Cosa c’entra il cambiamento climatico con l’antibiotico-resistenza?

AntibioticoresistenzaCresce la minaccia dell’antibiotico-resistenza, il cambiamento climatico sta peggiorando la situazione?  La risposta breve alla domanda che fa da titolo a un lungo articolo su Nature online è “sì”. E dare una spiegazione di massima è facile, basta descrivere in estrema sintesi una catena di eventi facilmente intuibile:  le nuove condizioni meteorologiche dovute al riscaldamento globale favoriscono la crescita e la diffusione dei batteri, l’aumento dei batteri provoca un aumento delle infezioni, l’aumento delle infezioni comporta un maggior uso di antibiotici che inevitabilmente scatena la resistenza.

Ci si potrebbe fermare qui, citando un esempio emblematico di quanto detto. Nel 2021, racconta Nature, la microbiologa Adwoa Padiki Nartey aveva rischiato di morire per una banale tonsillite contratta in Ghana durante la stagione delle piogge quando l’umidità elevata stimola la crescita dei microbi. L’antibiotico tradizionalmente usato contro il batterio annidato nella gola non funzionava più, il microrganismo era diventato resistente, un fenomeno inevitabile quando il farmaco vine usato più del dovuto. E in Ghana negli ultimi tempi l’uso degli antibiotici si è effettivamente intensificato per far fronte all’aumento di infezioni dovuto proprio a condizioni climatiche sempre più favorevoli alla proliferazione dei batteri. Tutto torna, la storia di Padiki Nartey, che fortunatamente si è salvata ricorrendo alla combinazione di due antibiotici, è perfettamente in linea con l’ipotesi generale sul legame tra clima e resistenza agli antibiotici. Ma non racconta per intero tutte le responsabilità del clima. L’impatto del cambiamento climatico sulla resistenza microbica è più articolato.

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Fonte: healthdesk.it




Il Piano d’azione congiunto One Health (OH JPA) 2022-2026 e le linee guida per la sua implementazione

A dicembre 2023, il “quadripartito” di organizzazioni delle Nazioni Unite che coordinano la governance globale della One Health (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura-FAO, Programma per l’Ambiente-UNEP, Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS e Organizzazione Mondiale per la Salute Animale-WOAH) hanno sviluppato il documento “A guide to implementing the One Health Joint Plan of Action at national level”. Il documento rappresenta una linea guida per l’implementazione del Piano d’azione congiunto One Health (OH JPA) 2022-2026 sviluppato a ottobre 2022 per gestire in modo integrato eventuali minacce e prevenire potenziali future pandemie.

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Fonte: ISS




Aggiornata la Lista Rossa delle specie minacciate, 44mila a rischio estinzione

157mila le specie minacciate, presentata anche la prima valutazione sulle specie dei pesci di acqua dolce. Dichiarazioni della direttrice e della presidente internazionale IUCN

Il cambiamento climatico minaccia un numero crescente di specie, dal salmone atlantico alle tartarughe verdi, lo rivela l’aggiornamento della Lista Rossa IUCN  pubblicato in occasione della COP28,  la conferenza sul clima delle Nazioni Unite svoltasi negli Emirati Arabi Uniti. L’aggiornamento include anche la prima valutazione globale dei pesci d’acqua dolce. Gli sforzi di conservazione – scrive la IUCN international – sono riusciti a mettere in sicurezza due specie di antilopi dal pericolo dell’estinzione, ma il cambiamento climatico potrebbe minarne il futuro.

La Lista Rossa globale della IUCN comprende ora 157.190 specie, di cui 44.016 sono a rischio di estinzione.

“Il cambiamento climatico sta minacciando la biodiversità del nostro pianeta e mette in crisi la capacità della natura di soddisfare i bisogni umani fondamentali”, ha affermato Grethel Aguilardirettrice generale dell’IUCN. “Questo aggiornamento della Lista Rossa IUCN evidenzia i forti legami tra i mutamenti climatici e il calo della biodiversità, crisi che devono essere affrontate congiuntamente. Il declino delle specie è una delle emergenze provocate dal cambiamento del clima.   Abbiamo la possibilità di fermarlo, con un’azione urgente e ambiziosa, per mantenere il surriscaldamento entro 1,5 gradi”.

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Fonte: IUCN




L’uso del succo di carne per il monitoraggio della malattia di Aujeszky

Un metodo non invasivo per monitorare i livelli di anticorpi nei suini

La malattia di Aujeszky è una malattia virale febbrile dal decorso acuto che colpisce soprattutto i suini. In altri mammiferi si manifesta sotto forma di infezione del sistema nervoso centrale, con esito spesso mortale, mentre i primati e l’uomo non sono sensibili al virus. Il metodo gold standard individuato dalla organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) per la diagnosi della malattia di Aujeszky è l’analisi del siero attraverso il metodo ELISA. L’adattamento dei protocolli sierologici esistenti a nuove matrici come il succo di carne e il fluido orale potrebbe facilitare la sorveglianza sierologica e ridurre i costi di campionamento. In base alla analisi effettuate è stato dimostrato il potenziale utilizzo del succo di carne come fonte alternativa di anticorpi per i test sierologici. Sono ancora necessarie ulteriori indagini per ottimizzare la procedura sierologica per l’analisi del succo di carne nella routine diagnostica, in quanto non garantisce al 100% l’assenza della malattia. Tuttavia, il potenziale impiego di questa matrice biologica potrebbe essere utile per scopi di monitoraggio, in particolare quando i campioni di siero sono difficili da ottenere presso le aziende suinicole.

Fonte: IZS Piemonte Liguria e Valle d’Aosta




La pandemia silenziosa dell’antibiotico-resistenza

valutare_antibioticiL’antibiotico-resistenza (AMR, dall’inglese antimicrobial resistance) è riconosciuta come una delle prime dieci minacce alla salute pubblica globale. Dai dati pubblicati sul sito di epidemiologia Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità emerge il quadro aggiornato al 2022 della situazione in Europa e in Italia. Mentre l’Europa continua a lottare con l’antibiotico-resistenza, con un’accentuata variabilità geografica, l’Italia si confronta con specifiche sfide, come l’aumento dei casi di resistenza ai carbapenemi, antibiotici ad ampio spettro, e la persistente resistenza in diversi patogeni.

AMR, un fenomeno multifattoriale e complesso

Stefania Stefani, presidente della Società Italiana di Microbiologia, commentando i report pubblicati, ricorda che il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è multifattoriale e complesso: «I microrganismi sono diventati resistenti a più famiglie di antibiotici contemporaneamente, il che rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato. Inoltre, la mancanza di nuovi antibiotici è un problema serio: negli anni ’70 e ’80 si sviluppavano nuovi antibiotici, ma ora è meno frequente, poiché l’industria farmaceutica trova costoso e impegnativo svilupparne di nuovi, specialmente per patologie acute».

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Fonte: scienzainrete.it




Progetto CCM 2022: sviluppo di un sistema di sorveglianza dell’infezione da Hantavirus

Il progetto intende valutare la presenza e la diffusione  dell’Hantavirus, un virus zoonotico che causa nell’uomo sindromi renali e polmonari, nella popolazione umana, nelle popolazioni di roditori e chirotteri e anche in reflui urbani e di allevamento

Con l’ obiettivo di determinare  una rete tra le diverse professionalità della  veterinaria e della medicina umana, fondamentale per il raggiungimento delle finalità della One Health, viene  richiesta  la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti nel reperimento dei campioni per la ricerca del virus; per maggiori informazioni e dettagli sull’ Hantavirus e il progetto correlato è  possibile scaricare la Brochure illustrativa dell’ iniziativa.

Brochure Hantavirus

 

Fonte: IZS Lazio e Toscana




Coesistenza e gestione dei conflitti tra uomo e fauna selvatica

Da sempre la prossimità tra popolazioni umane e animali selvatici ha generato conflitti. Recentemente, tuttavia, questo fenomeno ha raggiunto una diffusione preoccupante, tale da costituire un fattore critico per la conservazione delle specie coinvolte e generare effetti negativi per la sussistenza delle comunità locali. L’IUCN definisce tali situazioni come “conflitti che emergono quando la presenza o il comportamento della fauna selvatica rappresenta una minaccia reale o percepita, diretta e ricorrente agli interessi o ai bisogni umani, portando a disaccordi tra gruppi di persone e impatti negativi sulle persone e/o sulla fauna selvatica”. Questi conflitti tra uomo e fauna selvatica sono complessi, dinamici e non si prestano ad analisi e soluzioni semplici. Per poterli gestire in modo efficace e, soprattutto, in un’ottica di coesistenza, è necessario un approccio che consideri sia le necessità della fauna che quelle degli esseri umani.

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Fonte: ISPRA




Malattie infettive emergenti. I risultati del programma INF-ACT

Il programma di ricerca INF-ACT affronta le pressanti esigenze scaturite da malattie infettive emergenti nell’uomo, sia per quanto riguarda gli aspetti fondamentali che quelli traslazionali; viene presa in considerazione la salute umana in un contesto molto ampio, che include il mondo degli animali – sia domestici che selvatici – quale potenziale serbatoio di malattie, e fattori ambientali che aumentano la possibilità di spillover, secondo un approccio One Health. Il consorzio INF-ACT è composto da 25 partner di ricerca di tutta Italia, sia del settore pubblico che privato.

I casi registrati nel 2023
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) del 2023, il sistema di sorveglianza nazionale ha rilevato centinaia di casi di infezioni virali trasmesse da artropodi. Alcuni di questi casi sono attribuibili a virus endemici, come il West Nile (con oltre 320 casi e 21 decessi) e l’Usutu Virus trasmessi dalla comune zanzara Culex pipiens, o il Toscana Virus trasmesso dai flebotomi (pappataci), oltre a casi di infezione neuro-invasiva trasmessi dalle zecche. Altri casi sono stati causati da virus tropicali, come la Dengue (347 casi), il Zika Virus (8 casi) e il Chikungunya (7 casi). La maggior parte di questi casi era precedentemente attribuita a viaggiatori provenienti da zone tropicali endemiche, ma nel 2023 si è verificata una svolta significativa con tre focolai autoctoni di Dengue trasmessi dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), una specie invasiva presente in Italia da oltre 30 anni.

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Fonte: vet33.it




Vespa velutina: neutralizzato il nido in provincia di Bologna

vespa velutinaE’ stato neutralizzato il giorno 24 dicembre il nido trovato qualche giorno fa in provincia di Bologna, nel comune di Budrio.

La neutralizzazione è avvenuta mediante apposite telescopiche che permettono l’iniezione di permetrina in polvere all’interno del nido.

Adulti di Vespa velutina che fuoriescono dal nido in seguito al trattamento

L’operazione è stata eseguita da Stefano Fenucci di Toscana Miele, con l’assistenza dei tecnici dell’Associazione apistica bolognese Le nostre api, di Laura Bortolotti coordinatrice della rete Stopvelutina e in presenza dell’Assessore all’ambiente del Comune di Budrio, Stefano Pezzi.

L’area in cui si trova il nido rimane transennata in attesa della rimozione, che avverrà nei prossimi giorni.

Alcuni esemplari morti sono stati raccolti per effettuare analisi genetiche, che indicheranno la provenienza della popolazione arrivata nel territorio bolognese.

Fonte: stopvelutina.it




Cosa è la direttiva Habitat?

direttiva habitatNel 1992, oltre 30 anni fa, l’Unione Europea ha adottato la Direttiva Habitat per la conservazione del patrimonio naturale europeo, dando l’avvio a una nuova concezione di protezione della natura.

Il 1992 è stato un anno importante nella storia dell’ecologia e della protezione della natura quando a Rio de Janeiro nella Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo fu attribuita la stessa importanza alla protezione dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile e a quello sociale. Si fece strada il principio secondo il quale i problemi ambientali nella loro complessità vanno affrontati a scala planetaria. L’Europa si presentò a quell’appuntamento con un modello di conservazione della natura a scala continentale che avrebbe portato, con la ratifica della Direttiva Habitat da parte dei singoli stati membri, alla creazione della più estesa rete ecologica nel mondo, nota come Rete Natura 2000.

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Fonte: ISPRA AMBIENTE