Vaiolo ovino e caprino in Spagna, Andalusia

Il 19 settembre 2022 i servizi veterinari della regione Junta in Andalusia, Spagna, hanno notificato al WOAH un focolaio di vaiolo ovino e caprino in un allevamento ovino da riproduzione situato nel comune di Benamaurel, nella provincia di Granada.

Il 14 settembre 2022, il proprietario dell’allevamento di 314 pecore e 11 capre, ha constatato la presenza di segni e lesioni cliniche compatibili con la malattia e ha comunicato tempestivamente al servizio veterinario regionale dell’Andalusia il sospetto della patologia.

Il servizio veterinario ha diagnosticato 50 pecore clinicamente malate e 30 animali morti; i restanti 284 ovini e 11 caprini sono stati uccisi; le carcasse, i sottoprodotti e i rifiuti sono stati smaltiti sotto controllo ufficiale.

Il laboratorio veterinario centrale di Algete (Madrid) – laboratorio di referenza nazionale del vaiolo ovino e caprino in Spagna, ha confermato, il 18 settembre 2022, la positività dei campioni di 50 animali mediante test RT-PCR e sequenziamento per il virus del vaiolo ovino e caprino.

Le autorità andaluse hanno immediatamente adottato le misure di controllo  previste dal regolamento delegato (UE) 2020/687 della Commissione, che integra il Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla prevenzione e al controllo di determinate malattie.

In Spagna, la malattia del vaiolo ovino e caprino era stata eradicata il 31 dicembre del 1968.

Il vaiolo degli ovini e dei caprini è una malattia virale infettiva che colpisce gli ovini e i caprini e può avere conseguenze gravi sulla popolazione animale interessata e sulla redditività dell’allevamento, perturbando i movimenti delle partite di tali animali e dei relativi prodotti all’interno dell’Unione Europea e le esportazioni verso paesi terzi.

Informazioni relative alla malattia

Fonte: IZS Teramo




Il rischio di delegittimazione di competenza

cinghialeCome già affermato in diverse occasioni proprio in questa rubrica, nel nostro Paese, le questioni legate all’esplosione demografica delle popolazioni di cinghiali sono sempre di estrema attualità con prese di posizione, quasi sempre divergenti, tra chi si ritiene danneggiato dalla loro esuberante presenza – in primis gli agricoltori – e chi invece – in primis le associazioni animaliste – osteggia qualunque intervento venga anche solo ipotizzato per ridurne la invadente e assai spesso pericolosa presenza (in primis incidenti stradali).

Nonostante le attività di sorveglianza in atto dal 2019, questo quadro si è andato ad aggravare ulteriormente con l’arrivo della peste suina africana (PSA), attualmente presente con tre focolai (uno in Piemonte-Liguria e due nel Lazio), che ha comportato la necessità, da parte delle autorità sanitarie nazionali e locali, di porre in essere tutte quelle misure, previste dai diversi regolamenti europei, idonee a evitare la diffusione della malattia e quindi, nei tempi più rapidi possibile, la sua eradicazione.

L’argomento è affrontato dal dott. Vitantonio Perrone, con particolare riferimento alla presenza di cinghiali nella città di Roma, in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




Una Sola Salute, accreditato un nuovo laboratorio IZSLER per indagini virologiche e batteriologiche

Una Sola Salute, accreditato un nuovo laboratorio IZSLER per indagini virologiche e batteriologiche

L’esperienza della pandemia da coronavirus e i 1.293.000  (1.320.000 se sommiamo le analisi per le varianti e i sequenziamenti) campioni eseguiti su tamponi nasali e per la tipizzazione delle varianti virali di SARS CoV-2, è stato solo l’ultimo tassello di un percorso che IZSLER ha iniziato occupandosi da molti anni di malattie che coinvolgono l’uomo e gli animali, e per le quali la diagnostica pronta ed efficiente diventa lo strumento principale per la prevenzione della diffusione delle malattie stesse.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH) stima che circa il 60 % degli agenti patogeni che causano malattie nell’uomo provengano da animali e ogni anno appaiono mediamente nell’uomo 5 nuove malattie per cui proteggere gli animali è proteggere il nostro futuro.

E’ stato avviato pertanto, su richiesta di Regione Lombardia, il percorso di accreditamento di un laboratorio specializzato di virologia e microbiologia per la diagnostica delle malattie batteriche e virali (senza punto prelievo), inserito nel sistema lombardo di Servizi di Medicina di laboratorio (SmeL), che può ricevere campioni provenienti da pazienti umani ed emettere esiti conformi alle necessità del Sistema Sanitario Nazionale .

L’approccio One Health (un Sola Salute) di IZSLER con questo nuovo laboratorio fa un notevole passo avanti che si affianca ai piani di prevenzione verso alcune malattie, quali ad esempio la West Nile, già attivi in Lombardia ed Emilia-Romagna.

Fonte: IZS Lombardia ed Emilia-Romagna




SARS CoV-2 negli animali, un sito per navigare in tutti gli eventi segnalati

SARS CoV-2 negli animali, un sito per navigare in tutti gli eventi segnalati.

Il virus SARS CoV-2 è stato segnalato in moltissime nazioni anche negli animali e talvolta con risonanza mediatica notevole. Per quanto il coronavirus non sia abitualmente trasmesso dagli animali all’uomo, SARS-CoV-2 è in grado di infettare 29 specie animali, determinando la possibilità  di creare serbatoi animali dove può modificarsi e diventare più contagioso per l’uomo. Questo rischio viene ridotto tramite la segnalazione tempestiva al World Animal Health Information System (WAHIS) dell’organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) e l’attivazione di misure di contenimento.

Il sito SARS-ANI VIS (Complexity Science Hub Vienna) ha collezionato gli eventi segnalati di infezione degli animali da 39 paesi nel mondo e rappresentato i 729 eventi in una infografica chiara e navigabile per nazione, per specie e per tipologia di eventi, segni clinici, varianti etc. . Ogni evento ha una piccola scheda con i dati disponibili di numero animali , specie, contatti, relazioni.

Il sito ha utilizzato un set di dati open riguardante gli eventi SARS CoV-2 segnalati negli animali, le fonti sono i data base di ProMED (Program for Monitoring Emerging Diseases ), ISID (International Society for Infectious Disease ) e WOAH (World Organisation for Animal Health ).

Fonte: IZS Lombardia ed Emilia Romagna




Primo caso di infezione da RHDV2 nel Nord-est Italia in un esemplare di lepre bruna europea

È stato rilevato per la prima volta nel Nord-est Italia il virus dell’RHDV2 in un esemplare di lepre bruna europea. L’animale, ritrovato morto nella Riserva di Ala (provincia di Trento) a giugno 2022, è stato conferito alla sede di Trento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) per monitoraggio sanitario. All’esame autoptico si sono riscontrate lesioni EBHS-simili con congestione diffusa degli organi addominali, versamento ematico addominale e grave tracheite emorragica. Le analisi biomolecolari eseguite nei laboratori dell’IZSVe hanno individuato una positività a Lagovirus, poi confermata come RHDV2 (variante francese di RHDV) dal Centro di referenza nazionale per le malattie virali dei lagomorfi dell’IZS della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER).

È stato rilevato per la prima volta nel Nord-est Italia il virus dell’RHDV2 in un esemplare di lepre bruna europea. L’animale, ritrovato morto nella Riserva di Ala (provincia di Trento) a giugno 2022, è stato conferito alla sede di Trento dell’IZSVe. Le analisi biomolecolari hanno individuato una positività a Lagovirus, poi confermata come RHDV2 (variante francese di RHDV) dal Centro di referenza nazionale per le malattie virali dei lagomorfi dell’IZSLER.

La malattia della lepre bruna europea (EBHS) e la malattia emorragica del coniglio (RHD) sono patologie altamente contagiose e letali causate da due Lagovirus antigenicamente e geneticamente simili tra loro (EBHSV e RHDV). Classicamente EBHSV colpisce alcune specie di lepre (Lepus spp.) mentre RHDV colpisce i conigli (Oryctolagus cuniculus). Nel 2010, è stata rilevata in Francia nei conigli una nuova variante di RHDV (RHDV2), diffusasi rapidamente in tutta Europa, Italia compresa, provocando vere e proprie epidemie nei conigli sia d’allevamento che allo stato brado.

Mano a mano che il virus andava diffondendosi in Europa si è scoperto che diverse specie di lepre risultano sensibili a RHDV2: la lepre bruna europea (Lepus europeus), la lepre bianca o alpina (Lepus timidus) e in Italia, oltre alle già citata lepre bruna, si sono riscontrate le prime positività in due specie autoctone: la lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus) e la lepre italica o appenninica (Lepus corsicanus).

In Provincia di Trento la sorveglianza sanitaria sulla fauna selvatica, comprese le popolazioni di lepre, è prevista da una convenzione con il Servizio Faunistico che l’IZSVe ha in essere da più di 20 anni. Per l’EBHS, il monitoraggio prevede la sorveglianza passiva su lepri rinvenute morte e quella attiva su organi di lepri abbattute durante la stagione venatoria.

Dal 2016, a seguito di un focolaio di RHDV2 nei conigli selvatici nella zona urbana/periurbana della città di Trento, in collaborazione con il CRN malattie virali dei lagomorfi, è stato indagato il ruolo della lepre bruna europea nell’epidemiologia di questo virus. In alcune riserve di caccia provinciali nel biennio 2016-2017 e 2017-2018 sono stati testati 226 sieri raccolti da lepri abbattute e sono state rilevate diverse positività sierologiche per RHDV2; è stata eseguita anche la ricerca di RHDV2 con metodiche biomolecolari sugli organi di alcune lepri provenienti da riserve dove era segnalata circolazione di RHDV2 nel coniglio selvatico e non sono state evidenziate positività virologiche. Dal 2016 nella Provincia di Trento la ricerca dei virus RHDV2 ed EBHSV viene eseguita routinariamente nelle lepri rinvenute morte, e questo ha permesso di individuare la positività nella lepre morta nella riserva di Ala.

I risultati confermano ancora una volta l’importanza della sorveglianza sanitaria sulle popolazioni selvatiche per la raccolta di dati sanitari. La sporadicità dei casi d’infezione per RHDV2 nella lepre bruna europea ci indica che, probabilmente, la suscettibilità nei confronti di questo virus è bassa, ma è necessario continuare ad indagare il possibile ruolo epidemiologico della lepre come ospite spillover per RHDV2.

Fonte: IZS Venezie




Efsa-Ecdc, aviaria 2021-22 la più grande mai vista in Europa

efsa ecdcLa stagione epidemica 2021-2022 dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) è la più grande finora osservata in Europa. Gli ultimi dati del rapporto congiunto dell’EFSA, dell’ECDC e del laboratorio di riferimento dell’UE mostrano un totale di 2.467 focolai nel pollame, 48 milioni di uccelli abbattuti negli stabilimenti colpiti, 187 rilevamenti negli uccelli in cattività e 3.573 eventi HPAI negli uccelli selvatici. Inoltre, l’estensione geografica dell’epidemia è senza precedenti, dalle isole Svalbard al Portogallo meridionale e dall’est all’Ucraina, colpendo 37 paesi europei.

I virus dell’influenza che circolano in specie animali come maiali o uccelli possono infettare sporadicamente gli esseri umani, causando malattie da lievi a molto gravi. Questi virus possono potenzialmente incidere gravemente sulla salute pubblica, come durante le epidemie di influenza aviaria H5N1 in Egitto o H7N9 in Cina, o la pandemia di influenza H1N1 del 2009 causata da un virus inizialmente diffuso dai maiali all’uomo. Nonostante il numero eccezionalmente elevato di casi recentemente rilevati nel pollame e negli uccelli, nonché i numerosi eventi di trasmissione dell’influenza aviaria a diverse specie di mammiferi, negli ultimi anni non è stata osservata alcuna trasmissione umana nell’UE/SEE. Inoltre, solo un piccolo numero di infezioni umane con malattia asintomatica o lieve è stato segnalato a livello globale. Pertanto, il rischio complessivo per la popolazione rimane a livelli bassi,

“Per fortuna, non ci sono state infezioni umane durante i recenti focolai di influenza aviaria nell’UE/SEE”, ha affermato Andrea Ammon, direttore dell’ECDC. “Tuttavia, diversi gruppi di persone, principalmente quelli che lavorano nel settore animale, sono maggiormente a rischio di esposizione ad animali infetti. È fondamentale che medici, esperti di laboratorio ed esperti di salute, sia nel settore animale che umano, collaborino e mantengano un approccio coordinato. È necessaria vigilanza per identificare le infezioni da virus influenzali il prima possibile e per informare le valutazioni del rischio e l’azione di salute pubblica”, ha aggiunto.

La nuova guida pubblicata oggi dall’ECDC sottolinea l’importanza delle misure di sicurezza e salute sul lavoro da adottare nei luoghi di lavoro in cui non è possibile evitare il contatto con gli animali e rafforzata in quelli in cui è stata identificata l’influenza zoonotica negli animali. I datori di lavoro dovrebbero rivedere periodicamente la loro valutazione del rischio sul posto di lavoro e garantire che siano adottate tutte le misure tecniche, organizzative, di manutenzione e igieniche necessarie per prevenire l’infezione dei lavoratori. Queste misure includono la prevenzione di aerosol e polvere, ventilazione adeguata, separazione del lavoro e degli indumenti personali, nonché misure per prevenire la contaminazione degli alloggi dei lavoratori.

I professionisti della salute pubblica e i medici devono essere consapevoli della necessità di testare le infezioni nei pazienti con malattie respiratorie e la recente esposizione ad animali potenzialmente infetti. I test per l’influenza zoonotica dovrebbero essere presi in considerazione anche nei pazienti con malattia respiratoria acuta grave di origine sconosciuta, nonché nei pazienti gravemente malati con una precedente esposizione agli animali. È della massima importanza identificare tempestivamente gli eventi di trasmissione.

I piani di preparazione, così come la formazione regolare e le esercitazioni di simulazione sugli aggiornamenti dell’influenza zoonotica, sono ulteriori misure importanti. La sorveglianza mediante la valutazione genomica è diventata indispensabile ei paesi con capacità e risorse disponibili dovrebbero utilizzarla nell’identificazione dei virus emergenti dell’influenza zoonotica.

Fonte:ECDC




Spreco alimentare: la Commissione lancia l’allarme. Un quinto del cibo prodotto in Europa nella spazzatura. Le azioni Ue

“Il nostro sistema alimentare è sotto forte pressione. Stiamo affrontando allo stesso tempo gli effetti negativi del cambiamento climatico, del degrado ambientale, degli shock economici e dei conflitti violenti, che stanno mettendo in pericolo la sicurezza alimentare di milioni di persone in tutto il mondo”. Lo afferma la commissaria per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, in occasione della terza Giornata internazionale per la consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari. “In questo contesto, è inaccettabile che il 20% di tutto il cibo che produciamo nell’Ue vada perso o sprecato”.

“Nell’Ue – aggiunge – stiamo già intraprendendo azioni decisive per affrontare la sicurezza alimentare globale attraverso la cooperazione internazionale, sostenendo la creazione di sistemi alimentari sostenibili e resilienti attraverso i nostri investimenti nei Paesi partner. Stiamo inoltre mobilitando aiuti umanitari e sostegno alle persone più colpite dalla crisi, in collaborazione con i nostri Stati membri. Sebbene la disponibilità di cibo non sia attualmente in gioco nell’Ue, l’accessibilità alimentare sta diventando una preoccupazione crescente per molte famiglie. Oggi, oltre 36 milioni di persone nell’Unione non possono permettersi un pasto sano a giorni alterni. Se vogliamo realizzare un sistema alimentare sostenibile e migliorare la sicurezza alimentare, dobbiamo sfruttare al meglio il nostro cibo e le risorse che ne derivano”.

Sottolinea quindi: “la strategia dell’Ue ‘dal produttore alla tavola’ ci fornisce una chiara direzione per eliminare le perdite e gli sprechi alimentari dal nostro sistema alimentare. Stiamo ora preparando la prima legislazione europea in assoluto per fissare obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari. In questo modo intensificheremo le azioni di prevenzione degli sprechi alimentari sul campo e aumenteremo il contributo dell’Ue all’obiettivo globale di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”.

Fonte: Agensir




«Rabbia: una salute, zero decessi». 16ᵃ Giornata mondiale contro la rabbia

workshop rabbia

Il 28 settembre 2022 ricorre la 16ᵃ Giornata Mondiale contro la Rabbia. Il tema di quest’anno “Rabies: One Health, Zero Deaths” (Rabbia: una salute, zero decessi) mette in evidenza la connessione tra la salute dell’ambiente e quella delle persone e degli animali.

Una salute
La pandemia di COVID-19 ha mostrato le forti vulnerabilità dei sistemi sanitari, ma ha anche dimostrato cosa può ottenere la collaborazione tra i vari settori.

I programmi di controllo della rabbia offrono un ottimo esempio per l’attuazione di One Health e le strutture e la fiducia che le sostengono sono cruciali per altre malattie zoonotiche, comprese quelle soggette a pandemia.

Zero morti
Il mondo ha i vaccini, le medicine, gli strumenti e le tecnologie per interrompere il ciclo di una delle malattie più antiche.

Zero entro il 30: il piano strategico globale per l’eliminazione delle morti per rabbia umana mediate dai cani entro il 2030 è un documento ambizioso con obiettivi raggiungibili. È allineato con il nuovoRoad map NTD che dà priorità agli interventi integrati e al mainstreaming dei programmi NTD all’interno dei sistemi sanitari nazionali.

Gli approcci integrati sostenuti sia nel Piano strategico globale per la rabbia che nella tabella di marcia sono rilevanti, poiché mostrano l’importanza di lavorare insieme in modo ottimale e collaborativo di fronte a numerose sfide, come sperimentato durante l’attuale pandemia di COVID-19.

È quindi fondamentale lavorare con le parti interessate, i campioni e le persone a livello comunitario, locale, nazionale e globale per ricostruire e rafforzare i sistemi sanitari e i programmi di controllo della rabbia.

Collaborando e unendo le forze, stimolando le comunità e impegnandosi a sostenere la vaccinazione dei cani, la rabbia può essere eliminata.

Fonte: WHO




Stop all’import in Ue di alimenti con residui di pesticidi nocivi per api

apicolturaL’Ue va verso il divieto di importare alimenti con residui di pesticidi nocivi per le api. È la prima volta che l’Unione Europea – e più in generale un membro Wto – impone limitazioni all’import di alimenti sulla base di una questione ambientale e non per motivi di salute dei consumatori.

L’uso all’aperto dei due insetticidi, appartenenti alla classe dei neonicotinoidi, è vietato nell’Ue dal 2018. «Dato il loro impatto negativo sugli impollinatori di tutto il mondo, comprese le api, l’uso di questi due neonicotinoidi è già stato vietato nell’Ue – ha spiegato la commissaria competente Stella Kyriakides –. Oggi facciamo un ulteriore passo avanti, contribuendo alla transizione verso sistemi alimentari sostenibili anche a livello mondiale».

Secondo il regolamento proposto dalla Commissione europea e approvato oggi dagli Stati membri, per queste sostanze si applicheranno limiti massimi di residui al livello più basso misurabile, non solo sui prodotti alimentari made in Ue ma anche su quelli importati.
La Commissione aveva notificato la misura al Wto nei mesi scorsi e dieci grandi partner commerciali, dal Giappone agli Usa, dal Brasile al Sudafrica, hanno pubblicamente bocciato l’iniziativa.
Il regolamento sarà sottoposto al Consiglio e al Parlamento, che hanno due mesi di tempo per reagire. Se le due istituzioni non si opporranno, sarà adottato all’inizio del 2023.




Nuova funzionalita’ VETINFO – Allevamenti Autorizzati alle movimentazioni

portale VetinfoE’ attiva nella Banca Dati Nazionale la nuova funzionalità per gli allevamenti autorizzati alle movimentazioni.

Le autorizzazioni si riferiscono agli animali delle specie indicate, detenuti per ingrasso, transumanza, pascolo, monticazione, vita e riproduzione, movimentati tra territori nazionali con differente status sanitario per la prevenzione della diffusione di infezioni da Brucella abortus, Brucella melitensis, Brucella suis, da complesso MTBC e da Leucosi bovina enzootica.
La funzionalità è attiva al percorso <Anagrafiche -> Allevamenti autorizzati alle movimentazioni> all’interno della Banca Dati Nazionale.

Il Manuale descrive la funzionalità per i Servizi Veterinari per l’inserimento e la consultazione degli allevamenti autorizzati.

Scarica il Manuale

Fonte: Ministero della Salute