Pubblicate le Linee guida per il recupero e la riabilitazione dei chirotteri

Le linee guida rappresentano uno strumento tecnico metodologico di riferimento per tutti i centri di recupero per la fauna  e forniscono indicazioni aggiornate e uniformi sulle corrette procedure di gestione dei chirotteri durante le fasi di recupero e riabilitazione degli individui trovati in difficoltà. Il documento comprende una parte introduttiva generale, i criteri per il ricovero, le metodologie di stabulazione, un prontuario medico, esempi di interventi chirurgici e protocolli per la gestione delle patologie più comuni, oltre ai criteri per valutare l’idoneità alla vita libera e le modalità di rilascio in natura.

È inoltre presente una sezione dedicata alla gestione delle specie esotiche.

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Fonte: ISPRA




Influenza aviaria e suina, Ecdc pubblica la guida europea per il rischio umano

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha pubblicato una nuova guida operativa per supportare i Paesi dell’Unione europea nella prevenzione e gestione delle minacce influenzali di origine animale con potenziale trasmissione all’uomo, alla luce dell’aumento dei casi di influenza aviaria A(H5N1) registrato nell’autunno 2025 tra uccelli selvatici e pollame in diversi Stati membri.

Il documento fornisce un quadro strutturato di risposta sanitaria che copre diversi scenari, dall’attuale fase in cui nell’Ue e nello Spazio economico europeo non sono stati segnalati casi umani di infezione da virus aviari, fino a situazioni più critiche che includono la possibilità di infezioni nell’uomo e di una eventuale trasmissione interumana con rischio pandemico.

«Sebbene il rischio attuale per la popolazione europea sia basso, l’influenza aviaria resta una seria minaccia per la salute pubblica a causa dei focolai diffusi negli animali in tutta Europa», afferma Edoardo Colzani, responsabile dell’unità Respiratory Viruses dell’Ecdc. «È essenziale che i segnali di allerta precoce non vengano trascurati e che le azioni di sanità pubblica siano tempestive, coordinate ed efficaci. Questa guida offre ai Paesi un framework chiaro e adattabile per prepararsi a rispondere alla possibile trasmissione dei virus influenzali dagli animali all’uomo».

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Fonte: doctor33




Microplastiche scoperte anche nella catena alimentare antartica

Le microplastiche non risparmiano nemmeno gli ambienti più isolati del pianeta. Una ricerca condotta dall’Università del Kentucky e dall’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilevato per la prima volta frammenti di plastica nel tratto digestivo del Belgica antarctica, unico insetto endemico dell’Antartide e specie fondamentale per il ciclo dei nutrienti del suolo. Secondo Elisa Bergami, ecologista dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “l’ingestione di microplastica, pur limitata al 7% degli esemplari, dimostra che la plastica raggiunge i suoli antartici”.

Esperimenti sulle larve

Per comprendere gli effetti delle microplastiche, i ricercatori hanno esposto le larve di B. antarctica a microsfere di polietilene per dieci giorni. Le larve hanno ingerito particelle solo a concentrazioni elevate, senza variazioni significative nella sopravvivenza o nel metabolismo. Carboidrati e proteine sono rimasti stabili, mentre i lipidi hanno mostrato una leggera diminuzione con maggior presenza di plastica. Gli effetti a lungo termine restano però incerti e richiedono ulteriori studi.

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Fonte: ambienteinsalute.it




L’Oms lancia un nuovo Piano strategico globale e condiviso contro i coronavirus

Pubblicato il nuovo Piano strategico 2025-2030 per la gestione delle minacce da coronavirus, attuali e future, e da Mers (Sindrome respiratoria mediorientale), firmato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Si tratta del primo piano unificato contro questo tipo di patologie e rappresenta un punto strategico nell’evoluzione tra la risposta emergenziale e la gestione a lungo termine integrata.

Il Piano riunisce lezioni e buone pratiche degli ultimi cinque anni di gestione della pandemia da Covid-19 e del lavoro continuo su Mers e altre malattie respiratorie. L’obiettivo è quello di guidare le autorità sanitarie nazionali e i partner verso l’adozione di un approccio coerente e orientato all’azione.

I coronavirus – a partire dal 2002 con Sars fino al 2019 con Covid – hanno più volte dimostrato la loro capacità di scatenare epidemie e pandemie. Il Covid-19, inoltre, continua a circolare ampiamente e, in alcuni casi, a causare gravi malattie e decessi tra i pazienti fragili. Per il 6% dei guariti, la sindrome “long Covid” diventa una realtà e nel 15% dei casi, i sintomi permangono per oltre un anno.

Il Piano, in questo senso, raccoglie i precedenti Piani Strategici di Preparazione e Risposta per Covid-19 e prova a illustrare un processo consultivo e inclusivo basato sul contributo di tutti gli stati membri Oms. Comprende sia la gestione di routine sia scenari di emergenza, riflettendo la flessibilità di cui i sistemi nazionali hanno bisogno per affrontare i coronavirus già in circolazione e l’emergere di un nuovo coronavirus con potenziale pandemico.

L’Oms ha anche ampliato la CoViNet (Coronavirus Network), una rete di programmi di sorveglianza sulle malattie che raccogli i laboratori di riferimento per Sars-CoV-2, Mers-CoV e altri coronavirus di emergenza; per ampliare ulteriormente il monitoraggio globale. Ora la rete conta 45 laboratori, di cui 11 aggiunti nel 2025.

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Fonte: quotidianosanità.it




Giornata di Studio a Pescara: L’Encefalite da Zecche e la Strategia “One Health”.

Si è tenuta a Pescara il 4 Dicembre 2025, presso l’Auditorium Petruzzi, una cruciale giornata di studio dedicata alla Tick-borne encephalitis (TBE), o encefalite da zecche, e all’indispensabile approccio One Health.  L’evento, organizzato dalla UOC Igiene degli Alimenti di Origine Animale (IAOA) della ASL di Pescara, con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (S.I.Me.Ve.P.), ha riunito medici umani, veterinari, biologi, tecnici della prevenzione per promuovere una collaborazione inter ed intradisciplinare nella lotta alle infezioni trasmesse da vettori.

La crescente incidenza e la progressiva distribuzione geografica della TBE in Europa e in Asia – con l’Italia che, solo nel 2024, ha segnalato 50 casi di infezioni neuro-invasive correlate – hanno reso evidente la necessità di un’alleanza strategica tra diverse professionalità.

Il workshop, coordinato scientificamente dal Dr. Maurizio Ferri (IAOA – ASL Pescara e Coordinatore Scientifico SIMeVeP), ha visto la partecipazione di relatori di alto profilo:

Sono intervenuti il microbiologo Dott. Paolo Fazii (Direttore UOC Microbiologia e Virologia ASL Pescara) e l’infettivologo Dott. Giustino Parruti (Direttore UOC Malattie Infettive ASL Pescara).

Il programma ha incluso interventi di veterinari, biologi e altri specialisti su argomenti cruciali come la biologia e l’ecologia dei vettori, il Piano Nazionale Arbovirosi (illustrato dalla dott.ssa Maria Gabriella Perrotta della Direzione Generale della Salute Animale del Ministero della Salute), la gestione dei focolai animali, compresi quelli associati al consumo di latte e prodotti caseari. Quest’ultimo tema è stato affrontato dalla dott.ssa Serena D’Amato della UOC IAOA. La Dott.ssa Federica Iapaolo (CESME, IZS Abruzzo e Molise) ha focalizzato l’attenzione sul ruolo degli uccelli migratori nella diffusione di patogeni emergenti, con un approfondimento sulla Febbre Emorragica Crimea-Congo (CCHF).

Un momento di particolare interesse è stato l’intervento in collegamento del Prof. Federico Gobbi (Direttore Dipartimento Malattie Infettive/Tropicali IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Verona), che ha presentato i dati di sorveglianza umana sulla TBE e altre arbovirosi, in particolare in Veneto, illustrando la strategia integrata tra settore medico e veterinario per la prevenzione e il controllo.

La giornata si è conclusa con una Tavola Rotonda moderata dal giornalista RAI Fabrizio Patti, che ha favorito un dibattito costruttivo tra i partecipanti. Il feedback dell’evento è stato estremamente positivo. È stata confermata la volontà di superare la dicotomia tra medici umani e medici veterinari e di perfezionare i sistemi di sorveglianza integrata, rafforzando l’impegno per una sanità pubblica basata sul concetto di salute unica.

Dott. Maurizio Ferri, Responsabile Formazione SIMeVeP e ASL Pescara




Indagine sul sistema ECM: la prospettiva dei professionisti sanitari

La Commissione Nazionale per la Formazione Continua, nel corso della riunione del 20 novembre 2025, ha approvato la diffusione di un questionario anonimo rivolto ai professionisti sanitari. L’indagine si pone come obiettivo quello di raccogliere informazioni utili a valutare la percezione del Sistema ECM, le principali criticità riscontrate e le aspettative per il suo sviluppo futuro.

Il questionario, di semplice e rapida compilazione, rappresenta uno strumento essenziale per orientare le prossime attività di miglioramento della qualità, dell’accessibilità e dell’efficacia della formazione continua.

Il questionario sarà disponibile per la compilazione fino al 28 febbraio 2026.

La partecipazione è volontaria e completamente anonima, ma è fondamentale il contributo di ogni professionista sanitario.

Per partecipare alla rilevazione si invita ad utilizzare il seguente link:

Indagine sul sistema ECM: la prospettiva dei professionisti sanitari

Oppure a scansionare il QR CODE presente all’interno del pdf allegato di seguito

Ultimo Aggiornamento:26/11/2025 — 13:23

Allegati

FONTE: AGENAS




Nuova delibera Ecm per il triennio formativo 2026-2028: la Commissione rivede i bonus legati al Dossier Formativo individuale e di gruppo

EcmArriva la Delibera 3/25, in chiusura di triennio formativo. La Commissione nazionale per la Formazione Continua indica i nuovi criteri bonus legati a costruzione e realizzazione dei dossier formativi. Non applicabili però ai crediti oggetto di spostamento. 

Alla scadenza del triennio formativo 2023-2025, arriva una terza delibera dalla Commissione nazionale per la Formazione Continua che ripercorre il criterio di attribuzione dei bonus crediti legati alla costruzione del Dossier Formativo per il triennio 2026-2028.

Il dossier formativo è uno strumento facoltativo che consente al singolo professionista di creare un’agenda formativa personalizzata in base al proprio fabbisogno. Può essere individuale, quando viene costruito direttamente dal singolo professionista sul sito CoGeAPS, oppure di gruppo, ovvero costruito da Aziende Sanitarie, Ordini e Federazioni, come espressione di coerenza nell’offerta formativa rispetto ai bisogni formativi rilevati dall’ente verso i propri membri. Ogni professionista può avere più dossier formativi e, nel tempo del triennio, dovrà completarli con corsi ecm coerenti al suo fabbisogno.

Cosa prevede la nuova delibera?

Con la delibera 3/25, la Commissione ECM stabilisce i bonus legati al completamento del dossier formativo per il triennio 2026-2028.

Sul Dossier Formativo Individuale:

  • La costruzione del DFI 2026-2028 da parte del singolo professionista prevederà un bonus di 40 crediti ecm nel triennio di creazione.
  • La realizzazione del DFI 26-28 varrà 30 crediti bonus nel triennio successivo (2029-2031).

Sul Dossier Formativo di Gruppo:

  • La costruzione del DFG 2026-2028 varrà 30 crediti bonus nel triennio di creazione.
  • La realizzazione del DFG 26-28 varrà 20 crediti bonus nel triennio successivo (2029-2031).

Si specifica che i dossier formativi potranno essere costruiti solo ed esclusivamente nel 2026 e nel 2027, escludendo l’ultimo anni di triennio. Inoltre, ai fini della realizzazione del dossier formativo non saranno utilizzabili in alcun caso i crediti soggetti a spostamento tra i trienni formativi: una specifica necessaria visto che nel triennio 2026-2028 sarà possibile recuperare i debiti formativi acquisiti nei trienni precedenti e mai sanati.

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Fonte: AGENAS




Comprendere gli impatti del cambiamento climatico sulla salute e il benessere animale

Comprendere gli impatti del cambiamento climatico sulla salute e il benessere animaleNell’ambito del progetto finanziato dall’UE “REFRESCAR”, il Gruppo di lavoro Salute e Benessere animale del Comitato Permanente per la Ricerca Agricola (SCAR) ha elaborato un questionario per raccogliere i pareri della comunità europea della ricerca, dell’innovazione e delle politiche sul tema del cambiamento climatico e del suo impatto sulla salute e sul benessere degli animali (inclusa l’acquacoltura), nonché sulle lacune e i bisogni di ricerca e innovazione specifici dei diversi Paesi.

L’invito a partecipare è rivolto a esperti di varie discipline che si occupano, direttamente o indirettamente, dell’argomento.

Le risposte raccolte serviranno a individuare priorità, opportunità e azioni per affrontare il tema in modo integrato.

Il sondaggio è attivo fino al 10 gennaio 2025

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Prevenire le pandemie: la risposta integrata One Health per la salute pubblica. La missione dell’IZSVe

In vista della prima Giornata Nazionale per la Prevenzione Veterinaria del 25 gennaio 2026, One Health pubblica una serie di contributi firmati dai Direttori Generali dei dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani. Questo articolo è a cura di Antonia Ricci, Direttrice Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe).

Il concetto di One Health nasce dalla consapevolezza che la salute di esseri umani, animali e ambiente è profondamente interconnessa. Cambiamenti climatici, perdita di biodiversitàurbanizzazione e globalizzazione modificano gli equilibri naturali, influenzando la diffusione di malattie e la salute degli ecosistemi. L’ambiente mostra segnali di sofferenza che richiedono strategie coordinate a livello globale. In questo quadro, l’IZSVe ha raccolto la sfida lanciata dalle organizzazioni internazionali per promuovere un approccio integrato alle sfide sanitarie planetarie. Il nostro impegno si è focalizzato su attività di ricerca che riguardano le zoonosi e i patogeni in grado di fare il salto di specie e scatenare una pandemia.

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Fonte: IZS Venezie




Antibiotico-Resistenza: lo studio sul batterio E. COLI tra ambiente, animali e persone

Un’indagine condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, in collaborazione con l’Unità di Patologia Clinica e Microbiologia dell’Ospedale di Teramo, ha analizzato la presenza di ceppi di Escherichia coli resistenti agli antibiotici in diversi ambienti e specie. Nel loro lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology, i ricercatori si sono concentrati in particolare su quei ceppi che producono enzimi (le β-lattamasi a spettro esteso, o ESBL) in grado di rendere inefficaci alcuni antibiotici di uso comune nella medicina umana e veterinaria.

Sulla base delle analisi compiute su quasi mille campioni raccolti nella regione Abruzzo, lo studio ha utilizzato strumenti di genomica avanzata per individuare i geni della resistenza e comprendere meglio come questi si diffondano tra ambienti e specie diversi, inclusi animali da allevamento, selvatici, da compagnia, alimenti e pazienti umani.

“Abbiamo trovato una presenza non trascurabile di ceppi resistenti sia negli allevamenti che negli animali da compagnia e nell’ambiente – dice Lisa Di Marcantonio, Batteriologia e Sviluppo Antigeni Batterici – IZS Teramo – mentre negli animali selvatici i casi sono stati meno frequenti. Questo tipo di confronto aiuta a capire come le attività umane possano influenzare la diffusione della resistenza”.

Le analisi indicano infatti che i ceppi resistenti sono più frequenti nei contesti più vicini all’uomo. Negli animali da compagnia, ad esempio, la presenza supera il 16%, mentre negli animali selvatici è inferiore al 7%. Questa differenza potrebbe essere legata a due fattori principali: da un lato, l’uso diretto di antibiotici negli animali da compagnia e negli allevamenti, che può selezionare ceppi batterici sempre più resistenti; dall’altro, la diffusione indiretta di questi batteri attraverso acque reflue, suolo contaminato o alimenti. In altri termini, l’ambiente urbano e agricolo sarebbe più favorevole alla circolazione della resistenza rispetto agli spazi naturali.

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Fonte: IZS Teramo