One Health per rispondere alle emergenze: il documento dell’ISS alla task force del G20

Rafforzare i piani di prevenzione con un approccio globale tra salute umana, animale e ambientale per fronteggiare possibili future pandemie. E’ questo uno degli obiettivi primari del Policy Brief  One Health-Based Conceptual Frameworks for Comprehensive and Coordinated Prevention and Preparedness Plans Addressing Global Health Threats” un documento sviluppato dai ricercatori dell’ISS e da un team di esperti internazionali nel quadro della Task Force Global Health and Covid-19 del T20/G20

La salute umana è strettamente connessa alla salute animale e dell’ambiente, per cui è importante considerare un approccio One Health nella prevenzione e nella preparedness per affrontare prontamente possibili minacce per la salute emergenti dall’interfaccia uomo-animale-ambiente.

Il Policy Brief esamina gli aspetti ancora deboli dei piani di preparedness e discute le strategie di One Health da adottare ed integrare nei piani.

Infine, vengono evidenziati gli aspetti che ancora ostacolano la piena ed efficiente adozione di strategie di One Health e si propongono una serie di raccomandazioni al G20 al fine di condurre azioni concrete in grado di trasformare l’attuale “momentum” della One Health in impegni a lungo termine.

La ricerca su questi aspetti contribuirà anche all’attuale necessità di una migliore comprensione degli scenari futuri relativi che considerino la connessione tra degrado naturale e sfruttamento planetario, rischi di spillover e potenziali nuove pandemie.

Fonte: ISS




Nuove specie di flebotomi in Pianura Padana

Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha riportato la presenza di alcune specie di flebotomi in aree della Pianura Padana dove non erano mai stati segnalati prima, e che possono trasmettere la leishmaniosi nei cani. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Parasites & Vectors.

Identikit dei flebotomi

flebotomi o ‘pappataci’ sono piccoli ditteri ematofagi, vettori di diversi patogeni, tra i quali i più noti sono i protozoi del genere Leishmania e i virus del genere Phlebovirus. L’insetto adulto ha dimensioni ridotte (2-4 mm di lunghezza), è di color sabbia e ha il corpo e le ali ricoperti da una fitta peluria, grazie alla quale è in grado compiere un volo silenzioso e di nutrirsi senza emettere alcun rumore (da cui il nome ‘pappatacio’: “mangia e taci”).

Uno studio condotto da ricercatori dell’IZSVe ha riportato la presenza di alcune specie di flebotomi in aree della Pianura Padana dove non erano mai stati segnalati prima. Dal 2017 al 2019 sono stati catturati più di 300 esemplari grazie alle trappole utilizzate per la sorveglianza entomologica della West Nile Disease. Di notevole interesse il ritrovamento per la prima volta in Veneto e Friuli Venezia Giulia della specie Phlebotomus perfiliewi (vettore di Leishmania infantum e Toscana virus), specie che aveva il suo limite di distribuzione al Nord Italia sull’Appennino emiliano.

In Italia sono presenti otto specie e le più comuni sono P. papatasiP. perniciosus e P. perfiliewi. I flebotomi sono molto comuni nelle aree del Centro e Sud Italia, mentre sono meno abbondanti nelle regioni settentrionali; qui sono confinate ad aree collinari e pedemontane, caratterizzate da un’altitudine compresa tra 100 e 800 metri, vegetazione abbondante e clima mite.

Espansione verso nord e in Pianura Padana

In studi sulla distribuzione di questi vettori condotti in passato era spesso riportato che “i flebotomi sono assenti in Pianura Padana”. Il motivo non è mai stato ben chiarito; probabilmente le condizioni climatiche e geologiche della pianura Padana non erano idonee allo sviluppo delle diverse specie di flebotomi.

Tuttavia, negli ultimi anni venivano segnalati sporadici ritrovamenti di alcuni esemplari di questo insetto. Partendo da questi “insoliti ritrovamenti” il Laboratorio di parassitologia, micologia ed entomologia sanitaria dell’IZSVe ha cominciato a raccogliere tutti gli esemplari di flebotomi che venivano catturati accidentalmente con le trappole utilizzate per la sorveglianza entomologica della West Nile Disease, quindi utilizzate per la cattura delle zanzare.

Dal 2017 al 2019 sono stati catturati più di 300 esemplari appartenenti alle specie Phlebotomus perniciosusP. perfiliewiP. mascittii e Sergentomyia minuta in aree di pianura, sia in ambienti rurali che peri-urbani. È stata osservata un’estensione dell’areale di distribuzione dei flebotomi, la cui presenza è stata segnalata in zone a maggiori latitudini e a diverse altitudini (addirittura anche a -2 metri), ambienti che si discostano da quelli tradizionalmente considerati idonei allo sviluppo di questi insetti. Di notevole interesse il ritrovamento per la prima volta in Veneto e Friuli Venezia Giulia della specie P. perfiliewi (vettore di Leishmania infantum e Toscana virus), specie che aveva il suo limite di distribuzione al Nord Italia sull’Appennino emiliano.

Sebbene in queste aree il numero di esemplari trovati è comunque limitato e inferiore a quello osservato negli ambienti tipicamente abitati dai flebotomi, la presenza di un vettore di patogeni in aree considerate ‘free’ è di grande rilevanza. Quindi, anche in Pianura Padana bisogna cominciare a porre attenzione nel proteggere i propri animali domestici (il cane principalmente) dalle punture di questi insetti, utilizzando prodotti repellenti registrati per la prevenzione della leishmaniosi.

Fonte: IZS delle Venezie




Locusta migratoria: il parere dell’Efsa per consumarla come ingrediente alimentare sotto forma di snack

InsettiA seguito di una richiesta della Commissione europea, è stato chiesto al gruppo di esperti scientifici dell’Aurità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sulla nutrizione, i nuovi alimenti e gli allergeni alimentari (NDA) di esprimere un parere sulla sicurezza delle formulazioni congelate ed essiccate della locusta migratoria (Locusta migratoria) come nuovo alimento ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283.

Il termine locusta migratoria si riferisce all’adulto della specie di insetti Locusta migratoria.

Il Novel Food (NF) ​​è proposto in tre formulazioni

  1. surgelato senza zampe e senza ali;
  2. essiccato senza zampe e ali;
  3. terra con zampe e ali.

I componenti principali del NF sono proteine, grassi e fibre (chitina) nella forma essiccata del NF e acqua, proteine, grassi e fibre (chitina) nella forma congelata del NF.

Il gruppo di esperti scientifici ha affermato che la concentrazione di contaminanti nel NF dipende dai livelli di presenza di queste sostanze nel mangime per insetti e non vi sono problemi di sicurezza per quanto riguarda la stabilità del NF se il NF è conforme ai limiti delle specifiche proposte durante l’intera durata di conservazione.

Il NF ​​ha un alto contenuto proteico, sebbene i veri livelli proteici nel NF siano sovrastimati quando si utilizza il fattore di conversione azoto-proteina di 6,25, a causa della presenza di azoto non proteico dalla chitina. Il richiedente ha proposto di utilizzare l’NF come congelato, essiccato e macinato sotto forma di snack e come ingrediente alimentare in una serie di prodotti alimentari. Il target di riferimento del richiedente è la popolazione generale.

I gruppo di esperti osserva che, considerando la composizione del NF e le condizioni d’uso proposte, il consumo del NF non è svantaggioso dal punto di vista nutrizionale. La storia dell’uso e gli studi sulla tossicità presentati dalla letteratura non hanno sollevato problemi di sicurezza. Il gruppo di esperti scientifici ritiene che il consumo di NF potrebbe innescare una sensibilizzazione primaria alle proteine ​​di L. migratoria e causare reazioni allergiche in soggetti con allergia a crostacei, acari e molluschi. Inoltre, gli allergeni del mangime possono finire nel NF. Il gruppo di esperti conclude che l’NF è sicuro in base agli usi e ai livelli d’uso proposti.




Resistenza agli antimicrobici e ambienti di produzione degli alimenti: fonti e opzioni per il controllo

Antibioticoresistenza

La resistenza agli antimicrobici (AMR) negli alimenti di origine vegetale e/o nell’acquacoltura ha origine per lo più da fertilizzanti di origine fecale e acque (compresa quella usata per irrigare). Secondo l’EFSA in zootecnia le fonti potenziali di resistenza sono riconducibili a mangimi, esseri umani, acqua, aria o polvere, suolo, fauna selvatica, roditori, artropodi e attrezzature.

Per la prima volta gli esperti dell’EFSA hanno valutato il ruolo svolto dagli ambienti destinati alla produzione alimentare nell’insorgenza e diffusione dell’AMR, mappando le principali fonti dei relativi batteri e geni, anche se i dati attuali non consentono di quantificare il contributo specifico di ciascuna di esse a questo problema di portata mondiale.

L’EFSA ha individuato i batteri e i geni resistenti di massima priorità per la salute pubblica che possono essere trasmessi tramite la catena alimentare, vagliando la letteratura scientifica per documentarne la presenza nelle suddette fonti ambientali.

Tra le misure volte a limitare la comparsa e la diffusione di resistenza negli ambienti per la produzione alimentare vi sono la riduzione della contaminazione microbica di origine fecale nei fertilizzanti, nell’acqua e nei mangimi nonché l’adozione di buone pratiche igieniche in genere . Gli esperti hanno inoltre formulato raccomandazioni per proseguire la ricerca nei settori ritenuti prioritari onde contribuire a colmare le lacune nei dati, affiancando così i responsabili dell’UE in materia di gestione del rischio nell’attuare il piano d’azione europeo «One Health» contro la resistenza agli antimicrobici.

Per elaborare il parere, gli esperti hanno lavorato a stretto contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) e l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA).

Fonte: EFSA




Apicoltura 2021 – Ruolo del Medico Veterinario nell’apicoltura moderna

imparare

Nell’ambito di Apicoltura 2021 si terrà il corso dal titolo RUOLO DEL MEDICO VETERINARIO NELL’APICOLTURA MODERNA il giorno 1 ottobre 2021 presso la Cooperativa Speranza a Mantova.

Il Convegno Apicoltura 2021, accreditato ECM,  si terrà invece il giorno 2 ottobre a Lazise (VR) presso Dogana Veneta, patrocinato dalla SIMeVeP.

Programma e scheda di iscrizione – 1 ottobre 2021

ECM Apicoltura 2021 – 2 ottobre 2021




Isolato ceppo appartenente ad un nuovo sierotipo di Salmonella

Il Centro di referenza nazionale e OIE per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha identificato un ceppo di salmonella riconducibile ad un sierotipo mai descritto prima. La new entry è stata battezzata come Salmonella Abeokuta ed è originaria della Nigeria.

Al momento dell’identificazione, il ceppo di Salmonella non corrispondeva a nessuno degli oltre 2.600 sierotipi finora conosciuti e codificati nello schema White-Kauffmann-Le Minor, utilizzato per attribuire i nomi ai ceppi di Salmonella. Il sierotipo è stato isolato da un campione di mangime per polli nel sud-ovest della Nigeria, ad Abeokuta, capitale dello stato di Ogun. È stato quindi inviato al Laboratorio di referenza europeo per la salmonella di Bilthoven (Paesi Bassi), e poi all’Istituto Pasteur di Parigi per ulteriori accertamenti. La conferma è arrivata poche settimane fa: il ceppo appartiene effettivamente a un sierotipo nuovo, non ancora codificato.

La storia di questa scoperta è cominciata otto anni fa, quando l’IZSVe ha ospitato un collega nigeriano per un periodo di formazione presso il Centro di referenza. Il dott. Idowu Oluwabunmi Fagbamila, in servizio al National Veterinary Research Institute di Vom (Nigeria), ha fornito i ceppi di Salmonella provenienti da quella zona per la tipizzazione. Il merito della scoperta, oltre al dott. Fagbamila, va anche a Claudio Minorello, tecnico di laboratorio oggi in pensione ma fino a pochi anni fa in forza al Centro di referenza, in cui ha dedicato gran parte della sua attività alla sierotipizzazione di Salmonella.

Abeokuta non è stata individuata in altri paesi al di fuori della Nigeria, né ad oggi sembra costituire motivo di preoccupazione per la salute di animali e uomo. Le azioni di monitoraggio e controllo da parte del Centro di referenza serviranno a comprendere la rilevanza sanitaria di questo ed eventuali nuovi ceppi di Salmonella.

L’attuale sistema di classificazione Kauffmann-White-Le Minor si basa sui determinanti antigenici dei vari sierotipi di Salmonella ed è stato costruito in oltre 80 anni di ricerca sulle interazioni fra anticorpi e antigeni di superficie del batterio: lo schema contiene le formule antigeniche di tutti i sierotipi noti di Salmonella. Il programma è mantenuto e aggiornato dal Centro di riferimento per la salmonella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), presso l’Istituto Pasteur di Parigi. Quando fu pubblicato per la prima volta nel 1934 lo schema includeva solo 44 sierotipi, mentre oggi sono 2.659, secondo l’ultimo aggiornamento al 2010.

Fonte: IZS Venezie




Glifosato: le autorità di regolamentazione dell’UE avviano le valutazioni del rinnovo

All’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) è pervenuto un progetto di valutazione del rischio relativo al glifosato, effettuata da quattro Stati membri dell’UE. Le due Agenzie si accingono ora a esaminarne le risultanze. L’uso del glifosato, l’erbicida più utilizzato a livello mondiale, è attualmente autorizzato nell’UE fino a dicembre 2022.

Le autorità nazionali di Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria (il gruppo di valutazione del glifosato, AGG) hanno esaminato l’insieme delle evidenze trasmesse dalle imprese che hanno presentato domanda di rinnovo dell’approvazione al fine di commercializzare la sostanza nell’UE. Il progetto di relazione dell’AGG conta circa 11 000 pagine.

In merito al suddetto progetto di relazione l’EFSA e l’ECHA organizzeranno ora consultazioni pubbliche parallele, che saranno avviate nella prima settimana di settembre di quest’anno.

Le consultazioni costituiscono la prima fase delle valutazioni. Il comitato dell’ECHA per la valutazione dei rischi (RAC) procederà a un riesame della classificazione del glifosato nell’ambito del regolamento dell’UE relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio (CLP). La classificazione delle sostanze chimiche si basa esclusivamente sulle proprietà pericolose e non tiene conto della probabilità di esposizione a tali sostanze. L’esposizione è considerata parte del processo di valutazione del rischio condotto dall’EFSA.

Il glifosato è stato classificato ufficialmente come causa di gravi danni agli occhi e come tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, sia prima che dopo la valutazione dell’ECHA nel 2017. Non vi è stata alcuna classificazione in termini di mutagenicità delle cellule germinali, carcinogenicità o tossicità riproduttiva. Nella proposta dei quattro Stati membri non è prevista alcuna modifica della classificazione attuale.

Dopo l’adozione di un parere da parte dell’ECHA, l’EFSA porterà a termine la propria revisione paritaria e ne pubblicherà le conclusioni, attese per la fine del 2022. Sulla base di tale valutazione del rischio la Commissione europea renderà una decisione in merito al rinnovo dell’approvazione per il glifosato.

Contesto

Il glifosato è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nei prodotti fitosanitari. Quelli a base di glifosato, ossia i formulati contenenti glifosato, coformulanti e altre sostanze chimiche, sono utilizzati principalmente nell’agricoltura e nell’orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono con le colture.

Nel 2017 la Commissione europea ha concesso un’approvazione quinquennale per il glifosato: attualmente il periodo di approvazione dell’uso del glifosato nell’UE si estende fino al 15 dicembre 2022. Ciò significa che fino a tale data il glifosato può essere utilizzato come sostanza attiva nei prodotti fitosanitari, a condizione che ciascuno di essi sia autorizzato dalle autorità nazionali a seguito di una valutazione della loro sicurezza.

Informazioni dettagliate sono disponibili sul sito web della Commissione europea.

Fonte: EFSA




Nuova definizione One Health promossa dal tripartito e l’ UNEP

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), collaborano da tempo  per essere pronti nel  prevenire, prevedere, rilevare e rispondere alle minacce per la salute globale e promuovere uno  sviluppo sostenibile.

In quest’ ottica di  integrazione raccolgono  la nuova definizione operativa di ONE HEALTH proposta dal loro comitato consultivo  OHHLEP (One Health High Level Expert Panel), costituito da esperti di alto livello  nei diversi settori politici e scientifici mondiali  inerenti il tema del ONE HEALTH.

Questa la definizione elaborata dal gruppo di esperti:

One Health è un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi. Riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi) sono strettamente collegati e interdipendenti. L’approccio mobilita più settori, discipline e comunità a vari livelli della società per lavorare insieme per promuovere il bene -essere e affrontare le minacce alla salute e agli ecosistemi, affrontando nel contempo la necessità collettiva di acqua, energia e aria pulite, cibo sicuro e nutriente, intervenendo sui cambiamenti climatici e contribuendo allo sviluppo sostenibile.

L’ OHHLEP ha sollevato per primo l’ importanza di introdurre una definizione completa di One Health, allo scopo di promuovere una comune  comprensione di quello che concerne l’ applicazione del suo approccio in tutti i settori e aree di competenza.

Il proseguio di attività specialistiche previste nei settori come salute, cibo, acqua, energia e ambiente si assocerà ad una  collaborazione tra le diverse  discipline al fine di proteggere la salute globale,  affrontando sfide sanitarie come la diffusione di zoonosi emergenti  e della resistenza antimicrobica,  promuovendo nel contempo la conservazione e la tutela  dell’ ecosistema.

L’ approccio adottato si può applicare su più livelli (regionale, nazionale, comunitario, globale) e si basa su più elementi come governance, comunicazione, collaborazione e coordinamento condivisi ed efficaci.

Come riportato sul sito dell’ OIE, il  Tripartito ( FAO, OIE, OMS) e l’UNEP continueranno a coordinare e implementare le attività in linea con lo spirito della nuova definizione OHHLEP di One Health.

Fonte: IZS Lazio e Toscana




Appunti di scienza: medicina forense veterinaria

Nuova uscita per “Appunti di scienza”, la collana di materiali editoriali realizzata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) per la divulgazione di temi di sanità animale e sicurezza alimentare.

Il nuovo numero vuole informare i lettori sulla medicina forense veterinaria, ripercorrendo la storia e l’evoluzione di questa disciplina e introducendo ai principali riferimenti della legislazione italiana che tutela gli animali. L’opuscolo presenta inoltre gli obiettivi e le attività del Centro specialistico dipartimentale di medicina forense veterinaria dell’IZSVe.

Scarica il PDF 

Fonte: IZS Venezie




Tracciata la rotta dell’EFSA per il periodo 2022-2027

logo-efsaIl consiglio di amministrazione dell’EFSA ha adottato la strategia 2022-2027, che stabilisce le priorità per l’organizzazione, i risultati da conseguire e le azioni di alto livello che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi prefissati.

L’adozione fa seguito alle consultazioni, durate due anni, con i partner, i portatori di interesse, il consiglio di amministrazione dell’EFSA e il grande pubblico durante le quali sono state individuate sfide e opportunità nonché le possibili azioni per coglierle.

Il mondo continua a cambiare rapidamente. Nel 2021 è entrato in vigore un emendamento alla legislazione alimentare generale, che accresce le responsabilità dell’EFSA nei confronti dei cittadini dell’UE. Gli sviluppi politici a livello dell’UE, come la strategia «Dal produttore al consumatore», orienteranno l’obiettivo delle attività dell’EFSA negli anni a venire; inoltre, la pandemia impone un adattamento a nuove modalità di lavoro.

Cosa farà l’EFSA per rimanere attuale in questo contesto mutevole? Fornire una valutazione e una comunicazione affidabili in tema di rischi «dal produttore al consumatore» rimarrà la sua attività principale, come indicato nell’obiettivo strategico 1, negli anni a venire.

L’obiettivo strategico 2 interessa il modo in cui sarà garantita la preparazione alle future esigenze in materia di analisi dei rischi. Infine, l’obiettivo strategico 3 riguarda le modalità di gestione e di abilitazione delle operazioni dell’EFSA. Cercheremo di responsabilizzare il personale e di garantire un’organizzazione snella, che è un motore cruciale del nostro lavoro.

Non saremo in grado di farlo da soli. Di fronte alle sfide attuali e future per la fornitura di alimenti sicuri, sani e sostenibili, porteremo la cooperazione a un nuovo livello: creando valore attraverso partenariati all’interno di un ecosistema della conoscenza dell’UE. Questo spirito di collaborazione — e un ruolo più mirato dell’EFSA quale motore dell’azione collettiva — è al centro della nostra strategia 2027.

Prossime tappe

L’EFSA si adopera per garantire la presenza di tutti gli elementi costitutivi necessari all’attuazione della strategia nel gennaio 2022. Ciò include lo sviluppo di indicatori di prestazione che consentiranno di monitorare i progressi e i cambiamenti organizzativi che tradurranno le ambizioni dell’Autorità in realtà.

La strategia 2027 dell’EFSA è disponibile qui; una versione digitale sarà disponibile nel corso dell’estate.

 

Fonte: EFSA