Maurizio Ferri al meeting dell’EFSA sui rischi emergenti

Il  4 e 5 giugno 2025 l’EFSA ha ospitato la 33a riunione del Gruppo di discussione degli stakeholders suI rischi emergenti (StaDG-ER). Maurizio Ferri della SIMeVeP ha partecipato in rappresentanza della Federazione dei veterinari europei (FVE) ed ha relazionato sui rischi di sanità pubblica dell’Encefalite da zecca.

L’incontro ha toccato varie categorie di questioni emergenti e rischi emergenti. I temi chiave sono stati:

–          Elettronica commestibile

–          Punti di carbonio

–          Il potenziale di diffusione globale di Shewanella spp nei prodotti ittici

–          Correlazione tra miscele di additivi alimentari e diabete di tipo 2

–          Rischio per la salute pubblica dell’encefalite da zecche

–          Incidenza e diffusione in Europa della Blue Tongue

–          Carenza di vaccini per animali

Un’attenzione particolare è stata rivolta agli strumenti e alle tecniche in EFSA di Horizon Scanning e alle attività della rete sullo scambio dei rischi emergenti (EREN) per identificare e valutare in modo proattivo i segnali, anticipare le minacce e supportare i gestori del rischio nell’anticipazione dei rischi e nell’adozione di misure di prevenzione efficaci e tempestive per proteggere i consumatori, gli animali, le piante e l’ambiente.

Un aspetto degno di nota è stato l’accento posto sulla collaborazione interdisciplinare come cruciale per un’efficace valutazione e gestione dei rischi. L’incontro si è concluso con un forte invito rivolto alle organizzazioni per superare i limiti della gestione reattiva al rischio e adottare un approccio agile e lungimirante per affrontare i rischi emergenti. E’ stata evidenziata inoltre la necessità di una formazione continua, della condivisione delle migliori pratiche e dello sviluppo di solidi sistemi interni per monitorare e rispondere alle minacce sanitarie impreviste ed imprevedibili.

Dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP




Lanciato l’European Vaccines Hub (EVH) for Pandemic Readiness, una nuova partnership per lo sviluppo di vaccini

L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) della Commissione Europea, attraverso l’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA), sostiene la creazione dell’European Vaccines Hub (EVH) for Pandemic Readiness, un centro paneuropeo dedicato al progresso nello sviluppo di vaccini rilevanti per la salute pubblica. L’accordo di finanziamento è stato firmato giovedì 22 maggio e rappresenta un passo avanti nello sviluppo dei vaccini rilevanti per la salute pubblica. Integrando l’eccellenza nella ricerca sui vaccini, nello sviluppo di anticorpi monoclonali umani (H-mAbs), negli studi clinici e nelle attività di produzione su larga scala, EVH crea un ambiente europeo dinamico e collaborativo.

Il consorzio EVH è composto da 11 enti beneficiari e 13 affiliati e associati, provenienti da 7 diversi Paesi, tra cui importanti organizzazioni europee direttamente coinvolte nello sviluppo di vaccini e responsabili della preparazione pandemica nei rispettivi Stati. Il progetto è coordinato dalla Sclavo Vaccines Association, un’organizzazione no-profit con sede a Siena impegnata nel sostegno alla ricerca e allo sviluppo vaccinale.

Il progetto EVH contribuisce allo sviluppo di vaccini prototipo per le pandemie e di tecnologie scalabili, attraverso un consorzio di importanti istituti europei di ricerca e sviluppo e di impianti produttivi farmaceutici, garantendo il coordinamento dei programmi nazionali di ricerca sui vaccini. L’EVH si ispira ad una visione largamente condivisa a livello internazionale, secondo la quale lo sviluppo di vaccini pandemici non può prescindere da una fase preliminare di sviluppo di prototipi, che consenta una rapida selezione e distribuzione di vaccini speficici per i patogeni emergenti nel corso di emergenze epidemiche o pandemiche.

Strutturato su quattro pilastri a supporto delle principali attività e infrastrutture della pipeline di sviluppo vaccinale, EVH integra istituzioni europee leader con competenze distinte e incarichi specifici di preparazione pandemica. In dettaglio: Pilastro 1 “Discovery”, guidato dalla Fondazione Biotecnopolo di Siena (Italia); Pilastro 2 “Studi preclinici” dall’Institut Pasteur (Francia); Pilastro 3 “Studi clinici” da Vaccinopolis (UAntwerpen, Belgio); Pilastro 4 “Produzione” dal German Center for Infection Research (DZIF) e dal Center for Pandemic Vaccines and Therapeutics (ZEPAI, Germania).

EVH mira quindi non solo a creare un sistema reattivo di ricerca e sviluppo e un hub di conoscenza collegando potenti istituzioni leader, ma anche ad avviare progetti concreti di sviluppo vaccinale, perfezionando i processi e le procedure rilevanti all’interno del proprio quadro operativo. Il focus è su un gruppo selezionato di patogeni ritenuti critici per la preparazione anti-pandemica, come identificati nella recente lista dei patogeni più pericolosi dell’OMS per la regione Europea. Dalla progettazione dei prototipi all’applicazione clinica, l’EVH guida l’innovazione, rafforza le capacità di valutazione clinica e coordina gli sforzi con i produttori, ottimizzando al contempo la digitalizzazione dei processi di progettazione e distribuzione dei vaccini.

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Fonte: IZS Venezie




Rete UE di Allerta e Cooperazione: analisi del rapporto 2024

Il rapporto annuale 2024 della Commissione europea sulla Rete di Allerta e Cooperazione (Alert and Cooperation Network, ACN) fornisce approfondimenti completi sul monitoraggio della sicurezza alimentare in UE. Questo rapporto dettaglia sviluppi significativi nei modelli di notificarischi emergenti e sforzi collaborativi per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare durante il 2024.

Principali risultati e tendenze

Il rapporto indica un aumento dell’8% nelle notifiche totali ACN rispetto al 2023, raggiungendo 9.460 segnalazioni in tutte le reti. Il Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi (RASFF) ha registrato la crescita più sostanziale con un aumento del 12% a 5.250 notifiche. In particolare:

  • le notifiche relative alla Salute delle Piante (Plants Health, PH) sono quasi triplicate in numero, mentre
  • le notifiche di Frode Agroalimentare (Food Frauds, FF) sono diminuite di circa un terzo
  • Germania, Paesi Bassi e Italia sono emersi come i principali Paesi notificanti nel 2024
  • respingimenti alla frontiera sono rimasti costanti a circa un terzo di tutte le notifiche RASFF, riguardando principalmente residui di pesticidi in importazioni di frutta e verdura.

Innovazione nei sistemi di sicurezza alimentare

Sotto la guida del Direttore Generale Sandra Gallina, la Commissione ha lanciato due nuove reti attraverso il sistema iRASFF nel 2024: la Rete per il Benessere Animale e la Rete per gli Animali da Compagnia. Queste reti mirano a migliorare la comunicazione tra le autorità nel settore agroalimentare e garantire una migliore attuazione della legislazione UE.

Un significativo avanzamento tecnologico è stato lo sviluppo di TraceMap, uno strumento basato sull’IA integrato nel sistema di gestione delle informazioni per i controlli ufficiali. Questo sistema:

  • migliora l’elaborazione di grandi serie di dati, integrando oltre 10.000 notifiche ACN e 4 milioni di documenti TRACES annualmente
  • automatizza l’estrazione di informazioni da dati non strutturati e identifica connessioni tra allerte, operatori e modelli, facilitando indagini più efficienti su incidenti di sicurezza alimentare e frodi alimentari.

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Fonte: foddtimes.eu




Agenzia Africana per la Sicurezza Alimentare (AfFSA), il lancio

Sicurezza alimentareL’Agenzia africana per la sicurezza alimentare (AfFSA) è stata formalmente istituita, il 16 febbraio 2025, per affrontare le pervasive sfide della sicurezza alimentare. Questo promettente organismo, esaminato in un recente articolo di npj Science of Food (Ayalew et al., 2025), è il primo del suo genere nel continente e offre un modello per coordinare le politiche, rafforzare la valutazione del rischio. Per migliorare anche, in ultima analisi, la food security e lo sviluppo economico degli Stati Membri dell’Unione Africana.

L’Unione Africana: leadership continentale e integrazione

L’Unione Africana (African Union, AU) è un organismo continentale composto da 55 Stati membri, ufficialmente lanciato nel 2002 quale successore dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA). L’AU è l’istituzione principale dell’Africa e l’organizzazione primaria per la promozione dell’integrazione socio-economica accelerata del continente, nonché il forum centrale per promuovere interessi collettivi, cooperazione e coordinamento tra gli Stati africani.

La visione dell’AU è ‘un’Africa integrata, prospera e pacifica, guidata dai propri cittadini, che rappresenti una forza dinamica nell’arena internazionale‘.

Le sue iniziative abbracciano l’integrazione politica, lo sviluppo economico, la cooperazione in materia di sicurezza, il coordinamento delle politiche sanitarie e il progresso agricolo. L’organizzazione opera attraverso vari uffici tecnici specializzati, commissioni e agenzie che affrontano sfide specifiche di settore in tutto il continente. Quadri politici chiave come l’Agenda 2063 e l’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTAguidano la direzione strategica dell’AU verso l’integrazione continentale e lo sviluppo sostenibile.

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Fonte: foodtimes.eu




One Health. A Bruxelles riunione della task force europea interagenzia

 I rappresentanti della task force interagenzia One Health composta da cinque agenzie dell’Unione europea (Ecdc, Ema, Efsa, Aea ed Echa), si sono riuniti a Bruxelles con funzionari della Direzione Generale Salute e Sicurezza Alimentare (DG Sante) e di altri servizi della Commissione Europea per promuovere il coordinamento e l’attuazione dell’approccio One Health nell’Ue.

La riunione, ospitata dalla DG Sante, mira a rafforzare il dialogo tra la task force e i servizi della Commissione, promuovendo uno scambio regolare sulle priorità relative al tema trattato. I partecipanti hanno discusso i progressi nell’attuazione del quadro d’azione della task force interagenzia One Health, delineando i prossimi passi per una maggiore collaborazione. Nella riunione è stata annunciata l’istituzione del gruppo di lavoro inter-agenzia sulla resistenza antimicrobica (Amr) per garantire un efficace scambio di informazioni sulla resistenza antimicrobica. La riunione ha discusso l’attuazione del parere del meccanismo di consulenza scientifica sulla governance One Health nell’Ue, con le agenzie, insieme ai servizi della Commissione, che hanno esplorato le modalità per supportare l’attuazione delle 6 raccomandazioni. Le discussioni hanno evidenziato l’importanza di un approccio coordinato alla salute pubblica, alla salute animale e alle sfide ambientali.

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Fonte: quotidianosanita.it



WOAH: primo rapporto sulla salute animale nel mondo

WOAH: primo rapporto sulla salute animale nel mondoL’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) ha pubblicato, in vista della 92a sessione generale, il primo rapporto sullo stato della salute degli animali nel mondo dal quale emerge che che diverse malattie animali stanno raggiungendo nuove aree e che la metà di quelle segnalate è in grado di trasmettersi l’uomo, minacciando perciò la sicurezza alimentare globale, la salute umana e la biodiversità.

Tra i risultati principali:

  • Le malattie animali stanno migrando verso aree precedentemente non colpite, la metà (47%) delle quali ha un potenziale zoonotico, ovvero di trasmettersi dagli animali all’uomo.
  • I focolai di influenza aviaria nei mammiferi sono più che raddoppiati lo scorso anno rispetto al 2023, aumentando il rischio di un’ulteriore diffusione e di trasmissione umana.
  • L’accesso ai vaccini per il bestiame resta disomogeneo in tutto il mondo e gli sforzi per eradicare le malattie si scontrano con difficoltà finanziarie e politiche.
  • L’uso di antibiotici negli animali è diminuito del 5 % tra il 2020 e il 2022 e l’estensione della vaccinazione del bestiame a livello globale ridurrebbe il rischio di resistenza agli antibiotici.

Per rispondere alle sfide crescenti, la Woah chiede un rafforzamento dei servizi veterinari nazionali, maggiore coordinamento internazionale e investimenti in sorveglianza e diagnostica avanzata, inclusi strumenti per distinguere tra animali vaccinati e infetti, essenziali per garantire trasparenza nei commerci e interventi tempestivi.

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Fonte: WOAH




L’ostracismo verso la Scienza, cifra distintiva del Governo Trump

Non ancora appagato dai rimpatri forzatamente imposti agli immigrati sudamericani, l’ostracismo di Donald Trump e della sua Amministrazione si rivolge adesso all’immigrazione intellettuale, quella “forza lavoro” che ha contribuito a rendere grande l’America!

Brillano per numerosita’ ed operosità, al suo interno, i nostri connazionali, con ben 2.500 fra studenti, ricercatori e professori popolanti la comunità accademica di Harvard, la più prestigiosa Università statunitense, verso cui puntano vieppiu’ gli acuminati strali scagliati dalla Ministra Kristi Noem.

Si tratta di un allarmante ostracismo nei confronti della Scienza, che a mo’ di beffa del destino sta affliggendo quella stessa Nazione che intere schiere e moltitudini di scienziate e di scienziati, me compreso, da tempo immemore considerano un vero eproprio “Eden della Scienza”!

In tali incomprensibili dinamiche s’inserisce pure il manifesto atteggiamento “no vax” del Ministro della Salute Robert Kennedy Jr., che fa il paio sia con l’incomprensibile fuoriuscita degli USA dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sia con l’insofferenza verso la Comunità Scientifica di cui Donald Trump aveva già offerto eloquenti testimonianze nel corso della drammatica pandemia da CoViD-19.

Errare humanum est perseverare autem diabolicum!

 

Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP,

Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo

 

 




Accordo Pandemico Globale 2025

La pandemia COVID 19 ha messo in evidenza alcune inefficienze dello schema sanitario internazionale. Sotto gli auspici del WHO a Ginevra sono stati negoziati due strumenti internazionali: le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (IHR) e l’Accordo pandemico globale.

IHR. Il Regolamento Sanitario Internazionale è una normativa vincolante del WHO per la risposta alle emergenze sanitarie. In occasione del 76ma Assemblea Mondiale della Sanità (WHA), il massimo organo decisionale del WHO nel 2024 sono state apportate modifiche al testo IHR per superare alcuni limiti relativi alla preparazione degli Stati, compliance alle norme stabilite e funzionamento del Comitato di Emergenza per la dichiarazione di un’emergenza sanitaria, nonché mancanza DI riferimenti alle più recenti strategie basate sull’approccio One Health.

Accordo pandemico globale. Nel corso della 78ma sessione plenaria del 20 Maggio 2025 del WHA, i governi di 124 Paesi hanno adottato l’Accordo pandemico globale. L’accordo è il risultato di un negoziato intergovernativo avviato nel 2021 con l’obiettivo di promuovere un’azione multilaterale, di cooperazione e trasparenza tra i paesi membri, in particolare per sostenere quelli a basso e medio reddito, ed evitare il ripetersi del fallimento della governance globale sanitaria durante la pandemia da COVID 19 con errori, ineguaglianze e inefficienze nella distribuzione di vaccini ed altri presidi curativi. Sandra Gallina, Direttore della DG SANTE ha svolto il ruolo di negoziatore per conto dell’Unione Europea, con il supporto di un team di negoziazione e coordinamento con altri servizi nell’Unione Europea.  Sono stati coinvolti anche esperti tecnici degli Stati membri e rappresentanti a Ginevra e un comitato speciale con un ruolo di consulenza.

L’Accordo pandemico globale, composto da 35 articoli, stabilisce un quadro giuridico vincolante per prevenire, prepararsi e rispondere a future pandemie con maggiore equità, cooperazione e trasparenza.  I punti chiave sono:

  • Promozione dell’approccio One Health. One Health, come integrazione tra salute umana, animale e ambientale nelle politiche e strategie nazionali e formazione interdisciplinare degli operatori, compare negli articoli 1 (definizioni), 4 (prevenzione della pandemia e sorveglianza e 5 (approccio One Health per la preparazione alle pandemie).
  • Rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali
  • Sviluppo di capacità di ricerca e di trasferimento tecnologico (es. nei paesi i via di sviluppo)
  • Promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici
  • Creazione di un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei patogeni e sequenze genetiche e di benefici derivati (es. vaccini, fondi, know-how) definito strumento PABS (Pathogen Access and Benefit-Sharing System) coerente e non contrastante con gli obiettivi della Convenzione sulla Diversità Biologica e del protocollo di Nagoya. La scadenza dei negoziati è fissata a Maggio 2026 in occasione della 79ma WHA.
  • Istituzione di una rete globale di logistica e approvvigionamento gestita dal WHO.

Merita una precisazione il punto del PABS. In sostanza le aziende farmaceutiche possono accedere  ai dati scientifici sui patogeni emergenti o nuovi, come la condivisione della sequenza genetica o di materiali biologici raccolti, ma in cambio devono garantire una “quota equa” di vaccini, strumenti diagnostici e farmaci in caso di pandemia, specie nei paesi in via di sviluppo. I dati dicono che un’equa distribuzione di farmaci durante la pandemia di CoViD-19, avrebbe potuto prevenire 1,3 milioni di decessi e centinaia di milioni di infezioni.

Occorre precisare che l’Accordo non contiene poteri vincolanti sui governi che possano fornire al Segretariato e Direttore Generale del WHO l’autorità di ‘ordinare, modificare o altrimenti prescrivere la legge nazionale e/o nazionale o di imporre requisiti che impongano alle Parti di intraprendere azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre obblighi di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare blocchi“.

L’Accordo è stato approvato con 124 favorevoli, 0 obiezioni, 11 astensioni dalle delegazioni degli Stati membri. Per la firma occorrerà attendere il completamento dei negoziati sull’annesso tecnico PABS su cui le trattative riprenderanno a luglio. Successivamente si procederà con la ratifica di almeno di 60 paesi prima che l’accordo entri in vigore. L’Accordo però, nasce con difficoltà evidenti per l’incertezza finanziaria e di leadership dovute all’uscita degli Stati Uniti dal WHO. La questione finanziamenti non è di poco conto:  il budget annuale del WHO di 6,8 miliardi di dollari e gli USA contribuiscono attualmente a quasi un quinto di esso.

L ’Italia si è tirata fuori astenendosi al momento del voto in Assemblea e schierandosi nella stessa posizione di Russia, Iran, Israele Slovacchia e Polonia.  Nella dichiarazione sul voto il Ministro della Salute ha affermato che l’astensione è stata motivata dalla necessità di ‘riaffermare la sovranità degli Stati nella gestione delle questioni di sanità pubblica’ e dalla constatazione di questioni  aperte con riferimento ai principi di proporzionalità e protezione dei diritti fondamentali, inclusa la tutela dei dati personali e delle libertà individuali’. Reclamare la sovranità nazionale nel contrasto alle pandemie è un ossimoro. Le pandemie non conoscono confini nazionali e richiedono il coordinamento a livello globale di strategie, risorse e ricerche per la gestione efficace dei rischi di sanità pubblica e per la protezione dei cittadini.  Sebbene fonti ministeriali fanno sapere che quello italiano non è un voto contrario, si tratta di una decisione di neutralità ovviamente tutta politica, che facendo sponda a sirene negazioniste (es. no vax) ed antiscientifiche, sacrifica le ragioni della scienza e sconfessa gli sforzi fatti e gli impegni assunti dal Governo nella gestione della pandemia per la quale l’Italia ha pagato il prezzo più alto.  Tra l’altro L’Italia è stata tra i promotori (Friends of the treaty) del piano pandemico tre anni fa.

Dott. Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico della SIMeVeP




Resistenza all’amitraz nella varroa: uno studio pubblicato dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura fa il punto a livello globale

apicolturaLe api da miele (Apis mellifera) svolgono un ruolo cruciale nell’impollinazione delle colture agricole e nella conservazione degli ecosistemi naturali. Tuttavia, la sopravvivenza delle colonie è sempre più minacciata da numerosi fattori, tra cui l’infestazione da Varroa destructor, un acaro parassita considerato tra le principali cause di perdita delle colonie.

Per contrastare la varroa, gli apicoltori utilizzano strategie integrate, tra cui trattamenti chimici a base di acaricidi. Tra questi, l’amitraz è da anni uno dei principi attivi più utilizzati, considerato efficace e con basso rischio di sviluppo di resistenza.

Tuttavia, un recente studio realizzato dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), pubblicato sulla rivista scientifica Insects, evidenzia come anche l’uso diffuso dell’amitraz stia selezionando popolazioni resistenti di varroa.

Attraverso una revisione sistematica della letteratura, sono stati selezionati 74 studi globali riguardanti l’efficacia e la resistenza all’amitraz. I risultati mostrano che solo il 31,7% dei test in laboratorio raggiunge un’efficacia superiore al 95%, valore considerato ottimale. Inoltre, test condotti in diversi Paesi – inclusi Francia, Repubblica Ceca, USA e Argentina – segnalano un aumento progressivo dei livelli di resistenza.

Lo studio sottolinea la necessità urgente di programmi di monitoraggio a livello nazionale e strategie di gestione più consapevoli. In particolare, è fondamentale evitare un uso improprio degli acaricidi, promuovere la rotazione dei principi attivi nei trattamenti e investire nella ricerca su nuovi metodi di controllo.

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Fonte: IZS Venezie




Dati e intelligenza artificiale in medicina veterinaria: dall’Ema il piano europeo per il futuro della salute pubblica

datiIn un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e i big data stanno rivoluzionando ogni settore, anche la salute animale difende oggetto di innovazione.

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha infatti presentato – insieme al network dei responsabili delle agenzie regolatorie nazionali (Hma) – un piano strategico che punta a trasformare la gestione regolatoria dei farmaci veterinari attraverso l’uso intelligente dei dati.

L’obiettivo: migliorare la salute animale e pubblica in tutta l’Unione europea entro il 2028, ottimizzando ogni fase della regolazione. Dalla sperimentazione clinica alla sorveglianza post-marketing.

Un piano per il futuro: dati e intelligenza artificiale fino al 2028

Il documento programmatico, intitolato Data and AI in Medicines Regulation to 2028”, si inserisce nella cornice più ampia della trasformazione digitale delle istituzioni europee. La strategia si basa su tre assi portanti:

  1. Governance dei dati: definizione di standard etici e normativi per il trattamento delle informazioni;

  2. Capacità analitica: rafforzamento delle competenze nella gestione di dati complessi e non strutturati;

  3. Innovazione regolatoria: uso di tecnologie predittive e machine learning per guidare le decisioni.

Perché i Big Data sono cruciali per la salute animale?

Tutti i dati – provenienti da studi clinici, pratiche veterinarie, allevamenti e farmacovigilanza – contengono informazioni preziose che possono prevedere l’insorgenza di epidemie zoonotiche, monitorare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci veterinari, supportare lo sviluppo di nuovi trattamenti e prevenire fenomeni di resistenza antimicrobica.

Attraverso la rete Darwin Eu, l’Ema mira a integrare questi dati in tempo reale, creando un ecosistema europeo di sorveglianza sanitaria digitale.

Una strategia che già oggi si concretizza attraverso diversi progetti pilotta: dall’analisi dei dati individuali riportati negli studi clinici per valutare i benefici dell’accesso granulare alla sperimentazione di modelli di intelligenza artificiale per identificare segnali di rischio precoce nei trattamenti veterinari, fino al coinvolgimento di partner pubblici e privati per condividere infrastrutture tecnologiche e modelli predittivi.

In parallelo, si sta lavorando a un ampliamento della rete Darwin Eu per estendere la raccolta e l’elaborazione di real world data anche al settore veterinario.

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Fonte: aboutpharma.com