Covid19: dalla suola delle scarpe alle zampe degli animali. Le indicazioni dell’ISS

issL’Istituto superiore di sanità fa chiarezza su alcune domande frequenti legate al Sars Cov 2:

Il pane fresco o le verdure crude possono essere contaminate da nuovo coronavirus e trasmettere l’infezione a chi li mangia?

Allo stato attuale non vi sono informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie degli alimenti, ma la possibilità di trasmissione del virus attraverso il pane fresco, o altri tipi di alimenti è poco probabile, visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto, purché manipolando il pane, come altri alimenti, sia rispettata l’igiene delle mani, che consiste nel lavaggio accurato con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e in caso di tosse o starnuti si usi un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie e poi si lavino subito le mani prima di toccare il pane o le verdure.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa contaminando le superfici e esponendo al contagio?

Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto. Teoricamente se si passa con la suola delle scarpe su una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come catarro, ecc. è possibile che il virus sia presente sulla suola e possa essere portato in casa. Tuttavia, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile. In presenza di bambini si può mantenere un atteggiamento prudente nel rispetto delle normali norme igieniche, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita)

Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?

La sopravvivenza del nuovo Coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani)

Se si è dovuti uscire per lavoro o emergenze, al rientro in casa bisogna lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti?

Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.




COVID-19. Dichiarazione congiunta OIE-WVA: attività veterinarie essenziali

Nel quadro della pandemia COVID-19, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e la World Veterinary Association (WVA) hanno fatto una dichiarazione congiunta perrichiamare l’attenzione sul ruolo e le responsabilità della professione veterinaria per la salute pubblica, mettemdo in evidenza le attività veterinarie specifiche fondamentali per garantire continuità nella sicurezza alimentare, nella prevenzione delle malattie e nella gestione delle emergenze.

Per affrontare efficacemente le sfide poste dalla pandemia di COVID-19, molti governi di tutto il mondo hanno adottato misure restrittive per chiudere le attività non essenziali. Queste decisioni sollevano interrogativi sui potenziali adattamenti che devono essere attuati dalla professione veterinaria. In questo contesto, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e la World Veterinary Association (WVA) sostengono che le attività specifiche dei servizi veterinari vengano considerate attività essenziali.

Mantenere le attività cruciali per la salute pubblica
I veterinari sono parte integrante della comunità sanitaria globale. Oltre alle attività legate alla salute e al benessere degli animali, hanno un ruolo chiave nella prevenzione e nella gestione delle malattie, comprese quelle trasmissibili all’uomo, e nel garantire la sicurezza alimentare alle popolazioni.

Nella situazione attuale è fondamentale che, tra le loro numerose attività, possano garantire quelle necessarie affinché:

  • i servizi di regolamentazione e ispezione veterinari nazionali e regionali possano controllare l’integrità della salute pubblica
  • solo gli animali sani e i loro sottoprodotti entrino nell’approvvigionamento alimentare per assicurare la sicurezza alimentare alle popolazioni,
  • le situazioni di emergenza possano essere affrontate,
  • vengano mantenute misure preventive, come la vaccinazione contro malattie con un significativo impatto sulla salute pubblica o economica,
  • proseguano le attività di ricerca prioritarie.

Sostegno alle attività veterinarie nel contesto attuale
Nello svolgimento del proprio lavoro, i veterinari hanno la responsabilità di salvaguardare la propria salute, la salute di coloro con cui lavorano e la salute dei propri clienti. Pertanto, devono garantire che vengano attuati livelli adeguati di biosicurezza, che il loro personale sia protetto con le attrezzature necessarie e che i proprietari di animali siano informati delle misure precauzionali in atto. È responsabilità di ciascun individuo garantire che i comportamenti appropriati siano rispettati nel quadro di tali attività, al fine di evitare un’ulteriore diffusione di COVID-19.

Il testo originale comunicato del 18 marzo 2020




In arrivo la 7^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

Si celebrerà il 5 febbraio 2020 la 7^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, quest’anno dedicata in particolare alla correlazione tra la prevenzione dello spreco, la salute umana e l’ambiente.

L’evento sarà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà  martedì 4 febbraio, alle ore 14:00, presso la Sala Biblioteca del Ministero della Salute nel corso della quale saranno presentati i DATI 2020 dell’Osservatorio Nazionale sugli sprechi Waste Watcher e saranno anticipati i temi della 1^ Giornata Internazionale di Consapevolezza sugli sprechi, promossa dalle Nazioni Unite, il 29 settembre 2020.

Interverranno all’evento stampa la Sottosegretaria alla salute On. Sandra Zampa, il promotore della Giornata Nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare Andrea Segrè, l’Ambasciatore presso la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite – Roma Vincenza Lomonaco e il curatore scientifico del progetto Reduce – 60 Sei ZERO Luca Falasconi.




La sperimentazione animale, arma indispensabile per lo studio di epidemiologia, eziopatogenesi e terapia del covid-19

La sperimentazione animale, arma indispensabile per lo studio di epidemiologia, eziopatogenesi e terapia del covid-19” è il titolo della tesi di Specializzazione in Scienza e Medicina degli Animali da Laboratorio che il dott. Alessio Ceriani ha discusso il 9 luglio 2020, essendo quindi fra i primi studenti i primi studenti ad avere realizzato una tesi sulla malattia COVID-19 e sul nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

Il dott. Ceriani – che in qualità socio Emervet sin dalla sua fondazione ha partecipato a varie esercitazioni nazionali ed internazionali sul territorio italiano con le unità cinofile da soccorso impiegate in situazioni di calamità prestando il primo soccorso durante le attività addestrative in scenari di emergenza con l’impiego di molta tecnologia – ha molta esperienza nel volontariato di protezione civile, che lo ha portato ad essere presente in qualità di medico veterinario durante i terremoti che hanno colpito il centro Italia nell’agosto 2016, e ha voluto mettersi a disposizione anche durante l’emergenza COVID-19, partecipando alla task force nella Centrale Operativa Coronavirus della città di Milano, Regione Lombardia, insieme a volontari esperti del settore che hanno messo a disposizione esperienze e competenze: medici, psicologi, operatori sanitari, professionisti di Protezione Civile.

Ceriani ha deciso dunque di affrontare un tema attuale nel suo elaborato, non solo perchè protagonista nell’emergenza come volontario di protezione civile ma anche per mettere ulteriormente in evidenza per il concetto “One Health” che riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente come interconnessa e l’importanza di identificare in maniera precoce possibili “Spillover” ovvero il  salto di specie dei virus da animale a uomo.

Abstract della tesi




The European Union control strategy for Campylobacter spp. in the broiler meat chain

E’ pubblicato su rivista Food Safety il contributo “The European Union control strategy for Campylobacter spp. in the broiler meat chain” (Controllo comunitario del Campylobacter nella filieria carni di pollame’), frutto della collaborazione di Maurizio Ferri, coordinatore scientifico SIMeVeP, con alcuni colleghi serbi.

Campylobacter è un batterio che può causare nell’uomo una malattia detta campilobatteriosi. Con oltre 246 000 casi segnalati ogni anno nell’uomo, si tratta della malattia a trasmissione alimentare più frequentemente riferita nell’Unione europea. Si ritiene tuttavia che il numero effettivo di casi si aggiri attorno ai nove milioni l’anno. Secondo stime dell’EFSA, il costo della campilobatteriosi per i sistemi sanitari e in termini di perdita di produttività nell’UE è di circa 2,4 miliardi di euro l’anno.

La campilobatteriosi è una zoonosi, ossia una malattia o infezione che può essere trasmessa direttamente o indirettamente tra animali ed esseri umani.

La review giunge quindi in un momento opportuno tenendo presente l’importanza dell’argomento per One Health ed il recente parere scientifico dell’EFSA sulle misure di controllo per Campylobacter nei polli da carne alla produzione primaria.




Api e apicoltura. Preziosa risorsa per ambiente e agricoltura

E’ dedicato al comparto dell’apicoltura il 21° Quaderno della Collana editoriale di Veneto Agricoltura.

Il documento, i cui autori sono tra i massimi esperti in Italia, ha un taglio tecnico e divulgativo insieme sul tema che viene affrontato sotto il profilo storico, legislativo, economico, ambientale, sanitario, della ricerca applicata, ecc..

Indice del volume:

  • Presentazione
    Alberto Negro – Commissario Straordinario di Veneto Agricoltura
  • La storia millenaria dell’apicoltura veneta
    Paolo Fontana, Fondazione Edmund Mach
  • Le normative di settore
    Cristina Mulinari, Regione Veneto Direzione Agroalimentare
  • Api e apicoltura, un binomio inscindibile
    Cristian Bolzonella, Giulia Ranzani, Vasco Boatto, Augusto Zanella Università di Padova – Dipartimento TESAF
  • Aspetti economici dell’apicoltura
    Gabriele Zampieri, Veneto Agricoltura
  • La situazione dell’apicoltura italiana
    Alberto Contessi, Osservatorio Nazionale Miele
  • Potenzialità e fattori limitanti dell’apicoltura in Italia
    Giancarlo Naldi, Osservatorio Nazionale Miele
  • Consistenza dell’apicoltura in Italia e nel Veneto
    Jacopo Testoni, Regione Veneto Direzione Agroalimentare – Laura Favero, Regione Veneto Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria
  • I tecnici apistici
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Categorie professionali e forme associate
    Jacopo Testoni, Regione Veneto Direzione Agroalimentare
  • Il valore dell’impollinazione
    Cristian Bolzonella, Vasco Boatto, Augusto Zanella Università di Padova-Dipartimento TESAF
  • Produzione di miele in Veneto nel 2019
    Franco Mutinelli, Albino Gallina Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Api, clima e ambiente
    Paolo Fontana, Fondazione Edmund Mach
  • L’inquinamento genetico delle api
    Cecilia Costa, CREA-Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente
  • Colture estensive, prodotti fitosanitari e api
    Lorenzo Furlan, Veneto Agricoltura
  • Stato sanitario dell’apicoltura e nuove specie invasive
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • L’adulterazione del miele
    Albino Gallina, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Buone pratiche apistiche
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Varroa destructor: Linee Guida
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • L’etichettatura del miele
    Albino Gallina, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Certificazioni in apicoltura
    Maria Chiara Ferrarese, CSQA Certificazioni
  • Fronteggiare le malattie: l’arnia termica
    Franco Mutinelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
  • Il Punto di vista delle associazioni apistiche venete
    Stefano Dal Colle, APAT Apicoltori in Veneto – Gerardo Meridio, Associazione Regionale Apicoltori del Veneto

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Ad Antonio Sorice il coordinamento organizzativo in seno alla Direzione Sanitaria della ATS Bergamo

Antonio Sorice

Al Dott. Antonio Sorice, responsabile del dipartimento veterinario dell’ATS Bergamo e Presidente SIMeVeP sono state affidate le funzioni di coordinamento organizzativo dei dipartimenti afferenti alla direzione sanitaria, in sostituzione del Direttore Sanitario, convalescente dopo una polmonite da coronavirus.

Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, Antonio Sorice è alla guida del call center che risponde ai dubbi dei cittadini.

 




Coronavirus a Bergamo: parla Antonio Sorice

Bergamo è una delle città più colpite dal coronavirus. Di Bergamo è il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, che in qualità di Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’Ats Bergamo è impegnato direttamente e pienamente nell’affrontare l’emergenza Covid-19.

Rcs Salute ha raccolto la sua testimonianza:

https://www.facebook.com/RcsSalute/videos/206776820601499/




La tecnica di sequenziamento genomico di nuova Generazione (Next Generation sequencing-NGS) e l’impiego in sanità pubblica

dnaNegli ultimi anni la genomica (ramo della biologia molecolare che si occupa della struttura, funzione, evoluzione e mappatura del DNA), dall’iniziale utilizzo in clinica (genoma umano) e virologia, è entrata nei laboratori di microbiologia alimentare ed ambientale grazie alla tecnica di sequenziamento di nuova generazione (Next Generation Sequencing-NGS)

Le tecniche di sequenziamento , che comprendono il sequenziamento genomico totale (whole genome sequencing-WGS), la metagenomica e l’approccio multi-omico (es. transcriptomica, proteomica, mobilomica) , unite all’analisi ed interpretazione dei dati, possono fornire indicazioni utili ai programmi di monitoraggio dei patogeni alimentari, alla sorveglianza epidemiologica, alle indagini epidemiologiche dei focolai di infezione alimentare, nonché agli studi di valutazione del rischio. Poiché i dati genomici sono ereditati verticalmente, da cellula madre a cellula figlia, questi dati possono essere utilizzati per ricostruire la storia evolutiva degli agenti patogeni. La filogenetica costituisce un potente strumento utilizzato per comprendere il contesto evolutivo del ceppo associato ad un focolaio di infezione alimentare e per il rintraccio delle relative fonti.

L’analisi di Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP




RI-Pescato, un progetto virtuoso con la partecipazione fondamentale dei veterinari

E’ stato presentato il 25 settembre ai Mercati Agro-Alimentari Sicilia (MAAS) il progetto nazionale “RI-PESCATO: dal mercato illegale al mercato solidale” finalizzato al recupero e alla lavorazione del pesce sequestrato e alla sua distribuzione agli enti caritativi, promosso e sostenuto da Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare.

La Sicilia è la prima regione di sviluppo dell’iniziativa che si svolge grazie al lavoro congiunto di diversi soggetti: le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS – Mercati Agro-Alimentari Sicilia, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare. Nei primi 18 mesi di sperimentazione, il progetto ha consentito la distribuzione di circa 83.000 pasti a persone bisognose grazie al recupero di oltre circa 12.000 kg di pescato di frodo.

L’attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano da parte dell’ASP entro 24 – 48 ore. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane.

L’impatto sociale e i benefici del progetto sono numerosi: il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione.

Lo sviluppo di questo progetto e del suo innovativo modello di recupero potrà essere esteso dal territorio siciliano ad altre regioni costiere in Italia nei prossimi mesi, raggiungendo alcuni tra i più importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030.

RI-PESCATO, infine, si candida ad essere une delle migliori best practice nell’ambito della prima “Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” (International Day of Awareness for Food losses and waste) istituita dalle Nazioni Unite il 29 settembre per sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza di questa tematica.

Nel suo intervento il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice ha raccontato il ruolo dei medici veterinari, attori fondamentali dell’allenza fra i vari soggetti che contribuiscono al progetto:

Il progetto Ri-Pescato è particolarmente virtuoso, ed ha una funzione che è insieme sociale e solidale perché accompagna all’azione di contrasto all’illegalità, e quindi all’aspetto repressivo, l’azione solidale, legata alla donazione del pesce sequestrato, con un effetto moltiplicatore che si ripercuote positivamente lungo tutta la filiera del recupero. Ancora una volta – ha sottolineato Sorice – i medici veterinari di sanità pubblica svolgono il ruolo di facilitatori del processo, fungendo da raccordo tra l’azione delle Capitanerie di Porto, che intervengono al momento del sequestro, e quella del Banco Alimentare che in un momento successivo provvede alla distribuzione del pesce recuperato e commestibile agli Enti caritativi. Il medico veterinario interviene a supporto di tutto il percorso garantendo la sicurezza alimentare del pesce che, essendo un alimento facilmente deperibile, ha bisogno di particolari attenzioni e controlli in tutte le fasi che consentono il recupero e la donazione del pesce sequestrato: in quella del recupero, attraverso analisi e controlli svolti dai Dipartimenti di Prevenzione delle Asl e dell’Izs, in quella della conservazione legata al mantenimento della catena del freddo, alla fase del trattamento in strutture adeguate, alla distribuzione“.

Video interviste ai partecipanti

Rassegna stampa:

Ri-Pescato, pesce illegale diventa cibo per enti caritatevoli – ansa.it

Il pesce di frodo recuperato arriva sulle tavole – repubblica.it

Pesce sequestrato per i più bisognosi – avvenire.it

“Ri-Pescato”: da illegale a solidale Grazie al progetto offerti 83.000 pasti – livesicilia.it

Con Ri-Pescato 83mila pasti solidali con 12 Kg di pescato di frodo – askanews.it