Di Guardo: usiamo troppi antibiotici, ci saranno conseguenze

AntibioticoresistenzaSecondo un recente rapporto dell’OMS, nonostante il 15% dei pazienti con forme lievi o medio-gravi di Covid-19 necessiti della loro somministrazione, gli antibiotici sarebbero stati assunti dai tre quarti di essi, andando inevitabilmente ad alimentare l’antibiotico resistenza.

Ne parla, in un lettera pubblicata da Il Corriere della Sera, il Prof. Giovanni Di Guardo, già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo.

Andando avanti di questo passo, è probabile che buona parte, se non addirittura l’intero arsenale dei farmaci attualmente disponibili per combattere le infezioni batteriche, annovererà al proprio interno, di qui a breve, solo armi spuntate!

Afferma Di Guardo.




Code di Casa, SIMeVeP sostiene la campagna del Ministero della Salute sugli animali d’affezione

La SIMeVeP sostiene la campagna integrata di comunicazione del Ministero della Salute “Code di Casa”, volta a sensibilizzare la popolazione sul possesso responsabile degli animali d’affezione, sull’importanza dell’adozione, e sull’abbandono, anche al fine di contrastare il  fenomeno del randagismo. Ad oggi si calcolano circa 11.800.000 cani e 641.000 gatti di proprietà iscritti all’anagrafe nazionale animali d’affezione.

I dati forniti dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero della salute evidenziano che per l’anno 2019 sono stati registrati 86.982 ingressi di cani nei canili sanitari e 45.695 ingressi nei rifugi. In merito alla sterilizzazione, identificazione e registrazione degli animali d’affezione all’anagrafe, strumenti fondamentali per combattere il fenomeno del randagismo, si registrano forti disparità fra le Regioni italiane, in particolare maggiori criticità in tal senso si riscontrano in Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna ed in alcune province della Campania.

Obiettivi della campagna

  •  Promuovere l’adozione consapevole degli animali di affezione, incentivando il più possibile l’adozione nei canili e nei gattili.
  • Diffondere la cultura del possesso responsabile, ovvero informare proprietari e futuri proprietari sia sui comportamenti da seguire che sugli obblighi di legge (microchip, registrazione all’anagrafe, raccolta deiezioni, danni a persone e cose, ecc.).
  • Invitare i proprietari dei cani a partecipare ai percorsi formativi in modo da facilitare la gestione del proprio animale d’affezione e garantirne il benessere.
  • Contrastare l’abbandono degli animali d’affezione (che costituisce anche reato previsto dal codice penale) e incentivare la pratica della sterilizzazione.
  • Evidenziare i benefici che un cane e un gatto possono portare e raccontare tutte le qualità per le quali in casa sono capaci di arricchirti la vita.

Gli obiettivi e la declinazione della campagna sono stati condivisi con la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Veterinari Italiani (FNOVI), l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) e con le principali associazioni che a livello nazionale si occupano della difesa degli animali (quali LAV, OIPA, LEIDAA, LNDC).

 

5 PUNTI DA SEGUIRE PRIMA, DURANTE E DOPO L’ADOZIONE

code di casaAdottare nei canili e gattili

Nei canili e nei gattili d’Italia ci sono tanti animali che meritano di dare e ricevere affetto. Scegliere di adottare con consapevolezza e responsabilità un animale vuol dire trovare un compagno per la vita con cui condividere tempo ed esperienze.

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code di casaLa scelta dell’animale

La scelta di convivere con un animale deve essere guidata da consapevolezza e responsabilità e non dettata da un’onda emotiva o da mere questioni estetiche. È importante valutare quale animale potrà interagire meglio con te e la tua famiglia e quanto tempo dovrai dedicargli.

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code di casaEssere responsabili

Cani e gatti sono fonte di grande amore e richiedono tempo e cura. Bisogna, infatti, tener conto anche delle loro esigenze ed essere consapevoli che vivere con un cane o un gatto comporta impegni e obblighi. Prima di tutto il microchip e l’iscrizione all’anagrafe, obbligatoria per i cani e consigliata per i gatti. Poi le vaccinazioni, che tengono i nostri amici lontani dai problemi di salute, così come le visite periodiche dal veterinario. Ricordati che sei sempre responsabile legalmente del tuo animale, sia per gli eventuali danni provocati a terzi, sia per la raccolta dei suoi bisogni.

SCOPRI DI PIÙ SULL’ESSERE RESPONSABILEcode di casa

code di casaNon abbandonare

L’abbandono di un animale, oltre ad essere un gesto disumano che provoca sofferenza in chi lo subisce, è anche un reato ai sensi dell’articolo 727 del codice penale. Inoltre, alimenta il fenomeno del randagismo: in Italia ci sono più di 130.000 cani nei canili in attesa di una famiglia. Non bisogna dimenticare che il randagismo si può prevenire anche con la sterilizzazione, intesa come controllo delle nascite.

SCOPRI DI PIÙ SULL’ABBANDONOcode di casa

code di casaFare formazione

Per migliorare la convivenza con il tuo animale e per conoscerlo meglio puoi seguire uno dei corsi di formazione organizzati da soggetti autorizzati, quali Comuni, ASL, veterinari e associazioni. Informati se sono attivi nella tua città.

SCOPRI DI PIÙ SULLA FORMAZIONEcode di casa

Vedi anche:



Assemblea 2020

Si è svolta il 16 dicembre 2020 in video conferenza una partecipata Assemblea straordinaria dei soci SIMeVeP convocata per proseguire il confronto avviato in occasione dell’approvazione del bilancio e per il rinnovo delle cariche statutarie.

Il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice ha aperto il confronto con una panoramica sul’attività svolta negli ultimi 4 anni, che, attraverso i servizi agli iscritti, la formazione erogata, le pubblicazioni (la rivista Argomenti e i Quaderni di veterinaria preventiva in particolare), i convegni organizzati su temi che restano di grande attualità anche in tempi di COVID-19 – come l’approccio One Health,  l’antibioticoresistenza e la lotta allo spreco alimentare – ha contribuito notevolmente a far conoscere il ruolo e le attività dei veterinari di Sanità Pubblica anche all’esterno della categoria.

“E’ stata una cavalcata straordinaria, ricca di soddisfazioni professionali e umane, che ci dà lo stimolo per proseguire nell’impegno e il contributo che la SIMeVeP può e deve dare ai colleghi che operano sul territorio

ha affermato il Presidente.

Il Vice presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, sottolineando le enormi potenzialità della categoria e della SIMeVeP ha rimarcato l’importanza di ampliare le iniziative che permettano di far emergere in maniera efficace il lavoro svolto nella quotidianità, che spesso rimane oscurato da eventi che catturano il brusio mediatico, dando maggior evidenza al ruolo della prevenzione veterinaria e alla figura dei veterinari di medicina pubblica come facilitatori,  e non semplici controllori, a sostegno degli operatori del settore agro-zootecnico-alimentare.

Il Coordinatore scientifico SIMeVeP, Maurizio Ferri, ha evidenziato che l’impegno della SIMeVeP nell’ultimo anno si è concentrato sulla  pandemia COVID-19 che, in quanto zoonosi, coinvolge direttamente la veterinaria. Attraverso numerose pubblicazioni la SIMeVeP ha ribadito più volte che l’esperienza acquisita sul campo nelle attività di sorveglianza epidemiologica dei virus patogeni, nella sorveglianza degli animali selvatici e  nella definizione di strategie di campionamento per la sorveglianza delle epidemie animali possono essere adattate pienamente alla sanità pubblica, proprio nell’ottica One Health che richiama alla collaborazione multi e interdisciplinare. Ottica One Health che per essere pienamente realizzata ha bisogno di maggiore operatività, maggiore comunicazione e maggiore presenza nei programmi di formazione non solo a livello accademico, ma anche nell’istruzione primaria.

Il Presidente Onorario SIMeVeP, Aldo Grasselli, a fronte di una generale mancanza capacità di elaborare posizioni comuni  e visioni sul futuro in favore di divergenze che minano la credibilità del sistema, ha sostenuto la necessità di acquisire solidità come categoria e come Società Scientifica costruendo esperienza e relazioni costruttive con l’esterno.

“Abbiamo molto da imparare anche dalle distorsioni emerse della situazione contingente. Non tanto in termini di contenuti, quanto in tema di metodologie che ci consentano intervenire in tempo utile  e di affrontare con preparazione future emergenze. Questo è l’aspetto su cui la SIMeVeP deve mettere il proprio impegno maggiore”

ha concluso Grasselli

All’Assemblea sono intervenuti diversi componenti del Comitato Scientifico SIMeVeP:

Umberto Agrimi, Direttore Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Istituto Superiore di Sanità, Prof. Beniamino Cenci Goga, Docente Dipartimento Medicina Veterinaria Università di Perugia, Dott. Stefano D’Amelio Docente Facoltà di Farmacia e Medicina – Università La Sapienza di Roma, Dott.ssa Paola Fossati Docente Facoltà di Medicina Veterinaria – Università di Milano,
Prof. Giovanni Normanno Docente Facoltà di Agraria – Università di Foggia, Prof. Fabio Ostanello Docente Facoltà di Medicina Veterinaria – Università di Bologna, Prof. Antonello Paparella Docente Facoltà di Agraria – Università di Teramo, Prof. Orlando Paciello Docente Università di Napoli.

Due temi ricorrenti, e per alcuni aspetti connessi tra loro, negli interventi dei componenti del Comitato scientifico: la mancata compiutezza dell’approccio One Health – dovuta anche a una mancata governance per cui si assiste ancora alla compartimentalizzazione a discapito di una collaborazione che non va intesa come prevaricazione delle competenze – per la quale sarebbe necessaria trasversalità anche nella formazione  e la formazione universitaria e post universitaria in Medicina Veterinaria, i cui studenti appaiono sempre meno interessati  ai temi di sanità pubblica veterinaria, anche a causa dei criteri di orientamento e accesso.

Sono poi intervenuti i referenti dei gruppi di lavoro SIMeVeP che hanno riportato l’esperienza fatta in questi anni nei vari ambiti e affrontato le prospettive future.

Nelle conclusioni il Presidente ha espresso la disponibilità della SIMeVeP a sostenere le varie proposte emerse e l’impegno trasversale a contribuire alla convergenza delle energie e le forze in campo sull’obiettivo comune della salute pubblica.

Infine l’Assemblea, in accordo con il Consiglio Direttivo, valutato il protrarsi della criticità della epidemia Covid-19 e considerata l’impossibilità di effettuare in sicurezza sino al termine dell’emergenza una Assemblea dei soci in presenza, ha deliberato una moratoria che ha  confermato le attuali cariche statutarie nazionali.

L’Assemblea Nazionale SIMeVeP, d’intesa con il Consiglio Direttivo, valuterà costantemente la situazione e deciderà per tempo il momento opportuno per avviare e provvedere alle ordinarie procedure elettorali.

 

 

 




Webinar sul regolamento (UE) 2017/625

Si svolgerà il 14 dicembre 2020, dalle 10:30 alle 12:00 il webinar Controlli ufficiali, il regolamento (UE) 2017/625 ad un anno dall’applicazione” organizzato da PVI Pointvet a cui gli iscritti SIVeMP e SIMeVeP possono accedere, con uno sconto del 50%, per un costo di 15 € + IVA.

Relatore: Dott. Silvio Borrello, già direttore della Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute

Il regolamento (UE) 2017/625, entrato in applicazione lo scorso 14 dicembre, ha abrogato il precedente regolamento (UE) 882/2004 ed altri atti normativi relativamente al controllo ufficiale per le verifiche dell’attuazione delle norme comunitarie in materia di alimenti, mangimi, sanità e benessere animale nonché sulla salute delle piante. La legge 4 ottobre 2019, n. 117, di delegazione europea 2018, al suo articolo 12 ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi dall’entrata in applicazione del regolamento, i decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale a quanto previsto dal regolamento stesso, che saranno analizzati nel corso del webinar.

Nello specifico, il webinar tratterà dei quattro decreti legislativi ad oggi approvati in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri e riguardanti:

  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, lettere a), b), c), d) della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli ufficiali sugli animali e le merci provenienti dagli Stati membri dell’Unione e delle connesse competenze degli uffici veterinari per gli adempimenti comunitari del Ministero della Salute in attuazione della delega contenuta nell’articolo 12, comma 3, lettere f) e i), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, comma 3, lettera g), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli sanitari ufficiali sugli animali e sulle merci che entrano nell’Unione e istituzione dei posti di controllo frontalieri del Ministero della Salute

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Lo Spreco alimentare: tra COVID e problemi sociali a Milano

Il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, parteciperà in qualità di relatore al webinar “Lo Spreco alimentare: tra COVID e problemi sociali a Milano” che si terrà online giovedì 18 Febbraio alle ore 21,00 organizzato dall’Associazione Libertà in Testa.

E’ possibile seguire l’evento in diretta facebook sulla pagina dell’associazione

 




CoViD-19, influenza e morbillo, una salvifica alleanza fra vaccini

A pochi giorni dall’avvio della campagna vaccinale in Italia, che dovrebbe auspicabilmente portare all’immunità di gregge nei confronti di  SARS-CoV-2 entro al fine del 2021, il Prof. Giovanni Di Guardo, Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facolta’ di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Teramo, con  una lettera al Direttore pubblicata su Quotidiano Sanità, invita a riflettere sulla contestuale importanza della vaccinazione anti-influenzale “di massa” e dei grandi benefici conferiti dalla vaccinazione di massa nei confronti del morbillo.

Recentemente sulle pagine della prestigiosa Rivista Science, è stato descritto il meccanismo patogenetico attraverso il quale il virus del morbillo sarebbe capace d’indurre una singolare condizione di “amnesia immunitaria” nei pazienti infetti. Ciò equivale a dire che il sistema immunitario di un individuo che dovesse sviluppare il morbillo “si dimenticherà”, per così dire, di tutti gli agenti biologici, virali e non, che quello stesso soggetto dovesse avere “incontrato” in precedenza a seguito di un’infezione naturale, così come pure a seguito di una vaccinazione.

Conclude Di Guardo

“Proviamo ad immaginare, per un solo istante, quale “catastrofe” potrebbe avere origine dal “ritorno” del morbillo in un contesto d’immunità di gregge già acquisita dalla popolazione generale nei confronti della CoViD-19, ragion per cui mai e poi mai dismettere, senza la benché minima esitazione, le campagne di vaccinazione di massa nei confronti del virus del morbillo!”




I Veterinari, la pandemia COVID-19 e i vaccini

vaccinoDi Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico Società Italiana di Medicina veterinaria preventiva (SIMeVeP)

SIMEVEP: In un’ottica One Health è quanto più necessaria una collaborazione interprofessionale tra la medicina veterinaria e quella umana. L’esperienza sul campo e la ricerca veterinaria su virus patogeni nei selvatici con potenziale epidemico o pandemico possono contribuire alla messa a punto di vaccini e di strategie di controllo della pandemia COVID-19 e di prevenzione di quelle future

La pandemia COVID-19  ha fatto emergere una interrelazione stretta tra la salute delle persone, la sanità animale e la protezione dell’ambiente.  Questo scenario,  non nuovo se si considerano la passate pandemie SARS (2002),  HIN1 (2009) e MERS (2012) deve richiamare i Governi e le istituzioni sanitarie ad un impegno preciso ed inderogabile:  declinare con forza  e consapevolezza le azioni di prevenzione e controllo delle infezioni secondo una visione olistica-globale che attiene il concetto One Health.  Lo sforzo da compiere,  a cui siamo chiamati tutti,  in primis i decisori è di lavorare per trovare una convergenza delle professionalità che operano in settori diversi della sanità pubblica,  ma che condividono gli stessi interessi ed obiettivi sanitari,   ed inserire  le emergenze sanitarie all’interno di un sistema molto più ampio per assicurare interventi di prevenzione e controllo efficaci e sostenibili.   Per garantire l’efficacia dei piani pandemici e la loro coerenza con l’approccio One Health,  occorre abbattere gli steccati tra le professioni e sviluppare sinergie ed integrazioni metodologiche tra la medicina veterinaria e quello umana,  al netto del contributo altrettanto essenziale di altre figure professionali come sociologi, ingegneri, antropologi,  esperti ambientali,  economisti.

I piani pandemici devono prevedere opportuni  e sempre aggiornati programmi di sorveglianza integrata finalizzati al rilevamento di segnali spill-over in contesti eco-ambientali con stretta interfaccia animale-umana e con potenziale epidemico o pandemico,  oltre che assicurare una più ampia mobilizzazione delle competenze veterinarie (epidemiologi, virologi)  all’interno delle task force nazionali.  Detti piani devono inoltre far proprio un modello simile a quello militare,  in cui le operazioni,  comprensive delle esercitazioni annuali di simulazione di epidemie,  vengono realizzate  già in tempi di pace,  sostenute da strumenti e dalla definizione di ruoli specifici all’interno di una piano strategico che consenta di essere sapere quando e come rispondere, ed essere più preparati a contrastare le future pandemie.  In sostanza si tratta di un guerra tra noi ed il virus!  Per tradurre ciò su scala nazionale è imperativo che la politica assicuri capitoli di finanziamenti ad hoc per la prevenzione e gestione delle ‘emergenze pandemiche,’ sotto la guida delle istituzioni sanitarie.

I veterinari e la sorveglianza epidemiologica.

La professione veterinaria parte già con un forte accento One Health  in virtù delle esperienze fatte sul terreno della sorveglianza  delle infezioni negli animali che si trasmettono alle persone  (es. zoonosi come Salmonella e Campylobacter) per la loro prevenzione e controllo,  gestione delle passate epidemie animali e costruzione di vaccini.  Questo bagaglio professionale va sostenuto perché è funzionale alla gestione della pandemia COVID-19 e di quelle future.  Un esempio eccellente della sorveglianza  in chiave One-Health  è il  piano nazionale di preparazione e risposta all’infezione West Nile,  che colpisce i cavalli,  si trasmette all’uomo ed è endemica in alcune regioni italiane,  principalmente nelle province del Nord situate nel bacino del Po.  Dal 2018 nel nostro paese sono stati notificati oltre 247 casi umani autoctoni di malattia neuro-invasiva da West Nile.  L’applicazione del piano  ha permesso ai veterinari di rilevare la circolazione virale nei vettori (zanzare del genere Culex) nove giorni prima dell’insorgenza dei sintomi del primo caso umano confermato.  Ciò ha consentito di attivare risposte tempestive sia per il controllo vettoriale, sia per l’applicazione in medicina umana delle misure di sicurezza nelle donazioni del sangue e trapianti e per prevenire la trasmissione dell’infezione umana.

I veterinari ed i vaccini

La narrativa sui primi vaccini nella storia dell’umanità si intrecciano con gli animali e veterinari. Già il termine vaccino,  nel senso etimologico di bovino,  designava il vaiolo dei bovini (cowpox)  o vaiolo vaccino.  Ad Edward Jenner si deve nel 1796 il  vaccino contro la variante umana (smallpox) del virus del vaiolo.  Il medico e naturalista britannico,  osservò che i contadini contagiati dal vaiolo bovino una volta superata la malattia,  non si ammalavano della sua variante di gran lunga più grave.  L’inoculazione di materiale purulento da una donna ammalata di cowpox al braccio di un ragazzo di otto anni lo rese immune e prevenne la malattia.  Da allora il vaiolo vaccino ha permesso di debellare a livello mondiale la malattia.  Successivamente,  nel 1880,  Louis Pasteur dimostrò l’applicabilità dello stesso principio,  utilizzando colture di germi responsabili del colera dei polli che conferivano resistenza contro le infezioni batteriche nell’uomo e chiamò vaccino la coltura batterica.

Oggi, in un’ottica One Health si colloca la creazione di vaccini animali contro alcune zoonosi.  Mi piace citare la ricerca sui virus del papilloma nei conigli e bovini che ha contribuito allo sviluppo del vaccino contro il papillomavirus umano somministrato alle ragazze per prevenire il cancro cervicale.  Riguardo invece ai coronavirus,  la veterinaria  da decenni studia le relative infezioni  animali  (cani,  gatti ed animali  da allevamento) ed ha messo a punto vaccini efficaci per prevenirle.  I veterinari sanno che i coronavirus isolati per lo sviluppo di vaccini contro alcune infezioni animali sono rimasti in gran parte invariati per decenni,  il che suggerisce un basso tasso di mutazione rispetto ad altri virus come l’influenza,  che  al contrario richiedono vaccini stagionali contro gli ultimi ceppi circolanti.  Forse ciò può costituire una lezione preziosa per lo studio dei vaccini contro il coronavirus?  In  sostanza  le tecnologie esistenti ed il relativo know-how  non necessitano di essere inventati dal nulla.   E questo ci conduce ad un esempio eccellente dell’approccio One Health per la costruzione di vaccini,  che consente alle diverse discipline di ricerca di collaborare per fornire soluzioni che giovino contemporaneamente agli animali,  alle persone e agli ecosistemi.   Ed è  il nuovo vaccino contro la Febbre della Valle del Rift (FVR),  denominato ChAdOx1,  sviluppato dal  Jenner Institute  presso l’Università di Oxford e la cui l’efficacia protettiva è stata confermata dai ricercatori del Pirbright Institute nel Regno Unito. La FVR è un’infezione che colpisce i ruminanti  e si trasmette all’uomo attraverso il contatto con animali infetti e relativi tessuti contaminati,  oltre che con la puntura di zanzare infette.   L’infezione umana può condurre a cecità,  encefalite e febbre emorragica,  ed ad oggi non esistono vaccini umani.   La tecnologia ChAdOx1 si basa sull’utilizzo di un vettore costituito da un adenovirus della scimmia non replicante integrato con i geni che codificano alcune glicoproteine dell’envelope virale responsabili della risposta immunitaria.   Oltre che per la FVR,  il vaccino vettoriale ChAdOx1 viene attualmente sperimentato per le infezioni virali umane MERS, Chikungunya   e  Nipha   che riconoscono tutte un serbatoio animale.   La stessa tecnologia ChAdOx1 è stata impiegata sempre dal Jenner Institute in collaborazione con la casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca per lo sviluppo del vaccino umano vettoriale ChAdOx1 nCov-19 contenente il materiale genetico della proteina Spike del virus SARS-CoV-2,  attualmente in attesa di essere autorizzato dall’European Medicines Agency (EMA).

Il contributo è stato pubblicato da Quotidiano Sanità




Il cimurro delle volpi nelle Valli lombarde e in Romagna

volpeIl cimurro (CD) è una malattia mortale e altamente contagiosa dei carnivori selvatici e domestici. Nel territorio alpino, negli ultimi decenni, si sono verificati diversi focolai all’interno di popolazioni selvatiche. Il virus del cimurro si è ripresentato con particolare virulenza negli ultimi anni nelle valli lombarde determinando la morte di parecchie volpi e di altre specie come tassi e faine. Il cimurro è presente oramai da qualche anno nelle valli lombarde ormai popolate da numerose volpi; il virus, presente sotto forma di due varianti provenienti rispettivamente dal nord Europa e dalle zone alpine dell’ Italia orientale si è progressivamente diffuso nelle Alpi Lombarde interessando la provincia di Bergamo e Brescia, di Sondrio e quindi di Varese/Como. Negli ultimi giorni, ad ulteriore conferma di presenza di questa malattia in forma endemica, sono state conferite alla Unità Territoriale di Binago numerose volpi morte e di esse 5 sono risultate positive per il virus del cimurro. Un ulteriore segnale questo che la malattia ha raggiunto una notevole diffusione ed espansione sud-occidentale negli animali selvatici e segnatamente nella volpe che è la specie più rappresentata in termini di densità di popolazione, ma anche in altri selvatici come il tasso e la faina.

I ricercatori del Reparto Virologia dell’IZSLER con i colleghi delle Sedi territoriali di Bergamo, Brescia, Sondrio e Varese hanno seguito l’andamento epidemiologico della malattia negli anni dal 2018 al 2020 e descritto le caratteristiche del virus circolante in Lombardia in una pubblicazione open source dal titolo: Canine distemper outbreaks in wild carnivores in Northern Italy pubblicata sulla rivista Viruses (https://doi.org/10.3390/v13010099).

Una situazione molto simile si è verificata nelle colline della Romagna attorno a San Marino, da dove sono state conferite alla Sede Territoriale di Forlì dell’IZSLER dall’ambulatorio del CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici) 4 volpi morte con segni di chiari di cimurro, confermato successivamente dalle analisi di laboratorio. I materiali sono stati inviati dalla Virologia della Sede Centrale dove sono in corso di valutazione per confrontare i ceppi con gli altri isolati.

Il virus del cimurro, pur imparentato con il virus del morbillo, non infetta l’uomo, ma è tipico dei carnivori selvatici, come la volpe, e domestici, tra cui cane, furetto ed visone che possono contrarre una malattia, spesso mortale, che si manifesta con febbre, segni di difficoltà respiratoria, vomito, diarrea ed con sintomatologia nervosa.

Da un punto di vista epidemiologico il ciclo silvestre e urbano si possono sovrapporre; infatti, i cani possono contrarre la malattia sia a seguito di contatto con carcasse di animali morti che con le feci di animali ammalati. La vaccinazione del cane è estremamente efficace nel prevenire la malattia ed è pertanto indispensabile che i cani siano vaccinati e richiamati periodicamente, in modo particolare gli ausiliari e quelli che frequentano zone all’aperto dove possono essere transitate anche le volpi.

Fonte: IZS LER




SARS-COV-2: la variante nel visone e possibili mutazioni

Maurizio Ferri, Coordinatore sceintifico SIMeVeP, analizza in un contributo in inglese, la variante di SARS-COV-2 nel visone ed altre varianti che potrebbero minacciare l’efficacia degli attuali vaccini.

Una stretta collaborazione tra le autorità di sanità pubblica e quelle di sanità animale nell’ambito dell’approccio “One Health” è fondamentale per l’individuazione precoce dei focolai di infezione da SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni e dei casi umani correlati agli allevamenti di visoni, al fine di consentire misure tempestive di risposta e controllo. Per ridurre il rischio posto alla sanità pubblica dalla variante le autorità nazionali dovrebbero mettere in atto una serie di misure destinate agli allevamenti di visoni, agli operatori che vi lavorano e alle co munità che vi sono in contatto.

 




Registrazioni dei Webinar su esportazioni e Reg. 625/2017 in promozione per gli iscritti

Sono disponibili per l’acquisto le registrazioni dei webinar “Esportare prodotti di origine animale verso Paesi terzi” e “Controlli ufficiali, il regolamento (UE) 2017/625 ad un anno dall’applicazione” che si sono tenuti il 3 novembre e il 14 dicembre 2020.

Il costo, riservato agli iscritti SIVeMP e SIMeVeP, è di 8,00 € per ogni acquisto.

La registrazione acquistata sarà disponibile per la visione, anche ripetuta, direttamente sul portale Pointvet.

Esportare prodotti di origine animale verso Paesi terzi

L’importanza dell’export di prodotti alimentari verso Paesi terzi è ben presente a tutti gli attori delle diverse filiere.
Nel contesto di un mercato nazionale sostanzialmente ‘‘maturo’’, l’accesso a nuovi mercati costituisce una condizione imprescindibile di sviluppo per il nostro Paese.
La celebrata qualità dei nostri prodotti e il rispetto delle pertinenti normative dell’Unione Europea non sono peraltro condizioni sufficienti per assicurare i flussi commerciali verso i Paesi extra comunitari.
Le barriere doganali, considerate di ostacolo allo sviluppo del commercio internazionale, sono state, infatti, spesso sostituite da barriere sanitarie, altrettanto efficaci nel ‘‘proteggere’’ le produzioni nazionali.
La conoscenza dei requisiti sanitari stabiliti dai Paesi destinatari e il loro rispetto costituisce, quindi, una condizione imprescindibile al fine di garantire il successo delle nostre esportazioni.

Obiettivo del webinar è introdurre alla conoscenza dei principali requisiti igienico-sanitari che possono ostacolare le nostre esportazioni, soprattutto di prodotti di origine animale

Temi trattati

  • Export e sicurezza alimentare: modelli a confronto
  • Requisiti igienico-sanitari comunitari e dei Paesi terzi
  • Fonti internazionali: il Codex Alimentarius
  • Un unico modello di Haccp e di Ssop o più modelli?

Relatore: dott. Filippo Castoldi

Medico Veterinario, specialista in Igiene degli Alimenti di Origine animale, si occupa da più di vent’anni delle problematiche legate alle esportazioni verso i Paesi terzi. In quest’ambito, collabora con il Ministero della Salute, partecipa alla stesura dei documenti nazionali di indirizzo a supporto dell’attività delle aziende alimentari interessate a esportare e delle autorità di controllo che ne devono certificare la conformità ai requisiti dei diversi Paesi di sbocco, partecipa all’organizzazione e allo svolgimento delle missioni delle delegazioni ispettive condotte in Italia dai Paesi terzi, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti igienico-sanitari necessari per l’esportazione dei nostri prodotti alimentari, svolge attività di formazione nel settore a livello nazionale.

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Controlli ufficiali, il regolamento (UE) 2017/625 ad un anno dall’applicazione

Il regolamento (UE) 2017/625, entrato in applicazione lo scorso 14 dicembre, ha abrogato il regolamento (UE) 882/2004 ed altri atti normativi relativamente al controllo ufficiale per le verifiche dell’attuazione delle norme comunitarie in materia di alimenti, mangimi, sanità e benessere animale nonché sulla salute delle piante.
La legge 4 ottobre 2019, n. 117, di delegazione europea 2018, al suo articolo 12 ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi dall’entrata in applicazione del regolamento, i decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale a quanto previsto dal regolamento stesso.
Nello specifico, il webinar ha trattato i quattro decreti legislativi ad oggi approvati in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri e riguardanti:

  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, lettere a), b), c), d) della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli ufficiali sugli animali e le merci provenienti dagli Stati membri dell’Unione e delle connesse competenze degli uffici veterinari per gli adempimenti comunitari del Ministero della Salute in attuazione della delega contenuta nell’articolo 12, comma 3, lettere f) e i), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, comma 3, lettera g), della legge 4 ottobre 2019, n. 117;
  • adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 in materia di controlli sanitari ufficiali sugli animali e sulle merci che entrano nell’Unione e istituzione dei posti di controllo frontalieri del Ministero della Salute, in attuazione della delega contenuta nell’articolo 12, comma 3, lettere h) e i), della legge 4 ottobre 2019, n. 117.

Relatore: Silvio Borrello
Già direttore generale della Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute

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