribuzione, alla soddisfazione e al benessere dei veterinari ufficiali impiegati dalle autorità competenti.

I risultati, che verranno analizzati sia a livello delle singole nazioni che a livello UE , confluiranno in una relazione generale che presenterà informazioni specifiche sul benessere dei veterinari che lavorano per il governo, come sottoinsieme distinto della professione veterinaria.

E’ possibile compilare il questionario, in lingua inglese composto da 16 domande a risposta chiusa e 1 aperta facoltativa, fino al 30 novembre 2019




Corso ECM per Veterinario Aziendale – Siracusa 27-29 settembre 2019

veterinario aziendaleLa SIMeVeP organizza, per le giornate dal 27 al 29 settembre a Siracusa il corso Ecm” Corso per Veterinario Aziendale comprensivo di Modulo Integrativo. Corso ai sensi del DM 7 dicembre 2017 (GU n. 29 del 5-2-2018) e Nota DGSAF n. 0018297 del 24/07/2018″.

Il corso ha l’obiettivo di fornire al Veterinario Aziendale le conoscenze in merito ai sistemi e alle reti di sorveglianza epidemio-logica in Sanità Pubblica Veterinaria compresa la tutela della sanità e del benessere animale, delle norme di biosicurezza e del corretto uso del farmaco. All’interno dell’evento formativo è presente anche il focus ClassyFarm.

 La figura del Medico Veterinario aziendale è definita dagli articoli 3 e 4 del DM 7 dicembre 2017, così come il Sistema di reti di epidemio-sorveglianza, i compiti, le responsabilità e i requisiti professionali. (G.U. del 5 febbraio 2018 n. 29). Si tratta di un Veterinario privato scelto volontariamente dall’operatore (figura del settore alimentare che alleva animali destinati alla produzione di alimenti) per incrementarne il livello sanitario e produttivo dell’azienda.

È, pertanto, un consulente dell’operatore che segue con continuità l’allevamento e ne conosce lo stato sanitario e produttivo.

Allo stesso tempo facilita il rapporto tra l’operatore e i servizi sanitari competenti, inserendo nel sistema di epidemio sorveglianza, curato dal Ministero della salute, dati e informazioni relativi all’allevamento, raccolti in autocontrollo dall’operatore dopo averne verificato veridicità, solidità e congruità.

Questo processo consente una individuazione precoce dei rischi negli allevamenti favorendo la tutela della sanità e del benessere animale e, più in generale, della salute pubblica.

Infatti, i dati resi disponibili dall’operatore attraverso il veterinario aziendale vengono utilizzati dall’Autorità competente esclusivamente per la categorizzazione del livello di rischio dell’allevamento e non per la rilevazione di singole non conformità. Non sono, quindi, equiparabili ai risultati di un controllo ufficiale, ma rappresentano uno strumento per il rafforzamento del sistema di autocontrollo e l’autovalutazione del rischio dell’allevamento.

Il Veterinario Aziendale, ove rilevi aspetti critici, suggerisce all’operatore le misure più idonee per la risoluzione dei problemi, indicando i tempi per la messa in atto delle stesse e mantenendone la tracciabilità

La raccolta dei dati avviene attraverso la compilazione di check list disponibili sul portale Vetinfo.it sezione Classyfarm.it.

L’operatore ha facoltà di conferire l’incarico di Veterinario aziendale solo a Medici Veterinari iscritti nell’apposito elenco nazionale tenuto dalla FNOVI che, a sua volta, è chiamata a verificare il possesso dei requisiti previsti.

L’aspirante Veterinario aziendale è, dunque, tenuto a partecipare, in ambito ECM, a un corso di formazione specifico nel rispetto dei contenuti e durata minima previsti dall’Allegato 2 del Decreto.

Il corso è rivolto a medici veterinari di sanità pubblica e libero professionisti, è accreditato per 18,9 crediti ECM ed è gratuito per gli iscritti SIMeVeP e SIVeMP e per gli iscritti agli Ordini dei Medici Veterinari della Regione Sicilia.

Programma

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Scheda di iscrizione/POSTI ESAURITI




Spreco alimentare: i numeri dell’indagine del CREA

Cosa e quanto sprechiamo a tavola? E’ possibile fare un identikit degli “spreconi”? E come agire per prevenire efficacemente lo spreco? Di questo si è discusso in occasione della II edizione della giornata della nutrizione “Nutrinformarsi: lo spreco nel piatto” organizzata dal CREA Alimenti e Nutrizione, presso cui è istituito l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari, che realizza studi scientifici, diffonde informazioni e dati e promuove buone pratiche sulla generazione di eccedenze alimentari e sul loro recupero, allo scopo di stimolare innovazione nelle strategie, nelle politiche e nei comportamenti dei cittadini.

In questo ambito, l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari del CREA ha realizzato la prima indagine comparativa, con dati armonizzati, provenienti da diversi paesi europei (Olanda, Spagna, Germania e Ungheria).

Lo studio, effettuato nel 2018, ha interessato 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana, coinvolgendo i responsabili degli acquisti alimentari e della preparazione dei pasti. Ne è emerso che il 77% delle famiglie intervistate ha gettato via del cibo nella settimana precedente all’indagine, percentuale che si riduce con l’aumentare dell’età del responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al sud e isole.

Lo spreco maggiore si è riscontrato nelle famiglie monocomponenti e nei segmenti di età più giovane.

I prodotti alimentari più sprecati sono verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia.

Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).

Sempre secondo l’indagine CREA, la crescente attenzione nei confronti del tema dello spreco è, inoltre, ampiamente diffusa in Italia, al punto che più della metà del campione intervistato condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo, riconoscendone l’impatto negativo e le ricadute in diversi ambiti: economico (70%), sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Le famiglie italiane, infine, si dichiarano capaci di gestire le attività in cucina, fattore di rilevante prevenzione: circa due terzi degli intervistati, infatti, dichiara di pianificare gli acquisti e di non fare acquisti di impulso, meno di un quinto afferma di non saper riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare e solo il 5% sostiene di non finire quello che c’è nel piatto e di non conservare gli avanzi. Tuttaviasolo il 42% decide in anticipo i menù settimanali.

«Quello a cui siamo assistendo–ha dichiarato LauraRossi, coordinatore dell’Osservatorio e ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione –è un vero e proprio cambio di passo per lo spreco alimentare, inteso come tassello fondamentale dello sviluppo sostenibile. Dalle istituzioni internazionali e nazionali, dagli operatori economici e sociali, dai banchi alimentari e perfino da semplici cittadini, che ridistribuiscono a livello territoriale le eccedenze alimentari agli indigenti, arrivano segnaliforti di una crescente sensibilità su questi temi: normative specifiche, progetti educativi mirati e nuove modalità di gestione dei prodotti alimentari sia nelle aziende che a casa».

«L’Osservatorio su sprechi alimentari e recupero delle eccedenze è un tassello strategico per il buon funzionamento della legge antisprechi e per poter pianificare di conseguenza politiche di ampio respiro» ha spiegato l’On. Maria Chiara Gadda, Capogruppo di Italia Viva in Commissione Agricoltura Camera e prima firmataria della legge 166/2016.

«Ad oggi ci siamo dovuti confrontare con analisi e numeri parziali, mentre per agire in modo mirato sugli anelli della filiera più fragili è necessario monitorare il fenomeno in modo oggettivo. L’osservatorio del CREA sarà un punto di riferimento per il lavoro del Tavolo sulla lotta agli sprechi e sugli aiuti alimentari per le persone indigenti, che la scorsa settimana ha avuto nuovo avvio grazie alla ministra Bellanova. Ringrazio il CREA che oggi, con la presentazione della sua prima indagine, ha confermato che l’Italia è all’avanguardia in Europa su questi temi».

Tutti i materiali relativi all’indagine sono disponibili qui




Fao: necessario un grosso passo avanti nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari

FAOIl nuovo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) offre approfondimenti sulle quantità e sulle cause delle perdite alimentari nelle diverse fasi della filiera alimentare, sollecitando scelte consapevoli per la loro effettiva riduzione e segnalando nuove metodologie per monitorarne i progressi.

In questo modo, afferma il rapporto, non solo sarà possibile compiere passi avanti verso un traguardo importante – ridurre le perdite e gli sprechi alimentari – ma anche contribuire a una serie di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale.

Secondo Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura 2019 (SOFA), a livello globale circa il 14% degli alimenti va perso o sprecato dopo il raccolto e ancor prima di arrivare alla vendita al dettaglio, nel corso delle operazioni svolte nelle aziende agricole, in fase di stoccaggio e durante il trasporto. Va tenuto conto, però, che le perdite alimentari variano notevolmente da una regione all’altra tra i medesimi gruppi di materie prime e le medesime fasi delle filiere di approvvigionamento.

Il rapporto sottolinea la necessità di monitorare attentamente le perdite in ogni fase della filiera alimentare, proponendo una nuova metodologia affinché sia possibile individuare i punti critici in cui raggiungono il picco massimo, con i peggiori effetti sulla sicurezza alimentare e le maggiori dimensioni economiche: è qui che vanno prese misure adeguate per ridurle.

Indica inoltre quanto sia importante, nelle fasi di vendita al dettaglio e di consumo, ridurre gli sprechi causati dalle date di scadenza ravvicinate, dal comportamento dei consumatori – che spesso richiedono prodotti che soddisfano standard puramente estetici – e dagli sporadici inviti a non sprecare.

Facciamo il possibile per cercare di ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, ma i nostri sforzi possono essere realmente efficaci solo se sostenuti da una profonda comprensione del problema“, afferma il Direttore Generale della FAO Qu Dongyu nella prefazione del rapporto. Si è chiesto: “come possiamo consentire che il cibo venga gettato via mentre ogni giorno nel mondo oltre 820 milioni di persone continuano a soffrire la fame”?

Individuare i punti critici per intervenire in modo mirato
I dati presentati nel rapporto mostrano un’ampia gamma di percentuali su perdite e sprechi, suddivisi per materie prime, fasi della filiera di approvvigionamento e regioni, il che indicherebbe un notevole potenziale di riduzione laddove le percentuali sono più alte.

In Asia orientale e sudorientale le perdite e gli sprechi sono generalmente più elevati per la frutta e la verdura rispetto ai cereali e ai legumi in tutte le fasi della filiera alimentare, ad eccezione delle perdite produttive delle aziende agricole e in fase di trasporto.

Nei paesi a basso reddito, le perdite di frutta e verdura fresca sono attribuite principalmente a infrastrutture carenti rispetto ai paesi industrializzati. Molti paesi a basso reddito perdono infatti notevoli quantità di alimenti durante la fase di stoccaggio, spesso a causa di strutture inadeguate, magazzini frigoriferi compresi.

Nella maggior parte dei paesi ad alto reddito sono disponibili adeguate strutture di stoccaggio e magazzini frigoriferi, tuttavia le perdite avvengono proprio durante lo stoccaggio, generalmente a causa di guasti tecnici, errata gestione delle temperature, dell’umidità o di un eccesso di scorte.

Il rapporto rivela inoltre i risultati di una serie di studi svolti dalla FAO per individuare i punti critici. I risultati indicano che il raccolto è la fase più critica per tutti i tipi di alimenti. Tra le cause principali delle perdite in fase di stoccaggio nelle aziende agricole troviamo inoltre l’inadeguatezza delle strutture e delle pratiche di movimentazione. Per frutta, radici e tuberi, anche il confezionamento e il trasporto sembrano essere critici.

Questi risultati sono utili in quanto forniscono indicazioni per determinare gli interventi più idonei per la riduzione delle perdite alimentari.

Scelta degli incentivi corretti
Il rapporto sollecita i paesi a intensificare gli sforzi per affrontare le cause profonde delle perdite e degli sprechi alimentari in tutte le fasi e fornisce indicazioni sulle strategie e sugli interventi per ridurli.

La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari comporta generalmente dei costi e agricoltori, fornitori e consumatori adotteranno le misure necessarie solo se i costi saranno compensati dai benefici. Pertanto, afferma il rapporto, modificare gli incentivi per le varie parti interessate nella filiera di approvvigionamento comporterà l’individuazione di opzioni che aumentino i vantaggi netti o che producano dati migliori sugli stessi.

Anche quando le parti interessate sono consapevoli dei vantaggi della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, possono incontrare ostacoli che impediscono loro di intervenire. Senza aiuti finanziari, per esempio, gli attori del settore privato nei paesi in via di sviluppo, in particolare i piccoli proprietari, potrebbero non essere in grado di sostenere gli alti costi iniziali previsti dall’implementazione degli interventi. Migliorare l’accesso al credito potrebbe essere un’opzione anche in mancanza di dati precisi sulle perdite.

Il rapporto aiuterà inoltre i governi ad analizzare i limiti e i compromessi per interventi più efficaci, per esempio sensibilizzando fornitori e consumatori sui vantaggi della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e influenzando il loro processo decisionale attraverso vari tipi di interventi o politiche.

Il rapporto sottolinea tuttavia che le strategie mirate alla riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari dovrebbero essere concrete e prevedere monitoraggio e valutazione degli interventi efficaci per garantire l’affidabilità degli stessi.

Fonte:Fao




Istituito il Centro di referenza nazionale per l’analisi e studio di correlazione tra ambiente, animale e uomo

uomo, animale, ambienteE pubblicato sull Gazzetta Ufficiale del 26 agosto 2018 il decreto del Ministero della Salute “Istituzione del Centro di referenza nazionale per l’analisi e studio di correlazione tra ambiente, animale e uomo“.

Il Ministero ha deciso di implementare le attivita’ di ricerca e di monitoraggio di determinati fenomeni di inquinamento attraverso la valutazione degli effetti sulla salute animale e sulle produzioni agrozootecniche, al fine di definire azioni di prevenzione e di elaborare strategie atte alla riduzione del rischio sanitario dovuto all’esposizione ambientale in un’ottica «One health» e ha individuato l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno quale struttura di supporto tecnico scientifico alle attivita’ delle autorita’ sanitarie competenti, per la gestione di eventi potenzialmente emergenziali relativi all’ambiente, in considerazione anche delle attivita’ svolte nella gestione dell’emergenza della cosiddetta «Terra dei Fuochi» e dell’emergenza legata alla contaminazione da diossine.

Secondo quanto stabilito dal decreto, il centro di referenza:

  • realizza un sistema strutturato e permanente di referenti all’interno dei singoli istituti zooprofilattici sperimentali ai fini del coordinamento delle attivita’ che saranno poste in essere sul territorio nazionale;
  • fornisce assistenza tecnico-scientifica al Ministero della salute;
  • cura l’organizzazione di corsi di formazione, nell’ambito delle proprie competenze, per il personale del Servizio sanitario nazionale e per altri operatori di enti competenti;
  • promuove e svolge attivita’ di programmazione, ricerca scientifica, risk-assessment, di sorveglianza e analisi epidemiologica volte ad evidenziare le interazioni tra i contaminanti e le matrici alimentari di competenza ed a sviluppare delle strategie di intervento mirate;
  • mette in atto ogni altra utile attivita’ attinente alle proprie competenze, ivi compresa la collaborazione con altre amministrazioni, centri ed associazioni del settore.

A cura della segreteria SIMeVeP




Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare

Risk managementL”iniziativa COST  European Cooperation in Science and Technology è un programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica nato nel 1971 di cui l’Italia è paese fondatore.

Il finanziamento COST avviene tramite progetti, detti Azioni (Action), ciascuna delle quali dura quattro anni.

Il Coordinatore Scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri – che recentemente è stato nominato National Contact Point per l’Italia del COST Action CA18105 – RIBMINS (Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance)  in qualità di componente del gruppo di lavoro 5 ” formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni” fino al 2023 – ha partecipato alla Conferenza COST, che si è tenuta il 7-8 Novembre a Copenaghen.

Sulla base di questa esperienza ha elaborato il documento “Il ruolo di risk manager del veterinario ufficiale nell’ambito del nuovo sistema integrato risk-based di sicurezza alimentare della filiera delle carni ed i nuovi strumenti formativi”




AMATRICE – K9 SAR CAMP – 2019, Emervet presente all’esercitazione di protezione civile internazionale

unità cinofile soccorsoIn concomitanza con la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, si è aperta il 13 ottobre la prima Settimana nazionale della protezione civile  istituita dal Governo il 1 aprile 2019  per diffondere la conoscenza e la cultura di protezione civile, allo scopo di promuovere e accrescere la resilienza delle comunità attraverso l’adozione di comportamenti consapevoli e misure di autoprotezione da parte dei cittadini, nonche’ favorire l’informazione alle popolazioni sugli scenari di rischio e le relative nuove norme di comportamento, nonche’ quelle inerenti la moderna pianificazione di protezione civile.

Nell’ambito delle tante iniziative nazionali è territoriali si è svolto il 12 e 13 ottobre “AMATRICE – K9 SAR CAMP – 2019”, un’esercitazione sul campo 24 ore su 24, quindi anche nello scenario notturno, per la ricerca di persone disperse sotto le macerie con unità cinofile, con la particolarità di svolgersi nei luoghi che effettivamente sono stati lo scenario del terremoto del centro Italia nel 2016 e che ha visto riuniti oltre 150 volontari italiani, croati e svizzeri fra cui medici e psicologi e undici gruppi cinofili per un totale di circa quaranta unita’cinofile.

Molta la tecnologia utilizzata durante le fasi operative: dalla termografia all’utilizzo di due droni, uno per illuminazione notturna del territori, l’altro per supporto ad infrarossi.

Emervet ha partecipato per il secondo anno consecutivo all’evento attraverso la partecipazione del medico veterinario Alessio Ciriani che si è occupato del primo intervento veterinario  degli animali impiegati che possono incorrere in incidenti durante le attività e procurarsi ferite da taglio, lacerazioni e contusioni degli arti.

Tenuto conto che le unita’cinofile da soccorso in situazioni di calamita’naturali sono le prime ad intervenire con i vigili del fuoco, prima ancora delle colonne mobili regionali, la presenza del veterinario si rivela quindi molto importante perchè consente di dare consigli sullo stato di salute dell’animale chiamato a intervenire e un soccorso immediato all’animale stesso qualora fosse necessario.

 




Il veterinario di medicina pubblica: una professionalità dalle tante facce

veterinario“La settimana veterinaria” dedica un approfondimento agli ambiti professionali e al ruolo nella tutela della salute pubblica del medico veterinario di medicina pubblica.

Il Dossier è composto anche da 3 interviste: a Vitantonio Perrone – Vice Presidente SIMeVeP, ad Aldo Grasselli – Segretario Nazionale SIVeMP, e Vittorio Sala – Professore Ordinario, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli studi di Milano.

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