Il Festival della canzone e il CoViD-19

Proponiamo la lettura dell’articolo “Il Festival della canzone e il CoViD-19” pubblicato su La Città del 27 febbraio 2021, di Giovanni Di Guardo, già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo.

Il professore si interroga in particolare sul ruolo dell’edizione 2020 del festival quale possibile “evento di super-diffusione” del virus, in un momento in cui  – pur non essendo stato ancora individuato il “cosidetto paziente 1”, ma essendo già stata riscontrata la positività al Covid-19 in due turisti cinesi presi in cura all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma- il virus circolava nel nostro paese.

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Varianti di SARS-CoV-2, le Faq dell’ISS

I virus, in particolare quelli a Rna come i coronavirus, evolvono costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia. Mentre la maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo qualcuna può dare al virus alcune caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione.  In questi casi diventano motivo di preoccupazione, e devono essere monitorate con attenzione.

Sul sito dell’Istituto Superiore Sanità sono pubblicate, e in continuo aggiornamento, domande e risposte sulle varianti di SARS-CoV-2.

Al momento queste sono le FAQ pubblicate:

  • Le varianti provocano forme cliniche più gravi o più letali?
  • Le varianti colpiscono in maniera particolare i bambini?
  • Come funziona il monitoraggio delle varianti in Italia?
  • I test che si usano attualmente sono in grado di rilevare le varianti?
  • Farmaci e vaccini funzionano anche sulle varianti?
  • Come cambiano le misure di protezione individuale con le nuove varianti?
  • Quali sono le varianti di Sars-CoV-2 che suscitano più preoccupazioni?
  • Cosa sono le mutazioni e perché sono importanti?



Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti 2021

giornata mondiale sicurezza alimentare“Cibo sicuro ora per un domani sano” è lo slogan che caratterizzerà la III Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti che si celebrerà il 7 giugno 2021.

Il consumo e la produzione di alimenti sicuri hanno benefici immediati e a lungo termine per le persone, il pianeta e l’economia. La disponibilità di alimenti sicuri e sani per tutti può essere sostenuta nel futuro abbracciando le innovazioni digitali, avanzando soluzioni scientifiche e onorando le conoscenze tradizionali che hanno resistito alla prova del tempo.

I nostri sistemi alimentari devono produrre cibo  sicuro per tutti. Riconoscere le connessioni sistemiche tra la salute di persone, animali, piante, ambiente ed economia ci aiuterà a soddisfare le esigenze del futuro. Le azioni locali basate su soluzioni eque, spesso nuove, e una collaborazione multisettoriale rafforzata sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sebbene il COVID-19 non sia stato trasmesso dal cibo, la pandemia ha affinato l’attenzione su questioni relative alla sicurezza alimentare, come l’igiene, la resistenza antimicrobica, le malattie zoonotiche, i cambiamenti climatici, le frodi alimentari e i potenziali benefici della digitalizzazione dei sistemi alimentari.

Ha inoltre identificato debolezze o vulnerabilità nei sistemi di produzione e controllo degli alimenti.

Per l’immediato futuro, ridurre al minimo le interruzioni delle catene di approvvigionamento alimentare rimane una delle massime priorità di tutti i governi, in quanto i consumatori devono avere un accesso affidabile agli alimenti.

Un approccio basato sul rischio alla sicurezza alimentare e al rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare può contribuire a mantenere aperte le forniture alimentari globali e consentire ai consumatori l’accesso agli alimenti.

Sforzi concertati sulla sicurezza alimentare aiuteranno i paesi a mitigare gli impatti socioeconomici della pandemia e a rafforzare la loro resilienza a lungo termine facilitando e accelerando il commercio alimentare e agricolo, contribuendo a prevenire la prossima pandemia zoonotica e trasformando i sistemi alimentari.

La sicurezza alimentare salva vite umane e svolge un ruolo  cruciale nella riduzione delle malattie di origine alimentare. Ogni anno, 600 milioni di persone si ammalano a causa di circa 200 diversi tipi di malattie di origine alimentare, il cui peso ricade soprattutto sui poveri e sui giovani. Le malattie di origine alimentare sono responsabili di 420 000 decessi prevenibili ogni anno.

La Giornata mondiale della sicurezza alimentare è un modo importante per:

  • rendere le persone consapevoli dei problemi relativi alla  sicurezza alimentare
  • prevenire le malattie attraverso la sicurezza alimentare
  • discutere approcci collaborativi per migliorare la sicurezza alimentare
  • promuovere soluzioni e modi per rendere più sicuri per gli alimenti

Pagina Fao dedicata alla Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti 2021




Lo Spreco alimentare: tra COVID e problemi sociali a Milano

Il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, parteciperà in qualità di relatore al webinar “Lo Spreco alimentare: tra COVID e problemi sociali a Milano” che si terrà online giovedì 18 Febbraio alle ore 21,00 organizzato dall’Associazione Libertà in Testa.

E’ possibile seguire l’evento in diretta facebook sulla pagina dell’associazione

 




Come Covid-19 cambia i meccanismi di pubblicazione e di validazione dei dati

La pandemia, e con essa la ricerca sul virus, ha profondamente modificato le procedure con cui la ricerca biomedica viene realizzata e comunicata: per esempio, con l’esplosione delle pubblicazioni preprint, per le quali in generale le valutazioni sembrano essere state positive. Potrebbero rappresentare il futuro delle pubblicazioni scientifiche?

Proponiamo la lettura dell’articolo di Davide Lovisolo su scienzainretei.it




Web Conference: Peste Suina Africana (Psa): il Covid della suinicoltura?

SIVAR e AIVEMP organizzano, in collaborazione con Società Italiana di Patologia ed Allevamento dei Suini e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, la Web Conference gratuita “Peste Suina Africana (Psa): il Covid della suinicoltura?” che si terrà il 4 marzo alle ore 14.00.

La  Peste Suina Africana  è arrivata nel cuore del continente europeo avendo recentemente interessato la Germania, massima produttrice di suini. La domanda è quando la malattia arriverà in Italia, nonostante nel nostro paese sia già presente in alcune zone del paese dal 1978. Il Ministero dalla Salute ha predisposto un piano di sorveglianza nazionale con il supporto del Centro di Referenza di Perugia.
L’incontro si propone di fare il punto sulla situazione attuale mettendo a confronto la parte politica, sanitaria, scientifica ed economica.

L’iniziativa è rivolta a tutto il mondo veterinario pubblico e privato, universitario e di filiera, con possibilità di possibilità di porre domande in diretta ai relatori dopo ogni intervento.

MODERATORE
PIER DAVIDE LECCHINI
Direttore Generale DGSAF Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari

RELATORI
VITTORIO GUBERTI – ISPRA
ALBERTO LADDOMADA – Già Direttore generale dell’IZS della Sardegna
DAVIDE CALDERONE – ASSICA
FRANCESCO FELIZIANI – IZSUM Sezione di Perugia
LUIGI RUOCCO – Ministero della Salute

Info e programma




SARS-CoV-2: trovati virus correlati in pipistrelli e pangolini nel sud est asiatico

covid-19Si chiama RacCS203, è un coronavirus correlato a SARS-CoV-2 ed è stato rilevato in alcuni pipistrelli e pangolini nella Thailandia orientale e apre nuove possibili interpretazioni in merito alle origini della pandemia in corso.

Pubblicata sulla rivista Nature Communications, questa scoperta è il frutto di una ricerca condotta dagli esperti della Duke NUS Graduate Medical School, a Singapore, che hanno analizzato esemplari di pipistrelli e pangolini in Thailandia.

Le origini di SARS-CoV-2 e il ruolo degli ospiti animali intermedi non sono stati ancora completamente determinati – afferma Lin-Fa Wang della Duke NUS Graduate Medical School – studi precedenti avevano identificato una corrispondenza del 96 e del 93,6 per cento nelle sequenze genomiche tra due coronavirus trovati in pipistrelli cinesi e SARS-CoV-2, il che aveva contribuito ad alimentare le ipotesi sull’origine animale dell’agente patogeno”.

Il team ha isolato dalla specie di pipistrelli Rhinolophus acuminatus, situati in una grotta artificiale in Thailandia, il virus RacCS203, che mostra una somiglianza genomica del 91,5 per cento con SARS-CoV-2.

Coronavirus correlati all’agente patogeno umano sono stati segnalati anche in campioni di pipistrelli in Giappone e pangolini in Cina – precisa l’esperto – ma l’epidemiologia e la storia del salto inter-specie del nuovo coronavirus non è stata ancora del tutto stabilita”.

L’analisi della sequenza del dominio di legame del recettore della proteina Spike – aggiunge il ricercatore – suggerisce che RacCS203 non è in grado di utilizzare il recettore ACE-2 umano per entrare nelle cellule ospiti. Nella popolazione di pipistrelli della grotta thailandese e in un pangolino del sud della regione sono stati inoltre rilevati anticorpi neutralizzanti per SARS CoV-2, il che fornisce prove della circolazione nel sud-est asiatico dei coronavirus correlati all’agente patogeno responsabile della pandemia attuale”.

Gli autori ipotizzano che i coronavirus correlati a SARS-CoV-2 possano essere presenti nei pipistrelli in molte nazioni e regioni dell’Asia.

Sebbene questo studio non contribuisca all’individuazione delle origini del nuovo coronavirus – conclude Wang – la nostra ricerca estende l’area di rilevazione di coronavirus associati a SARS-CoV-2 a una distanza di circa 4.800 km”.




Conclusa indagine OMS a Wuhan: i dati conducono a origine animale di SARS-CoV-2

Tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus è animale”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa nella città cinese, primo focolaio del coronavirus.

Il lavoro sul campo su quello che è successo all’inizio della pandemia di coronavirus non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare”, ha detto ancora il ricercatore.

Della stessa opinione anche il professor Lian Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che ha affiancato la missione dell’Oms.

Le ricerche effettuate sul coronavirus sin qui suggeriscono che abbia un’origine “animale” ma non è chiaro quale sia l’esemplare “ospite” ha detto sottolineando che “pipistrelli e pangolini sono i più probabili candidati alla trasmissione, ma i campioni di coronavirus trovati in quelle specie non sono identici al Sars-CoV-2”.

Non ci sono tracce sostanziali della diffusione del coronavirus in Cina prima della fine del 2019. E non ci sono prove che circolasse a Wuhan prima del dicembre del 2019”, ha detto il professor Lian Wannian.

Molti casi di contagio sono «stati rilevati nella seconda metà di dicembre. Dal punto di vista epidemiologico il virus è stato trovato al mercato del pesce Huanan, ma altri casi in altri mercati. Non è possibile concludere che il virus sia arrivato per primo al mercato Huanan».

«L’ipotesi della fuga dal laboratorio del coronavirus è estremamente improbabile». lo ha detto il capo missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek. Il capo missione dell’Oms ha anche sottolineato che raccomandazione per il futuro è di non continuare «le ricerche» nella direzione di una fuga del Codi dal laboratorio di Wuhan.

Sappiamo che il virus può sopravvivere nei cibi surgelati, ma non sappiamo ancora se da questi si può trasmettere all’uomo. Su questo servono più ricerche”. Ha detto Peter Ben Embarek. “L’ipotesi che il Covid attraverso il commercio di prodotti surgelati è possibile ma molto lavoro deve essere ancora fatto in questo ambito”, ha aggiunto.

Il lavoro congiunto in Cina del team di esperti dell’Oms e di Pechino “è terminato” e ora il lavoro di tracciamento dell’origine del Covid-19 procederà nel resto del mondo e “non sarà vincolato ad alcuna località”, ha affermato Lian Wannian che ha anche aggiunto che la Cina sosteniene “il lavoro e l’azione dell’Oms”.

La notizia sul sito dell’Onu (in inglese)

Il video della conferenza stampa (in inglese)




SARS-COV-2: la variante nel visone e possibili mutazioni

Maurizio Ferri, Coordinatore sceintifico SIMeVeP, analizza in un contributo in inglese, la variante di SARS-COV-2 nel visone ed altre varianti che potrebbero minacciare l’efficacia degli attuali vaccini.

Una stretta collaborazione tra le autorità di sanità pubblica e quelle di sanità animale nell’ambito dell’approccio “One Health” è fondamentale per l’individuazione precoce dei focolai di infezione da SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni e dei casi umani correlati agli allevamenti di visoni, al fine di consentire misure tempestive di risposta e controllo. Per ridurre il rischio posto alla sanità pubblica dalla variante le autorità nazionali dovrebbero mettere in atto una serie di misure destinate agli allevamenti di visoni, agli operatori che vi lavorano e alle co munità che vi sono in contatto.

 




Varianti e grandi diffusori di SARS-CoV-2, una pericolosa alleanza

Il Prof. Giovanni Di Guardo, già Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso l’Università di Teramo, interviene sul tema delle varianti di SARS-CoV-2 più o meno recentemente identificate nella popolazione virus-infetta e il ruolo dei cosiddetti “big spreaders” (“grandi diffusori”) nell’epidemiologia dell’infezione.

Tenuto conto che, secondo una stima, il 15-20% di costoro sarebbero responsabili dell’80-85% dei nuovi casi d’infezione, l’interrogativo sollevato dal Professore riguarda in particolare la possibilità che le succitate varianti, ben più diffusive e contagiose rispetto ai ceppi virali noti prima della loro comparsa, fossero presenti – ed in quale misura – in soggetti “grandi diffusori”.

L’articolo completo è pubblicato da “Quotidiano Sanità”