EFSA: Cani e gatti non devono essere tenuti continuativamente in box, gabbie e gabbiette

Il rapporto include anche raccomandazioni in fatto di stress termico, condizioni di alloggio, operazioni di chirurgia estetica o non terapeutiche nonché questioni sanitarie della riproduzione negli allevamenti commerciali.
Per la maggior parte dei gatti adulti una temperatura compresa tra i 15 e i 26°C previene gli stress termici, mentre per i cani adulti da riproduzione non sono disponibili evidenze scientifiche sufficienti a definire un tale tipo di intervallo di temperatura.
L’EFSA ha poi valutato alcune pratiche di chirurgia estetica o non terapeutiche (taglio delle unghie nei gatti e taglio nelle orecchie, taglio della coda e resezione delle corde vocali o “devocalizzazione” nei cani) concludendo che non dovrebbero essere eseguite se non necessarie per la salute degli animali.
Le femmine di cani e gatti non dovrebbero essere fatte accoppiare prima dello sviluppo completo, anche se hanno già raggiunto la maturità sessuale (pubertà). Andrebbe controllata la frequenza delle gravidanze, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire un periodo minimo tra un parto e l’altro. Le gatte di età superiore ai sei anni e le cagne di età superiore agli otto anni devono essere controllate da un veterinario per verificarne lo stato di salute generale e le condizioni fisiche.
Fonte: EFSA

Esiste un vaccino già testato con successo sui cinghiali in cattività
Una specie diffusa in Nord America si è rivelata un importante serbatoio di SARS-CoV-2 e potrebbe anche agire come un acceleratore alla sua evoluzione. Monitorare questi animali, come anche altre specie che ospitano il coronavirus, potrebbe però rivelarsi un vantaggio per tenere sotto controllo la diffusione del patogeno
Sono online i documenti relativi al corso ECM dal titolo “Peste Suina Africana: problema sanitario ed economico. Strategie di contenimento e di eradicazione” che si è tenuto a Bergamo il 2 settembre.
Il dott. Maurizio Ferri, responsabile scientifico SIMeVeP, intervistato da Sanità Informazione sulla diffusione della Vespa orientalis.
E’ stato pubblicato oggi il riassunto per decisori politici dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes), la massima autorità scientifica in materia di natura e di contributi materiali e immateriali che la natura offre alle persone. L’approvazione era avvenuta al termine della 10a sessione plenaria dell’Ipbes da parte dei 141 Paesi membri, tra cui l’Italia. La redazione del rapporto ha coinvolto un centinaio di scienziati di ogni parte del mondo, ha richiesto oltre quattro anni di lavoro e la consultazione di oltre 12 mila referenze bibliografiche.
Nell’arco di trent’anni, dal 1988 e il 2018, le infezioni da Vibrio vulnificus, un batterio che infetta ferite esposte all’acqua di mare contaminata e che ha un’elevata mortalità, sono cresciute di otto volte negli stati orientali degli Usa. A lanciare l’allarme i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), precisando come la causa dell’evento sarebbe il riscaldamento delle acque marine conseguente ai cambiamenti climatici.
Vespa velutina e Vespa orientalis sono due calabroni entrambi pericolosi per l’apicoltura a causa della loro predazione sulle colonie di ape mellifera. La prima è una specie di origine asiatica arrivata in Italia nel 2014, che si sta spostando da nord ovest verso sud est; la seconda è una specie autoctona del sud Italia che sta ampliando il suo areale di distribuzione verso il nord ovest della penisola.
Come annunciato dal Ministro Schillaci è arrivato il decreto con la nuova composizione della Commissione per l’Educazione continua in medicina. Confermati gran parte dei membri. Ecco tutte le novità.