Le infezioni resistenti ai medicinali rischiano di diventare la prossima pandemia

Di fronte al drammatico aumento della resistenza agli agenti antimicrobici (AMR), che rischia di trasformarsi nella prossima pandemia, con gravi ripercussioni per la salute globale, i sistemi agroalimentari e le economie, la FAO si rivolge ai soggetti interessati di tutti i settori, dagli agricoltori agli chef, dai produttori ai consumatori, affinché accelerino gli interventi volti a impedire la diffusione di microrganismi farmacoresistenti.

Nel corso della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (18-24 novembre), l’Organizzazione rende pubbliche le sue raccomandazioni per limitare la diffusione dell’AMR, sottolineando che tutti possono giocare un ruolo nella lotta contro tale fenomeno.

Con l’espressione “resistenza agli agenti antimicrobici” si fa riferimento alla capacità di alcuni microbi di sopravvivere o proliferare in presenza di medicinali concepiti per eliminarli o inibirne l’azione. Tale resistenza è favorita dall’uso di antimicrobici diretti a debellare agenti patogeni indesiderati nell’uomo, negli animali e nelle colture. A scatenare l’AMR è soprattutto l’impiego di antimicrobici nel settore della salute umana e animale.

Al giorno d’oggi sono almeno 700 000 le persone che muoiono ogni anno a causa di patologie resistenti ai medicinali, mentre cresce in maniera costante il numero delle malattie comuni che risultano sempre più difficili da curare, tra cui le infezioni delle vie respiratorie, le infezioni sessualmente trasmesse e le infezioni delle vie urinarie. La resistenza ai medicinali sta anche mettendo sempre più a repentaglio i nostri sistemi agroalimentari e la sicurezza alimentare globale.

La pandemia COVID-19 ci ha dimostrato che la salute degli esseri umani è più che mai strettamente correlata alla salute degli animali e dell’ambiente. Gli agenti patogeni che colpiscono una di queste sfere possono esacerbare le criticità di altri settori e avere un impatto enorme sulla nostra capacità di prevenire e controllare le minacce sanitarie per la salvaguardia del pianeta.  L’AMR rappresenta una di queste minacce globali e potrebbe essere ancor più pericolosa della pandemia COVID-19. Essa sta già profondamente cambiando la vita come noi la conosciamo.

“Al pari della pandemia COVID-19, l’AMR non è più una minaccia futura: si tratta di un pericolo che riguarda tutti noi nell’immediato”, ha dichiarato il Vicedirettore Generale Maria Helena Semedo. “In tutto il mondo vi sono persone, animali e piante che stanno già morendo a causa di infezioni che non possono essere curate, nemmeno con i medicinali antimicrobici più potenti di cui disponiamo. Senza una levata d’armi contro l’AMR, la prossima pandemia potrebbe essere di natura batterica e di gran lunga più letale, qualora i medicinali destinati a combatterla non dovessero funzionare”.

La FAO svolge le proprie attività nel campo dell’AMR in coordinamento con l’OMS e con l’OIE, in linea con la strategia di approccio congiunto denominata “One Health”.

L’AMR nel settore agroalimentare

L’alimentazione e l’agricoltura possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta all’AMR. In molte parti del mondo il ricorso agli agenti antimicrobici è una pratica di gran lunga più comune negli animali che non nell’uomo e tale consuetudine si sta allargando a macchia d’olio parallelamente all’incremento demografico e alla crescente domanda di generi alimentari. 

La diffusione dell’AMR avviene a un ritmo più serrato rispetto alla capacità della scienza di sviluppare nuovi antimicrobici e minaccia i sistemi alimentari, la sicurezza alimentare, la salubrità degli alimenti, i sistemi sanitari e le economie di tutto il mondo. L’unica soluzione di cui disponiamo consiste nell’adottare un’azione strategica per conservare l’efficacia degli agenti antimicrobici già in uso. È quanto ha raccomandato in data odierna la FAO, ammonendo che ci rimane ancora poco tempo per scongiurare un peggioramento della situazione, che già di per sé appare alquanto critica.

Il 23 novembre l’Agenzia delle Nazioni Unite inaugurerà una nuova comunità di professionisti specializzati in comportamenti sociali e motivazione al cambiamento affinché concepiscano soluzioni che aiutino le persone a utilizzare gli agenti antimicrobici in maniera appropriata per poter migliorare l’efficacia della prevenzione delle malattie. Avvalendosi del sapere e dei contributi di agricoltori e altri operatori della catena alimentare, veterinari, epidemiologi, esperti di AMR e comportamentalisti, questa comunità di pratiche collaborerà in maniera sinergica per indurre, a livello sia agricolo che politico, l’adozione di comportamenti che favoriscono un rallentamento dell’evoluzione dell’AMR.

La Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (WAAW)

Per celebrare la Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica sono organizzate attività e iniziative in tutto il mondo, tra cui una Twitter Chat programmata da WAAW Africa il 21 novembre dal titolo “Come è possibile in Africa sensibilizzare la popolazione verso la resistenza agli agenti antimicrobici?”,  un evento InfoPoint previsto a Bruxelles il 24 novembre e destinato a responsabili politici e al pubblico in generale, il cui scopo è comunicare all’opinione pubblica l’urgenza di contrastare l’AMR e un vertice “One Health” sull’AMR nonché una serie di webinar, ospitati nel corso dell’intera settimana dalle Filippine.

Partecipa alla lotta contro l’AMR!

La FAO ha illustrato le azioni fondamentali da intraprendere nella lotta contro l’AMR, suddividendole in base alle categorie di soggetti interessati:

Agricoltori:  

1.    Lava sempre accuratamente le mani, le scarpe e gli indumenti prima e dopo il contatto con gli animali. Questa abitudine contribuisce a uccidere i germi che causano malattie negli animali e nell’uomo.

2.    Abbi cura della salute degli animali. Un animale sano ha bisogno di assumere meno farmaci antimicrobici, il che si traduce in una diminuzione delle spese veterinarie, in una maggiore salubrità degli alimenti e sicurezza dei mezzi di sussistenza e in un minor numero di perdite di animali. In ambito agricolo, gli allevatori possono adottare le seguenti misure per preservare la salute dei propri animali:

• Tieni pulite le strutture adibite al ricovero degli animali e le aree esterne a loro riservate.

• Riduci il rischio di diffusione di germi. Adotta misure di biosicurezza appropriate.

• Applica il sistema “all-in, all-out” (“tutto dentro, tutto fuori”) nella tua azienda agricola per ridurre la trasmissione di infezioni nell’allevamento in seguito all’introduzione di nuovi animali.

• Conserva i mangimi animali in ambienti asciutti e protetti dall’accesso di roditori, uccelli, insetti e altri animali infestanti che possono trasmettere batteri o altri germi.

• Evita situazioni di stress per i tuoi animali.

• Promuovi il benessere dei tuoi animali ed evita l’insorgenza di malattie attraverso una buona alimentazione e l’accesso ad acqua pulita.

• Vaccina i tuoi animali! Rivolgiti al tuo veterinario di fiducia per la somministrazione di importanti vaccini secondo un corretto calendario vaccinale.

3.    Richiedi il parere di specialisti in salute animale per una corretta diagnosi e cura delle malattie, perché l’impiego di farmaci inadatti espone la tua azienda, la tua famiglia e te stesso al rischio di infezioni resistenti agli agenti antimicrobici.

4.    Diffondi informazioni, non microbi! Spiega agli altri agricoltori e ai membri della tua comunità l’importanza di utilizzare gli agenti antimicrobici in maniera responsabile.

5.    Ricorri ai pesticidi soltanto come ultima risorsa: i prodotti fitosanitari non sono l’unico rimedio disponibile. Per il trattamento delle colture usa questi prodotti soltanto come ultima ratio nel controllo degli organismi nocivi.

Operatori della filiera alimentare e consumatori: 

1.     Osserva la regola delle “Quattro C” della salubrità degli alimenti per aiutare a contenere la diffusione di batteri multiresistenti e microrganismi potenzialmente responsabili di malattie nell’uomo.

Cleaning (Igiene) – Lava accuratamente le mani prima e dopo il contatto con alimenti e animali (soprattutto dopo aver maneggiato carne cruda) e dopo essere andato in bagno. Provvedi regolarmente alla pulizia delle superfici adibite alla preparazione dei cibi.

Cooking (Cottura) – Un corretto sistema di cottura dei cibi distrugge i germi nocivi. Fai attenzione, tuttavia, a non ricuocere il cibo più volte.

Chilling (Refrigerazione) – Tieni il cibo al fresco alla giusta temperatura, sia in frigorifero che durante il trasporto.

Cross contamination (Contaminazione crociata) – Tieni pulite le zone adibite alla preparazione e alla conservazione del cibo per evitare contaminazioni crociate. Assicurati che la carne cruda sia conservata e lavorata separatamente da altri alimenti.

2.     Avvia una conversazione! Parla dell’AMR con colleghi, familiari, amici e altri membri della tua comunità. Nel tuo luogo di lavoro promuovi l’introduzione e l’adozione di misure che concorrono a ridurre la diffusione dell’AMR.

3.     Aiutaci a mantenere gli agenti antimicrobici efficaci per tutti! Se tu o un tuo familiare avete bisogno di un antibiotico, seguite le indicazioni del vostro medico curante. Prima di assumere un antibiotico è sempre necessario richiedere un parere medico.

Responsabili politici: 

1.      Inserisci l’AMR tra le tue priorità.  Destina immediate risorse alla lotta contro l’AMR e al conseguimento degli obiettivi del piano d’azione nazionale contro l’AMR. Assicurati che l’AMR faccia parte integrante dell’agenda politica.

2.      Coinvolgi le parti interessate nel processo decisionale: i contributi delle parti interessate dell’intera filiera alimentare e dei settori sia pubblico che privato possono assistere nella definizione di politiche e norme più efficaci.


Partner fornitori di risorse: 

1.     Sostieni le iniziative dell’Alleanza tripartita sull’AMR: il Fondo fiduciario multi-partner delle Nazioni Unite per l’AMR, guidato dalla FAO, dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è stato creato per intensificare il sostegno ai singoli paesi nella lotta contro l’AMR attraverso uno sforzo congiunto secondo il principio “One Health”. Aiuta l’Alleanza tripartita a espandere le sue attività in nuovi territori e a condurre la lotta contro l’AMR.

2.    Contribuisci a colmare le lacune a livello di conoscenze: sostieni la ricerca e i progetti sull’AMR che lavorano al conseguimento di prove dove ancora mancano.

Educatori e ricercatori in ambito sanitario, agricolo, ambientale e veterinario:  

1.    Sensibilizza le persone all’interno della tua istituzione sul tema chiave dell’AMR: inserisci l’AMR tra le tematiche obbligatorie del piano di studi. Organizza attività ed eventi interdisciplinari, tra cui conferenze, webinar e seminari, per informare colleghi e studenti di altri ambiti disciplinari in merito alla diffusione dell’AMR.

2.    Condividi il sapere al di là dei confini nazionali: invita ricercatori di tutto il mondo a intervenire come relatori in un evento presso la tua istituzione e a condividere idee.


Associazioni giovanili e gruppi studenteschi:
 

1.      Fai sentire la tua voce! Inserisci l’AMR tra gli argomenti prioritari da discutere all’interno della tua associazione giovanile o del tuo gruppo studentesco e organizza iniziative di sensibilizzazione come camminate, dibattiti ed eventi nelle comunità di cui fai parte.

2.     Fai conoscere le tue attività: condividi esempi delle tue iniziative sui social media e con i giornalisti. Sii motivo d’ispirazione per altri giovani e invoglia i tuoi coetanei a seguire le tue orme e a diventare “eroi nella lotta all’AMR”.

Portatori di interessi del settore privato:

1.      Sostieni le iniziative di lotta all’AMR sul luogo di lavoro: nella tua azienda, nel tuo stabilimento e nei tuoi locali metti a disposizione mezzi e strutture che consentano ai tuoi dipendenti di contrastare l’AMR.

2.      Sii un fabbricante responsabile: assicurati che la tua azienda e i tuoi fornitori smaltiscano i rifiuti e le acque reflue correttamente per contribuire a ridurre la diffusione di batteri multiresistenti.


ONG e gruppi della società civile:
 

1.         Integra progetti nuovi ed esistenti con azioni di contrasto all’AMR: molte iniziative intese a ridurre la diffusione di batteri multiresistenti hanno ricadute positive sulla salute, la sanità, il controllo delle malattie e la gestione dei rifiuti. Alcune di tali iniziative possono essere avviate senza costi aggiuntivi. Integra i progetti in corso con queste attività.

2.       Promuovi il dialogo: parla dell’AMR e dei batteri multiresistenti all’interno della comunità in cui operi e fai capire alle persone l’importanza di mantenere efficaci i farmaci antimicrobici che già sono a nostra disposizione.


Esperti di salute animale

1.         Avvia una conversazione sulle buone pratiche da osservare nel trattamento degli animali con medicinali antimicrobici: quando visiti un’azienda agricola e prescrivi un farmaco, solleva il tema dell’AMR e della salute animale con gli agricoltori per avviare un dialogo sull’argomento.

2.        Entra a far parte del movimento per la lotta all’AMR!  Aderisci a un’associazione o a un’organizzazione per la salute animale nella tua zona, o creane tu stesso una, e partecipa alle sue riunioni. Porta ad esempio il tuo operato nel campo della lotta all’AMR per invogliare gli altri a svolgere anch’essi un ruolo attivo contro tale fenomeno.

Fonte: FAO




Antibioticoresistenza, combattiamola con l’approccio One Health

AntibioticoresistenzaL’antibioticoresistenza, ovvero la capacità dei batteri di resistere all’azione degli antibiotici, è una minaccia globale contro la quale “è più che mai necessario uno sforzo congiunto e coordinato che abbracci il campo umano e veterinario secondo l’approccio di One Health – One Medicine – One World”.

La pandemia da SARS-CoV-2 ci ha mostrato chiaramente che siamo tutti sulla stessa barca: gli animali, umani compresi, sono suscettibili agli stessi germi che vengono combattuti con gli stessi antibiotici. Ecco perché il problema della resistenza dei patogeni alle terapie non può essere affrontato in maniera settoriale, ma secondo il paradigma “One Health”: le infezioni batteriche degli animali da allevamento, di quelli da affezione e degli umani vanno trattate in maniera integrata perché i ceppi resistenti che circolano nell’ambiente sono un pericolo per tutti” ha ribadito Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP

Alcuni passi sono già stati compiuti “sia a livello europeo, per esempio attraverso l’introduzione nel 2006 del divieto dell’uso di antibiotici come promotori della crescita, sia a livello nazionale con della ricetta elettronica veterinaria, ma il problema resta serio e va affrontato in maniera decisa”.

Per questo, oggi, giornata europea sull’uso a consapevole degli antibiotici e primo giorno della settimana mondiale degli antibiotici (18-24 novembre) vogliamo ricordare alcuni degli elementi chiave per preservare l’efficacia di questi farmaci fondamentali, attraverso l’utilizzo prudente e appropriato:

  • Misure di biosicurezza e benessere animale in allevamento al fine di contenere le infezioni provenienti dall’esterno e isolare i capi malati, garantendo spazi vitali e ambienti sicuri
  • Attività di sorveglianza per comprendere l’uso effettivo degli antibiotici
  • Vaccinazioni, laddove il vaccino esiste, per prevenire le malattie prima che insorgano

La prevenzione è il punto di partenza e la principale arma a nostra disposizione per sconfiggere una delle principali minacce per la salute del nostro unico pianeta” ha concluso il Presidente




World One Health Conference 2020, la partecipazione del gruppo ISS sulla One Health

Il gruppo ISS sulla One Health (OH-ISS) ha partecipato alla sesta World One Health Conference, che si è svolta online dal 30 ottobre al 3 novembre 2020.

Il gruppo ha partecipato  con contributi del Centro Nazionale per la Salute Globale (GLOB) e del Dipartimento Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria (SANV). In particolare, i ricercatori del GLOB, da anni impegnati su strategie di One Health atte a rafforzare i sistemi di sorveglianza e allerta precoce hanno partecipato attivamente ai lavori. Durante la sessione “Addressing zoonotic diseases at the animal-human-ecosystem interface: responding to threats”, con la presentazione “Integrating climate and environment public dataset in surveillance for early warning” e durante la sessione “COVID-19 Intervention strategies”, con il modulo formativo “Preparing to and fighting the Health Emergency from novel Coronavirus SARS-CoV-2”, sviluppato sulla base del modulo on-line messo a punto dal servizio formazione dell’ISS per gli operatori sanitari coinvolti nella pandemia di COVID-19 in Italia.

Infine, i ricercatori del SANV hanno dato il proprio contributo alla Conferenza nel contesto del One Health European Joint Programme – OHEJP, l’iniziativa del programma di ricerca europeo Horizon 2020 dedicata al trasferimento dall’innovazione tecnico-scientifica all’analisi del rischio nell’ambito della One Health, con particolare riguardo alle zoonosi alimentari, alla resistenza antimicrobica e ai rischi emergenti: l’ISS, tramite il SANV, è partner e coordinatore del WorkPackage 7 sull’ evoluzione futura della OHEJP.

Un resoconto dell’evento e i contributi dell’ISS sono pubblicati sul sito “Epicentro”




I rettili da carne: metodologie di ispezione sanitaria

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo “I rettili da carne: metodologie di ispezione sanitaria” di Valerio Giaccone, Maria Chiara Bovo, Aldo Costa, Alessandro Schiavon.

Il 14 dicembre 2019 sono entrati in vigore cinque Regolamen-ti unionali che disciplinano l’azione delle Autorità di Stato competenti in ambito di sicurezza degli alimenti per l’uomo. Tra le novità inserite da questi Regolamenti c’è anche il controllo ispettivo dei rettili da carne e delle relative carni da destinare a consumo umano. Per il veterinario igienista degli alimenti è una nuova piccola sfida da affrontare. I Regolamenti unionali n. 625/2019 e n. 627/2019 prevedono che il veterinario ufficiale è tenuto a condurre le visite ispettive ante e post mortem anche su alcuni rettili per destinarne le carni al consumo umano, se sane. Peccato che al momento i rettili non siano annoverati tra gli animali macellabili ai sensi del Regolamento CE n. 853/2004. Questa breve rassegna sintetizza gli aspetti tecnici e normativi connessi all’ispezione sanitaria dei rettili da carne.

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Studio ISS conferma: il decadimento del virus SARS-CoV-2 è sensibile alla temperatura

issIl decadimento del virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia COVID-19, è sensibile all’aumento della temperatura ambientale, come dimostrato per altri virus. E’ quanto ha potuto osservare un team di ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità in uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Microbiologi and Infection dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases.

Gli esperimenti condotti in vitro hanno dimostrato che innalzando la temperatura fino a 28°C, la temperatura massima prevista per il mese di giugno, la carica virale subisce un drastico decadimento entro le prime 24 ore dall’emissione di droplet infette, mentre per raggiungere gli stessi livelli di decadimento alla temperatura di 20-25°C (temperatura ambiente) sono necessari tre giorni.

“I nostri dati aiutano a spiegare il perché le condizioni ambientali estive più sfavorevoli per il virus ne abbiano rallentando la diffusione e il contagio – spiega il virologo Fabio Magurano che ha coordinato lo studio – Al contrario l’abbassamento delle temperature permette al virus di resistere di più e nel contempo giustifica una maggiore capacità delle goccioline respiratorie di persistere e diffondersi nell’ambiente, favorendo la diffusione del virus e il contagio”.

Fonte: ISS




SARS-CoV-2 e le sue “pericolose” relazioni col colesterolo

In un recentissimo articolo a firma di Congwen Wei e collaboratori, apparso sulla rivista “Nature Metabolism”, è stato descritto per la prima volta un intrigante legame fra SARS-CoV-2 – il betacoronavirus responsabile della CoViD-19 – ed il colesterolo o, per meglio dire, fra il virus e le “lipoproteine ad alta densità” (il cui acronimo, “HDL”, è sinonimo di colesterolo “buono”, diversamente dalle “LDL”, che stanno invece a indicare il colesterolo “cattivo”).

Ne parla il Prof. Giovanni Di Guardo, Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facolta’ di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Teramo, in una lettera al Direttore pubblicata su Quotidiano Sanità

A queste notizie, non del tutto rassicuranti, fa da “alter ego” – per nostra fortuna e, nondimeno, per correttezza d’informazione – la possibilità che la duplice caratterizzazione di questo peculiare meccanismo di trasporto ematico di SARS-CoV-2 e di un nuovo, ulteriore recettore virale (SR-B1) possa tradursi, in un prossimo futuro, nella messa a punto di uno o più protocolli terapeutici che prendano specificamente di mira la complessa interazione tra virus, colesterolo e HDL.

afferma Di Guardo




Varianti SARS-Cov-2 nel visone, i documenti ECDC, OMS e Oie

A seguito della segnalazione di 214 casi di persone infettate dalle varianti della SARS-CoV-2 in alcuni visoni da parte della Danimarca, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha pubblicato la “valutazione rapida dei rischi per la salute umana derivanti dalle nuove varianti della SARS-CoV-2 nel visone” (in inglese) a cui hanno partecipato anche gli specialisti dell’EFSA. IL documento contiene una serie di raccomandazioni volte a proteggere la salute pubblica.

Nikolaus Kriz, resposabile dell’unità EFSA di “Salute animale e vegetale”, ha dichiarato: “Mentre il rischio di diffusione transfrontaliera di queste varianti della SARS-CoV-2 tramite gli animali e i loro prodotti è molto basso, è importante che le persone evitino il contatto ravvicinato con i visoni allevati. Sono dunque necessarie misure supplementari di sorveglianza per limitare un’ulteriore diffusione“.

Comunicato OMS (in inglese)

Dichiarazione OIE (in inglese)

L’Oie ha inoltre pubblicato una bozza di linee guida per gli operatori che lavorano in allevamenti di specie suscettibili a SARS-CoV-2 (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Selvatici, la statistica ASAPS degli incidenti sulle strade

cinghialiL’osservatorio Asaps sugli incidenti con animali pubblica i dati relativi ai primi 7 mesi del 2020: sono stati registrati  86  incidenti stradali gravi (vengono considerati solo quelli con persone ferite o decedute) dovuti ad animali selvatici che hanno causato 5 morti e 111 feriti (nonostante i due mesi di lockdown).

83 incidenti sono avvenuti lungo la rete ordinaria (statali e provinciali) e 3 nelle autostrade e extraurbane principali.

72 impatti sono avvenuto con un animale selvatico e 14 con uno domestico. ù

62 incidenti sono avvenuti di giorno e 24 di notte.
In questi primi 7 mesi il maggior numero di incidenti gravi con animali si è verificato in Piemonte con 10 sinistri, l’Emilia Romagna con 9, Abruzzo 8, Liguria, Marche e Sardegna con 7, Lombardia 5.

Nel 2019 l’Osservatorio ASAPS ha registrato 164 incidenti significativi col coinvolgimento di animali, (148 gli eventi nel 2018 +11%) nei quali 15 persone sono morte (11 nel 2018 +36%) e 221 sono rimaste seriamente ferite (189 nel 2018 +17%).

In 141 casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico e in 23 con un animale domestico. 131 incidenti sono avvenuti di giorno e 33 di notte. 162 incidenti sono avvenuti sulla rete ordinaria e 2 nelle autostrade e extraurbane principali.
In 131 casi il veicolo impattante contro l’animale è stato una autovettura, in 41 casi un motociclo, in 3 incidenti l’impatto è avvenuto contro autocarri o pullman e in 6 incidenti convolti dei velocipedi.

Il totale è superiore al numero degli eventi perché in alcuni sinistri sono rimasti coinvolti veicoli diversi.

Al primo posto negli incidenti gravi con investimenti di animali la Lombardia con 20 sinistri, seguono la Campania con 17, l’Abruzzo con 16, il Lazio con 14, le Marche con 12, la Toscana con 10, il Veneto e la Sardegna con 9, l’Emilia Romagna e il Piemonte con 8, Liguria, Puglia e Sicilia con 7, Calabria con 6, Friuli Venezia Giulia con 5.

Ultimamente si è parlato molto di incidenti stradali che vedono coinvolti i cighiali, a tal proposito proponiamo la lettura dell’articolo Cinghiali, problema europeo. La statistica degli incidenti sulle strade dell’associazione ASAPS




Scuola di formazione sul futuro della sicurezza della carne

Da 3 al 5 febbraio 2021 si svolgerà in modalità remoto la ‘Scuola di formazione sul futuro della sicurezza della carne” -Training school on future meat safety’ organizzata nell’ambito del progetto COST Action RIBMINS, Gruppo di Lavoro 4 (WG4).

La partecipazione è gratuita. Per consentire a tutti i paesi dell’UE di inviare propri partecipanti, il Punto di Contato Nazionale (PCN) di ogni paese stilerà un elenco di max tre nominativi che verranno inviati al. Dott. Ole Alvseike, chair del WG4.

Per l’Italia il PCN di RIBMINS è rappresentato dal dott. Ferri Maurizio, che provvederà a selezionare i tre candidati tra tutte le domande pervenute entro il 15 dicembre 2020 a: ferrim282@gmail.com e segreteria@veterinariapreventiva.it

Criteri per l’ammissione
I candidati devono soddisfare i seguenti criteri:

  • essere preferibilmente all’inizio della carriera;
  • essere veterinari laureati: disponibili a sostenere la mole di lavoro richiesta per la partecipazione come frequenza, relazioni, lavori di gruppo, test.

Alcuni esempi di candidati comprendono: residenti ECVPH, studenti PhD o di corsi di specializzazione post-laurea, colleghi che già lavorano in progetti simili, con esperienze di lavoro nell’industria delle carni o con incarichi ufficiali svolti per conto dell’Autorità Competente. Nel casi di più di un candidato, entrambi i sessi dovranno essere rappresentati nell’elenco.

Invio domanda
Ciascun candidato scelto (max 3) tra coloro che avranno fatto richiesta di partecipazione entro la data suindicata, avrà cura di compilare il modulo di domanda predisposto con allegato un breve CV (non più di una pagina). Il PCN invierà i nominativi dei tre candidati selezionati al dott. Ole Alvseike entro il 1° Gennaio 2021.

I candidati verranno informati dei risultati della selezione entro l’8 Gennaio 2021.

Scarica il programma




Coronavirus e visoni

Con una lettera al Direttore di Quotididiano Sanità il Prof. Giovanni Di Guardo, Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia  Veterinaria presso l’Universita’ di Teramo – Facolta’ di Medicina Veterinaria, affronta la possibilità che i visoni, oltre ad esser naturalmente suscettibili nei riguardi dell’infezione da SARS-CoV-2, siano in grado di ritrasmettere il virus all’uomo e le preoccupazioni conseguenti alla mutazione del virus avvenuta in questi mustelidi anche per la protezione conferita dai futuri vaccini anti-SARS-CoV-2/CoViD-19 nei riguardi di tale variante virale.

“Mentre si rimarca la necessità e la cogenza di ricerche “ad hoc”, da un lato, andrebbe parimenti sottolineato, dall’altro, che SARS-CoV-2 – il settimo coronavirus noto nella nostra specie – avrebbe, da un punto di vista strettamente “evolutivo e conservazionistico” (dove gli aggettivi “evolutivo” e “conservazionistico” vanno intesi come specificamente riferiti all’agente virale, non a noi!), scarso interesse ad infettare “nuovi” animali, allorquando il “salto di specie” dallo stesso compiuto, “illo tempore”, dal pipistrello all’uomo (passando probabilmente attraverso una specie “intermedia”, non ancora identificata a tutt’oggi), lo ha messo in condizione di infettare, potenzialmente, ben 8 miliardi di persone, un vero e proprio “bingo”!”

afferma il Prof. Di Guardo.