Cambiamento climatico, il vermocane invade i mari Tirreno e Adriatico

La presenza del vermocane (Hermodice carunculata), noto anche come verme di fuoco, nel Mar Tirreno e nel Mar Adriatico sta aumentando a causa del riscaldamento globale. Un progetto di ricerca a Milazzo mira a contrastarne la diffusione e a proteggere l’industria ittica, l’ecosistema marino e la sicurezza umana.

 Il vermocane
Il vermocane è una specie nativa termofila e la sua maggiore presenza è un indicatore del cambiamento climatico. È un predatore generalista molto vorace che si alimenta di coralli, gorgonie, stelle marine e altre specie presenti nei mari italiani. Ha proprietà urticanti e può causare irritazioni cutanee, rappresentando una minaccia sia per diverse specie marine che per l’uomo.
L’avvistamento di molti esemplari nei mari del sud Italia, oltre a essere un indice della crisi climatica che il Mediterraneo sta vivendo, ha iniziato a suscitare preoccupazione per i potenziali danni che tale specie può arrecare al settore ittico.

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Fonte: vet33




L’Ema autorizza il primo vaccino per adulti contro la chikungunya

vaccinoL’Ema ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea per Ixchiq, il primo vaccino nell’Ue per proteggere gli adulti di età pari o superiore a 18 anni contro la chikungunya.

Viene somministrato in dose singola. Lo annuncia l’Autorità europea per i medicinali. La chikungunya è una malattia virale con trasmissione all’uomo da zanzare infette (principalmente Aedes a Egypti e Aedes albopictus).

La maggior parte delle persone infette

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Fonte: ansa




Come gestire un focolaio di salmonellosi negli allevamenti di bovine da latte: il protocollo dell’IZS delle Venezie

Il Centro di referenza nazionale per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in collaborazione con la Regione del Veneto, ha redatto un protocollo per la gestione dei focolai di salmonellosi, negli allevamenti di bovine da latte, causati da Salmonella Typhimurium, inclusa la variante monofasica, Salmonella Dublin e Salmonella Enteritidis.

Il protocollo stilato è rivolto ai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali, ai veterinari che operano nei laboratori diagnostici territoriali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e ai veterinari liberi professionisti. Definisce le azioni da applicare per la gestione dei focolai ed in particolare fornisce indicazioni sulle modalità di:

  • gestione delle segnalazioni di positività;
  • esecuzione del primo sopralluogo e azioni da svolgere a seguito della segnalazione di positività
  • misure da intraprendere in base agli esiti del sopralluogo in azienda e degli accertamenti analitici
  • gestione del focolaio d’infezione
  • estinzione del focolaio

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Fonte: Ruminantia




L’IZSVe designato Laboratorio di referenza WOAH per la rabbia

L’annuncio all’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) in corso a Parigi

Il Centro di referenza nazionale (CRN) per la rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) è stato nominato Laboratorio di referenza WOAH per la rabbia. L’annuncio è stato dato durante la 91^ Assemblea Generale WOAH, l’Organizzazione mondiale della sanità animale, in corso a Parigi. La Commissione scientifica del WOAH ha valutato positivamente il dossier scientifico presentato dal CRN per la rabbia, assegnando alla dott.ssa Paola De Benedictis, direttore del Centro di referenza, l’incarico ufficiale di ‘WOAH expert’ per la rabbia.

“Si tratta di un riconoscimento molto prestigioso a livello internazionale per le attività tecnico-scientifiche svolte a supporto dei Paesi endemici che il gruppo della dott.ssa De Benedictis sta portando avanti da diversi anni.” afferma la Dg Antonia Ricci.

L’impegno dell’IZSVe nel contrasto a questa malattia, che ogni anno colpisce circa 60mila persone in tutto il mondo, consiste nella standardizzazione e validazione di metodi diagnostici innovativi biomolecolari, in attività di capacity building e programmi di formazione presso i laboratori presenti nei Paesi endemici.

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Fonte: IZS Venezie




EUPAHW: l’IZS Lazio e Toscana parte dell’European Partnership for Animal Health and Welfare.

L’IZSLT è entrato a far parte della Partnership Europea per la Salute e il Benessere Animale (European Partnership for Animal Health and Welfare – EUPAHW), una delle iniziative di ricerca e innovazione più ambiziose che la Commissione Europea (CE) abbia mai finanziato per controllare le malattie infettive degli animali e per promuovere il benessere animale.

La Partnership, una iniziativa partita nel 2024, prevede un investimento di 360 milioni di euro nei prossimi sette anni per incentivare la ricerca e facilitare la cooperazione tra tutti i partecipanti.

L’ambito di azione va oltre gli attori della salute e del benessere animale per migliorare la collaborazione intersettoriale e fornire un impatto sociale attraverso un approccio One Health e One Welfare. Gli obiettivi della EUPAHW sono in linea con l’European Green Deal e il suo associato Farm to Fork strategy per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Gli obiettivi ambiziosi della EUPAHW hanno attirato un insieme eterogeneo di partners che comprende 56 organizzazioni leader nella ricerca e 30 organizzazioni finanziatrici in Europa. Il budget è finanziato al 50% dal Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione Horizon Europe e al 50% dalle istituzioni/organizzazioni partner della EUPAHW. La Partnership ha fatto incontrare finora 90 entità (istituti di ricerca, organizzazioni finanziatrici e ministeri), compresi EFSA e EMA, provenienti da 24 paesi (19 stati membri EU e 5 paesi associati a Horizon Europe).

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Fonte: IZS Lazio e Toscana




Biosicurezza degli Allevamenti, pubblicati gli atti del corso ECM

Sono online i documenti relativi al corso ECM dal titolo “Biosicurezza degli Allevamenti: attuazione delle disposizioni normative, criticità applicative e modalità di controllo” che si è tenuto a Cortona il 10 maggio.

A quasi due anni dall’emanazione del Decreto sui requisiti di biosicurezza negli allevamenti suinicoli, e ad un anno da quello sulle modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli, si propone un confronto tra Ministero della Salute, Servizi Veterinari del territorio e II. ZZ. SS. per discutere le principali criticità riscontrate nelle realtà produttive regionali e proporre un approccio integrato al controllo in allevamento in un’ottica di filiera.

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Influenza aviaria, Usa: secondo caso umano rilevato nel settore lattiero-caseario

Un secondo caso umano di influenza aviaria H5N1 è stato confermato in Michigan (Stati Uniti). Il soggetto è un lavoratore di un’azienda lattiero-casearia dove il virus è stato identificato anche nei bovini. Come nel precedente caso in Texas, il paziente ha mostrato solo sintomi oculari, con un tampone oculare risultato positivo al virus H5. I Centers for Desease Control and Prevention (Cdc) confermano un basso rischio per il pubblico generale, ma sottolineano l’importanza delle misure di prevenzione per chi lavora a stretto contatto con animali infetti.

Il contagio
Un caso umano di infezione da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) A(H5) è stato identificato nello Stato del Michigan. Si tratta del secondo caso umano, associato ad un’epidemia multistato in corso di virus A(H5N1) nelle mucche da latte.
Come nel precedente caso del Texas, l’individuo è un lavoratore in un’azienda lattiero-casearia dove il virus H5N1 è stato identificato nelle mucche. Mentre un tampone nasale è risultato negativo per l’influenza, un tampone oculare del paziente è stato spedito ai Cdc ed è risultato positivo per il virus dell’influenza A (H5). Similmente al primo caso del Texas, il paziente ha riportato solo sintomi oculari.
Sulla base delle informazioni disponibili, non cambia l’attuale valutazione del rischio per la salute umana dell’influenza aviaria H5N1 che i Cdc continuano a considerare “bassa”. Tuttavia, questo sviluppo sottolinea l’importanza delle precauzioni raccomandate nelle persone esposte ad animali infetti o potenzialmente infetti. Le persone con esposizioni ravvicinate o prolungate e non protette ad uccelli o altri animali infetti (incluso il bestiame) o ad ambienti contaminati da uccelli o altri animali infetti corrono un rischio maggiore di infezione.

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Fonte: Vet33




L’antibiotico-resistenza causa quasi 5 milioni di morti ogni anno: l’allarme su Lancet

antibioticoresistenzaQuasi cinque milioni di morti da antibiotico-resistenze (Amr) l’anno, di cui ben 750.000 evitabili con vaccini, acqua e servizi igienico-sanitari, e metodi di controllo delle infezioni: è il dato riferito su The Lancet da un gruppo di esperti che avvertono: senza contromisure vedremo un aumento costante del bilancio globale delle vittime di infezioni legate all’antibiotico-resistenza. L’antibiotico resistenza, con cui si indica la capacità da parte dei batteri e microrganismi di sfuggire all’azione degli antibiotici è un fenomeno globale, ma la sua gravità non è purtroppo ben compresa. Per il 2050 si prevede che l’antibiotico resistenza causerà 50 milioni di morti nella comunità europea, un terzo di tutte le morti.

Negli ospedali è sempre più frequente osservare ricoveri, anche per problemi di salute non insormontabili – ad esempio esami cardiaci, una frattura, un’operazione – che si complicano per questo fenomeno commenta Lorenzo Moja, segretario per i farmaci essenziali dell’OMS con un intervento sul Corriere della Sera.

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Fonte: corriere salute




Influenza aviaria. L’Australia ufficializza il primo caso di trasmissione ad un essere umano

Un caso umano di infezione da influenza aviaria A H5N1 è stato segnalato nello stato di Victoria”, in Australia. Lo comunica in una nota il Dipartimento Salute dello Stato, spiegando che si tratta del “primo caso umano di influenza aviaria H5N1 in Australia”.

Il paziente è “un bambino che ha contratto l’infezione in India” ed è poi rientrato nello Stato di Victoria. I sintomi risalgono a marzo. Il virus dell’influenza aviaria è stato rilevato successivamente attraverso ulteriori test su campioni influenzali positivi effettuati per rilevare ceppi di virus nuovi o di interesse, come parte di un programma di sorveglianza potenziata.

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Fonte: quotidianosanità.it




Antimicrobici a uso veterinario, progressi in rallentamento. Il rapporto annuale Woah

Dal 2015, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (Woah) monitora l’uso di antimicrobici negli animali, considerata una delle minacce globali più urgenti per la salute. Ogni anno, l’Organizzazione pubblica un rapporto sulle tendenze globali e regionali. L’ottavo, recentemente pubblicato, evidenzia le ultime tendenze: in particolare, occorre notare che i progressi verso l’uso ottimale degli antimicrobici negli animali mostrano segni di rallentamento.

Il report 
Il Rapporto annuale della Woah sugli Agenti antimicrobici destinati all’uso negli animali raccoglie dati forniti volontariamente dai Servizi Veterinari sull’uso di antimicrobici negli animali. L’ultimo rapporto ha tre sezioni principali:
1) interpretazione della situazione globale e regionale dai dati raccolti durante gli otto cicli annuali di raccolta dati (da settembre 2022 a maggio 2023);
2) analisi dettagliate per il 2021 (quantità totale di agenti antimicrobici, normalizzata utilizzando un indicatore di biomassa animale stimata);
3) analisi delle tendenze per gli anni 2019-2021, dopo l’adeguamento all’indicatore di biomassa animale stimata.
A settembre 2022, l’Organizzazione ha invitato i suoi 182 membri e 11 non-membri a contribuire all’ottavo ciclo annuale di raccolta dati attraverso un modulo Excel inviato via email per il caricamento diretto sul sistema ANIMUSE (ANImal antiMicrobial USE). Alla raccolta hanno partecipato 94 Paesi, coprendo l’80% della geografia globale e il 65% della biomassa animale del mondo.

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Fonte: vet33