Covid-19, One Health e PNRR
Sulla strategia di gestione dell’emergenza pandemica COVID-19, in molte dichiarazioni pubbliche di esponenti delle associazioni professionali mediche emerge l’assenza di una visione olistica-globale e di relazioni multi-sistemiche che sono alla base di un modello sanitario ispirato alla cultura One Health.  Questa si fonda sull’integrazione coordinata e trasparente delle professionalità che operano in settori diversi della sanità pubblica, ma che condividono gli stessi interessi ed obiettivi sanitari. Una sua assenza determina a livello periferico (regioni e dipartimenti di prevenzione delle ASL), e ciò non costituisce una novità, contesti organizzativi caleidoscopici con forti eterogeneità e separazione degli assetti istituzionali e con anacronistiche polarizzazioni sulle competenze mediche.
È evidente che su siffatta situazione pesano la mancanza di una volontà istituzionale per la promozione di una cultura di sanità pubblica ed ambientale in chiave preventiva One Health e di un linguaggio comune che possano aiutare a svelare la rete complessa di interazioni tra persone, animali selvatici e domestici, agricoltura e ambiente.
Il rilancio della sanità previsto dal PNRR per i diversi livelli della relativa filiera, comprensivi a ragione delle attività di prevenzione umana primaria, diagnosi, e cura (es. assistenza di prossimità e telemedicina, innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, potenziamento delle attrezzature ospedaliere, ricerca scientifica, trasferimento tecnologico e preparazione dei medici), non sembra assicurare progetti integrati e programmi centralizzati di previsione pandemica, ma tende ad essere focalizzato sulla risposta. Non si tiene conto che con il 60% delle infezioni umane trasmesse da animali (zoonosi), la prevenzione della salute umana si basa anche in larga misura sulla prevenzione e controllo delle infezioni animali.
Leggi il contributo integrale di Maurizio Ferri, Responsabile Scientifico SIMeVeP e Paola Romagnoli, Veterinario Ufficiale ASL Roma 1 pubblicato su sanitainformazione.it
E’ stato pubblicato sulla rivista internazionale “Journal of Applied Animal Ethics Research” l’articolo
E’ pubblicato su sardegnasoprattutto.com un contributo di Maurizio Ferri (Coordinatore scientifico SIMeVeP) e Alessandro Foddai (National Food Institute, Technical University of Denmark) sulla opportunità dell’applicazione una strategia di sorveglianza veterinaria veterinaria per la sorveglianza COVID-19, come supporto aggiuntivo alle altre professionalità in virtù della condivisione di esperienze sul controllo delle infezioni animali, comprese le zoonosi trasmissibili dall’animale all’uomo, come appunto COVID-19.
La Commissione Europea ha pubblicato una valutazione della Strategia dell’Unione Europea per la Protezione e il Benessere degli Animali.
Il Vice Presidente SIMeVeP,  Vitantonio Perrone, come già sostenuto in una mozione congressuale del SIVeMP, ribadisce  – alla luce dei dati e delle evidenze scientifiche, che l’esame sistematico dei suini domestici ai fini della prevenzione della trichinellosi nell’uomo sia di fatto una metodica obsoleta, che comporta un consistente impegno operativo in termini di risorse tecniche e umane, quindi economiche, negli stabilimenti di macellazione dei suini, che potrebbero essere risparmiate o destinate ad altri scopi.
“Tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus è animale”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa nella città cinese, primo focolaio del coronavirus.
Ieri il Parlamento europeo in seduta plenaria ha respinto la 
Nel dibattito sull’origine di SARS-CoV-2, recentemente riacceso dall’ipotesi che l’agente della CoViD-19 abbia avuto origine nei laboratori dell’Istituto di Virologia di Wuhan in Cina, l’ipotesi dell’origine “artificiale” si interseca con quella dell’origine “naturale” di SARS-CoV-2.
Nonostante l’indice Rt in discesa, il numero dei decessi da/con Covid- 19 continua a rimanere ancora troppo elevato, a dispetto delle 8 settimane già trascorse da quando il trend dei contagi ha iniziato a invertire la rotta.