Richiesti chiarimenti sul salmone norvegese e l’esenzione dal congelamento per il consumo da crudo

salmoneA seguito di numerose segnalazioni pervenute, SIMeVeP e Eurofishmarket Srl hanno ha chiesto un chiarimento al Ministero della Salute sulla corretta interpretazione dell’allegato III, sezione VIII, capitolo III, del Regolamento (CE) n. 853/2004, così come modificato dal Reg. (UE) 1276/2011, in merito alla validità dell’autocertificazione prodotta dagli allevatori norvegesi sulla sicurezza del loro salmone allevato rispetto al parassita Anisakis e che dunque consente il non congelamento del prodotto (a – 20 °C, per almeno 24 ore, oppure a – 35 °C, per almeno 15 ore, previsto dal suddetto Regolamento per i pesci pinnati o molluschi cefalopodi destinati ad essere consumati crudi o comunque non completamente cotti) come previsto dalla normativa e confermato dall’Autorità Norvegese per la Sicurezza Alimentare (NFSA),

Infatti, mentre negli altri Paesi UE alcuna obiezione è mai stata sollevata circa la possibilità di avvalersi della deroga di cui al punto d) per quanto riguarda il salmone norvegese di allevamento, in Italia sono accaduti casi di contestazione da parte dell’Autorità sanitaria.

A tal proposito desideriamo sottolineare come diversi studi scientifici abbiano ormai evidenziato la sicurezza del salmone allevato in Norvegia relativamente al parassita Anisakis.

La deroga in questione deriva infatti dagli studi effettuati dagli enti di ricerca di riferimento per il Governo norvegese e dal conseguente parere EFSA del 2010 e dunque dal Regolamento UE 1276 del 2011 che ha modificato l’allegato III del Regolamento (CE) n. 853/2004.




Inquinamento alimentare. Teste di cadmio

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo “Inquinamento alimentare. Teste di cadmio” di Alfonso Piscopo.

«Gammari, gammareddri, e gammaruna, scampi e granci, spenni assa e nenti manci». La citazione dialettale siciliana, ritorna ogni qual volta a tavola si deve decidere il menù da scegliere per i com-mensali. Si inizia quasi sempre con la classica frase: “a base di carne” o a “base di pesce”. Se si opta per la seconda scelta, c’è sempre qualcuno che rima il proverbio in scioglilingua, rimarcando come il pasto per i convitati a base di pesce pur eccellendo in qualità, in misura non inferiore alla carne, rischia di non saziare abbastanza, per via delle parti che necessaria-mente devono essere scartate come le lische, i gusci le teste etc., e che tradotto nella lingua madre in rima baciata suona in questo modo: “Gamberi, gamberetti e, gamberoni, scampi e granchi, spendi molto e poco mangi”. Il nesso con il presente lavoro pur se proverbiale, è da accostare al fatto che la stesura dell’articolo rimarca la presenza di metalli pesanti che si ac-cumulano in misura maggiore in alcune parti anatomiche dei crostacei, come ad esempio le teste di gamberi e gamberoni, con possibile rischio per la salute e che comunque a scopo cautelare, parebbe opportuno escluderne la suzione dei liquidi in esse contenute (liquido contenuto nella testa o carapace), meglio definite come “carni scure” che in molti Paesi europei rappresenta un vera golosità insaziabile.

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Cinghiali abbattuti a Roma: una levata di scudi infondata

cinghialeHa avuto una forte eco mediatica l’intervento messo in atto da parte dei medici veterinari del servizio dell’Az.USL Roma 1, sulla base del potrocollo d’intesa per “La gestione del cinghiale nel territorio di Roma Capitale”, in un parco cittadino vicino alla Città del Vaticano alla
presenza, inevitabile in un quartiere centrale densamente abitato, di centinaia di persone che hanno tentato di impedire quanto deciso dagli organi comunali preposti.

I colleghi del servizio dell’Az.USL Roma 1 sono riusciti ad eseguire il protocollo come previsto (preparazione del farmaco per la teleanestesia ed eutanasia) e a ritornare nella sede di servizio scortati da Polizia di Stato e Municipale, ancora inseguiti da una folla minacciosa.

Si parla tanto e con poca convinzione della Medicina Unica, ma in questo caso una parte della Veterinaria ha dato prova di non ricordare che essa è al servizio non soltanto degli animali, ma anche degli uomini” afferma il Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, in un contributo pubblicato da “La Settimana Veterinaria”




Assemblea straordinaria dei soci SIMeVeP il 16 dicembre 2020

L’Assemblea dei Soci della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva è convocata in via straordinaria il giorno 16 dicembre 2020 alle ore 06.30 in prima convocazione e il giorno 16 dicembre 2020 alle ore 17.00 in seconda convocazione e si svolgerà in videoconferenza.

All’ordine del giorno ci sarà il rinnovo delle cariche statutarie.

I codici di accesso verranno pubblicati su questo sito nella mattinata del 16 dicembre 2020.




I cluster di infezione Covid-19 tra i lavoratori

L’emergenza Covid-19 ha causato profonde ripercussioni sanitarie, sociali ed economiche a livello globale, senza precedenti, con effetti
a medio e lungo termine difficilmente quantificabili per i livelli elevati di incertezza che condizionano l’origine, l’epidemiologia, la clinica e la terapia, incluso i vaccini.

Non ne è immune la catena di approvvigionamento alimentare che ha subito effetti distorsivi non previsti a partire dalla produzione primaria attraverso le fasi successive della fi liera fi no alla distribuzione e commercio di prodotti alimentari.

In questo contesto, aggravato dai focolai di contagio umano Covid-19 verificatesi nei macelli e impianti di sezionamento carni, sull’industria delle carni si sono accessi i riflettori dei media e della società (tra interessi e posizioni contrapposte, a volte animate da estremismi
alimentari e politicizzazioni) per le preoccupazioni indebitamente amplificate circa il ruolo potenziale degli animali da reddito e dei prodotti da essi derivati (es. carni) nella trasmissione dell’infezione Covid-19 all’uomo.

Il tema è stato affrontato dal Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice e dal Coordinatore scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri, nell’articolo “I cluster di infezione Covid-19 tra i lavoratori” pubblicato sul n°2/2020 di Argomenti.




Approccio multidisciplinare in corso di infestazione da Cimex lectularius

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo”Approccio multidisciplinare in corso di infestazione da Cimex lectularius” di Eleonora Marti, Antonio Gelati, Luca Ferri, Lucia Romagnoli, Maurizio Ferraresi, Salvatore Criscione, Daniela Bulgarelli, Sabrina Tellini, Monica Buratti, Paolo Guerra.

La cimice dei letti, Cimex lectularius  è l’insetto più noto della famiglia degli Eterotteri (Heterop-tera). Probabilmente di origine asiatica, è oggi diffusa in tutto il mondo al seguito dell’uomo, il cui sangue costituisce il suo quasi esclusivo nutrimento. Divenuta piuttosto rara dopo gli anni ’50, è recentemente ricomparsa quale agente infestante anche in nazioni con un elevato livello di indu-strializzazione. Il ritorno della cimice dei letti è dovuto a un aumento dei viaggi internazionali, alla comparsa di resistenza agli insetticidi e alle loro modalità d’impiego e ha preso alla sprovvista i disinfestatori, gli albergatori e le nuove generazioni. Infestazioni massicce vengono riportate durante gli ultimi conflitti mondiali, legate sempre alle scarse condizioni igieniche. In seguito, grazie alla disponibilità di efficaci insetticidi, come per esempio il DDT, e grazie al progressivo miglioramento delle condizioni igieniche e strutturali degli edifici, la presenza dell’insetto si è ridotta drasticamente con il passare del tempo. Il presente articolo riporta la gestione, il trattamento e le modalità operative adottati dal Servizio veterinario dell’Azienda Unità sanitaria locale di Modena, in collaborazione con il Servizio di Igiene pubblica, il Servizio sociale dell’Unione delle terre d’Argine, l’Ufficio tecnico del Comune di Carpi, ASP (Azienda pubblica dei servizi alla persona), Domus coop sociale, ACER (Azienda casa dell’Emilia Ro-magna) e SANIF SRL durante un’infestazione da cimici dei letti che ha interessato un condominio in centro città a Carpi, Modena.

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Malattie da prioni, nuovi ceppi nei cervidi del nord Europa

cervoNon ci sarebbe alcun nesso tra la Chronic Wasting Disease, la malattia da prioni che si sta diffondendo in forma epidemica e incontrollabile tra i cervi del Nord America, e un’altra malattia simile di recente osservata nelle renne e negli alci in nord Europa.

I responsabili, in quest’ultimo caso, infatti sono ceppi di prioni, fino ad oggi sconosciuti.

E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con il Norvegian Veterinary Institute di Oslo, la Canadian Food Inspection Agency di Ottawa e la Colorado State University di Fort Collins.

Le malattie da prioni, o encefalopatie spongiformi trasmissibili, sono malattie neurodegenerative rare e non curabili, che colpiscono l’uomo e gli animali. A causarle, un gruppo di patogeni non convenzionali chiamati prioni, particolarmente resistenti alle procedure di inattivazione o rimozione utilizzate per virus o batteri. Grazie all’utilizzo un piccolo roditore, l’arvicola, un modello animale sviluppato dall’Iss molto suscettibile alle malattie da prioni, è stato possibile caratterizzare i ceppi individuati in Norvegia, Svezia e Finlandia, verificando che sono nuovi e differenti da quello responsabile della malattia in Nord America.

I dati ottenuti, inoltre, hanno anche implicazioni in termini sanitari. “Trattandosi di ceppi di prioni nuovi ed emergenti, per i quali le informazioni sono ridottissime, occorre adottare adeguate misure di prevenzione in ambito medico e veterinario ed effettuare studi specifici ai fini della valutazione del rischio per la salute umana ed animale“, spiega Romolo Nonno, autore principale dello studio e ricercatore del Dipartimento di Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria dell’Iss

Fonte: ANSA




18 novembre, Giornata sull’uso consapevole degli antibiotici

Il 18 novembre ricorre la “Giornata europea degli antibiotici” (European Antibiotic Awareness Day – EAAD) nell’ambito della contestuale Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (World Antimicrobial Awareness Week – WAAW) promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 18 al 24 novembre 2020.

L’iniziativa ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici e sull’importanza di un loro uso prudente. Gli ultimi dati confermano che nell’Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in aumento. L’uso prudente degli antibiotici può contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici perché possano essere utilizzati dalle generazioni future.

Questi gli slogan della campagna di sensibilizzazione 2020: “Antimicrobici: maneggiare con cura” applicabile a tutti i settori e “Uniti per preservare gli antimicrobici” destinato al settore umano.

Alcuni punti importanti

  • L’OMS ha dichiarato la resistenza antimicrobica (AMR) uno dei 10 principali problemi sanitari mondiali.
  • L’AMR è un problema di salute globale e di sviluppo che richiede un approccio multisettoriale.
  • L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti.
  • Misure inadeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, mancanza di acqua potabile e di servizi igienici rappresentano fattori che favoriscono la diffusione di microrganismi, fra cui quelli resistenti.
  • Il costo dell’AMR è molto elevato: oltre ai decessi e disabilità, causa ospedalizzazioni prolungate, uso di farmaci più costosi e possibili problemi finanziari nelle persone affette.
  • Senza antimicrobici efficaci, il successo della medicina moderna potrebbe essere a rischio, ad esempio per interventi chirurgici gravi o per il trattamento chemioterapico di tumori.

Un evento da remoto sull’antibiotico-resistenza

Il Ministero, quest’anno, supporta un evento da remoto dedicato alla problematica dell’antibiotico-resistenza con un approccio One Health che si tiene il 18 novembre 2020 dalle 14 alle 16.30.

In tale occasione verrà presentato il rapporto “Gli italiani e gli antibiotici: informazione, utilizzo e consapevolezza del fenomeno dell’antimicrobico resistenza”. La ricerca, realizzata dal Censis, su incarico e in collaborazione con il Settore di Igiene dell’Università di Foggia, nell’ambito di un Progetto realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute – CCM, rientra nelle attività previste dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) e si è posta l’obiettivo di analizzare l’informazione diffusa tra la popolazione sugli antibiotici e il loro uso insieme alle opinioni, gli atteggiamenti e i comportamenti degli italiani su questo tema.

L’indagine è stata effettuata su un campione nazionale rappresentativo di italiani adulti, nel cui ambito sono state focalizzate tre categorie maggiormente coinvolte e interessate all’uso degli antibiotici:

  1. i genitori di figli piccoli (da 0 a 11 anni)
  2. gli anziani (dai 65 anni in su)
  3. i possessori di animali domestici.

L’evento prevede l’accreditamento ECM per tutte le professioni sanitarie.

Per partecipare

Per approfondire

Consulta le notizie di Antibiotico-resistenza

Fonte: Ministero della salute




I volti dell’accumulatore di animali

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo “I volti dell’accumulatore di animali” di Francesca Bellini, Alessia Liverini

Quando parliamo di accumulo o accaparramento di animali (animal hoarding) il nostro pensiero va im-mediatamente alla situazione in cui gli animali sono costretti a vivere. Siamo portati a giudicare l’accumu-latore come colui che infligge dolore e maltratta gli animali e pensiamo che sequestrarli e cercare per loro un’adozione o comunque una collocazione diversa possa essere la soluzione migliore e più veloce per loro. Poco o per nulla ci soffermiamo a pensare al proprietario, a cosa sia successo nella sua vita per portarlo a condurre un’esistenza del genere.

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Sorice: Tamponi? Mettiamo un veterinario in ogni task force

Sarebbe opportuno un Medico Veterinario in ogni Task Force, a livello ministeriale, regionale e in ogni ASL”  questa la risposta del Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, alla proposta del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di affidare ai medici veterinari la somministrazione dei tamponi per il rilevamento  di  SARS-CoV-2 negli uomini.

“I veterinari del Sistema Sanitario Nazionale sono coinvolti a supporto della professione medica nell’emergenza COVID-19 sin dai primissimi giorni dell’epidemia, ma il tampone agli esseri umani è una pratica che il veterinario non può svolgere. Il punto è che la veterinaria andava conivolta, sin dall’inizio, per quello che sono le proprie competenze ed esperienze decennali nel campo delle malattie infettive e delle epidemie. Il nostro apporto sarebbe utile  in temrni di approccio, metodologia e azioni da mettere in campo per contrastare l’emergenza. Da questo punto di vista siamo sempre disponibili perché quando il Paese chiama i Veterinari rispondono… sempre!!!” ha detto Sorice in un video intervento per RCS Salute.