ECM Torino: Il valore del cibo, il cibo di valore

donazione ciboSi terrà il 17  novembre a Torino il corso ECM organizzato dalla SIMeVeP. Il corso dal titolo “Il valore del cibo, il cibo di valore”  è aperto a 70 partecipanti ed è gratuito.

Il corso è aperto a Medicini Veterinari, Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e Medici Chirurghi (igiene alimenti e nutrizione)ed  ha ottenuto 5 crediti ECM.

La sicurezza alimentare, intesa come la possibilità di disporre di  alimenti nutrienti tutti i giorni, viene a mancare a molte famiglie; il loro numero è sempre maggiore (oltre 1,5 milioni di nuclei) mentre sembrano diminuire le risorse a disposizione per fronteggiare questo grave problema. I poveri, quelli veri, a differenza di quanto ha esternato di recente una parte del mondo politico, non possono permettersi di mangiare cibi di  qualità. Questo perché accedono alle mense, agli empori della solidarietà o usufruiscono di pacchi alimentari offerti dal grande mondo del volontariato e gli alimenti messi loro a disposizione non sono certamente le primizie o le  specialità dei territori ma prodotti sicuramente sicuri, ma non di nicchia, forniti dal Banco Alimentare  grazie a donazioni della GDO.

Il “cibo di valore, il valore del cibo” è il traguardo ancora lontano che si vuole raggiungere insieme, Medici Veterinari Pubblici, Medici del SIAN, Tecnici della Prevenzione, Operatori delle associazioni del Terzo Settore, con la consapevolezza di poter essere tutti facilitatori nel diffondere l’idea di utilizzare le eccedenze alimentari e di diminuire, così, lo spreco alimentare. Altro obiettivo è quello di proporre a chi distribuisce gli alimenti una nuova idea che preveda l’utilizzo di cibi salubri, nell’ottica della nuova piramide alimentare, e che riduca, se possibile, la distribuzione di alimenti ricchi di grassi e di zuccheri.

Ma discutere di “cibo di valore” vuole anche essere l’occasione per affrontare le nuove frontiere dell’alimentazione, dalla possibilità di inserire gli insetti (novel foods) fino a discutere della carne coltivata della quale si parla spesso senza avere ancora una solida base scientifica: demonizzata e osteggiata  da alcune categorie mentre da altre considerata una grande risorsa sia nel rispetto ambientale sia nella eterna lotta alla fame nel mondo.

Programma

Scheda di iscrizione

 




Resistenza antimicrobica. Da Oms 13 interventi per aiutare i Paesi ad affrontare l’emergenza

AntibioticoresistenzaUn pacchetto di 13 interventi per guidare la definizione delle priorità dei paesi nello sviluppo, nell’attuazione e nel monitoraggio dei piani d’azione nazionali sulla resistenza antimicrobica (AMR). A pubblicarlo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’obiettivo di affrontare attraverso un approccio alla resistenza antimicrobica incentrato sulle persone le esigenze e gli ostacoli che i pazienti devono affrontare quando accedono ai servizi sanitari.

A livello globale, la resistenza antimicrobica è una delle principali cause di morte, responsabile di circa 1,27 milioni di decessi e associata a 4,95 milioni di morti nel 2019.1 La mancata lotta alla resistenza antimicrobica avrà conseguenze finanziarie significative con un costo stimato per l’economia mondiale di 100 trilioni di dollari entro il 2050. Mentre oltre 170 paesi hanno sviluppato piani d’azione nazionali sulla resistenza antimicrobica, l’attuazione rimane frammentata e isolata e sono necessari maggiore impegno politico e investimenti.

Basandosi sul Piano d’azione globale per la resistenza antimicrobica, l’approccio incentrato sulle persone dell’OMS mira a spostare la narrazione della resistenza antimicrobica per mettere al centro le esigenze delle persone e le barriere del sistema migliorando la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica tra i decisori politici e gli operatori sanitari. Il progetto dei 13 interventi sostiene inoltre una risposta più programmatica e globale alla resistenza antimicrobica a livello nazionale, sottolineando l’importanza di un accesso equo e conveniente a servizi sanitari di qualità per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle infezioni resistenti ai farmaci. “La resistenza antimicrobica è una priorità socioeconomica e sanitaria pubblica globale.

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Fonte: quotidianosanita.it




Così l’influenza aviaria ha cominciato a dilagare in Occidente

Finché si tratta di esseri umani o di animali da allevamento, la sfida può anche essere vinta.  Ma quando l’epidemia spicca il volo, letteralmente, la circolazione del virus diventa ufficialmente fuori controllo. È quello che è accaduto con l’influenza aviaria causata da un sottotipo del virus H5N1 che dal 2020 sta facendo strage di volatili in tutto il mondo.

Il nuovo ceppo che è in circolazione da qualche anno  è estremamente contagioso ed estremamente mortale. Prima lo era meno, molto meno.

Tanto per cominciare, il ceppo iniziale si diffondeva solamente tra i polli degli allevamenti. Poi nel 1996 ha cominciato a infettare anche gli uccelli (i primi casi in Cina), ma le epidemie erano stagionali legate alle migrazioni. Nel 2020, il tasso di diffusione dell’H5N1 tra gli uccelli selvatici è stato tre volte più veloce di quello osservato nel pollame d’allevamento, a causa di mutazioni che hanno permesso al virus di adattarsi a specie diverse. Dal novembre 2021, i contagi sono diventati permanenti, completamente slegati dal periodo dell’anno e sono stati registrati in tutto il mondo.  Nel 2022, il virus ha ucciso milioni di uccelli nei cinque continenti e ha causato epidemie tra i visoni d’allevamento e vari mammiferi marini.

Insomma, c’è stata una escalation di “aggressività” che ha catturato l’attenzione degli epidemiologi.

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Fonte: healthdesk.it




Prodotti medicinali veterinari a base di fagi: l’Ema pubblica linee guida di indirizzo

Lantibioticoresistenza’agenzia europea per i medicinali (Ema) ha pubblicato le “Linee guida sulla qualità, la sicurezza e l’efficacia dei prodotti medicinali veterinari specificamente progettati per la terapia con fagi”, con l’obiettivo di stabilire i requisiti regolamentari, tecnici e scientifici applicabili ai prodotti medicinali veterinari specificamente progettati per la terapia con fagi e composti da batteriofagi.

Cosa sono i batteriofagi

I batteriofagi sono virus che in grado di infettare i batteri, ma non le cellule eucariotiche. Sono presenti in tutta la biosfera (acque, suoli, piante, alimenti, pelle, mucose e tratto digestivo) e la stragrande maggioranza (96%) appartiene all’ordine dei Caudovirales (virus con coda). I batteriofagi di attuale interesse nella terapia con fagi appartengono principalmente a tre morfotipi: mi-, podo- e sifovirus, anche se in futuro altri morfotipi potrebbero risultare interessanti.

L’uso contro l’antibioticoresistenza

Hanno un’attività litica, generalmente limitata a ceppi batterici specifici, che sembra essere di particolare interesse come strategia alternativa o sinergica agli antibiotici in presenza di resistenza alla terapia. Alcuni studi mostrano infatti sinergie tra fagi e antibiotici, spesso caratterizzate da una ridotta comparsa di resistenza agli antibiotici e/o ai fagi nei batteri.

In voga in Europa orientale

La terapia con batteriofagi è stata utilizzata in realtà sin dall’inizio del secolo scorso, sia in esseri umani che in animali, ma nei paesi occidentali è stata abbandona a favore delle terapie antibiotiche, mentre continua a essere usate nell’Est Europa orientale. In alcuni paesi come la Georgia per esempio, l’uso della terapia con fagi negli esseri umani non è mai stato interrotto ed è ancora applicato, soprattutto contro i batteri patogeni resistenti agli antimicrobici. Nella medicina veterinaria, la terapia con fagi è stata utilizzata in polli, bovini e suini.

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Fonte:aboutpharma.it




Un nido di Vespa velutina neutralizzato in provincia di Padova

vespa velutina

La segnalazione è arrivata il 6 ottobre scorso al sito Stopvelutina, da parte di un cittadino che aveva già provveduto alla sua eliminazione tramite un servizio di disinfestazione, ma si era insospettito per l’aspetto anomalo degli esemplari (foto in alto). Le immagini inviate sembravano indicare che si trattasse proprio di Vespa velutina, ma per conferma sono stati allertati gli esperti del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVE), che assieme ai veterinari della AUSL hanno effettuato un sopralluogo e verificato l’effettiva identità degli esemplari.

La segnalazione proviene dalla zona urbana del comune di Cittadella, in provincia di Padova. Il nido si sviluppava nella cavità della parete di un edificio e in parte anche all’esterno di questa (foto in basso), una tipologia di nido anomala per questa specie, la quale, nella maggioranza dei casi, costruisce nidi all’aperto e completamente esposti. Inoltre, a circa 6 metri dal primo nido, ne era presente un secondo più piccolo, localizzato sotto il cornicione del tetto dell’edificio, a circa 10 metri di altezza.

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Fonte: stopvelutina.it




Insediata la nuova Commissione ECM: in agenda gestione del triennio in scadenza

EcmCentralità della formazione ECM, maggior qualità dell’offerta formativa, riforma del sistema per tenere il passo con le nuove esigenze di salute della popolazione, con quelle professionali degli operatori sanitari e con le evoluzioni della tecnologia, senza dimenticare le sanzioni per gli inadempienti. Sono queste le questioni principali che la settima Commissione nazionale per la Formazione continua in medicina, il cui insediamento ha avuto luogo venerdì al Ministero della Salute, alla presenza del ministro Orazio Schillaci, dovrà affrontare.

Viene dunque confermato il ruolo fondamentale della formazione continua in medicina, già ribadita alcuni giorni fa dal ministro, il quale aveva spiegato che verranno prese tutte le iniziative necessarie per favorire i professionisti sanitari a fare corsi di formazione ECM al fine di evitare “di subire i provvedimenti previsti dalla legge”, anche perché “non ci saranno sicuramente altre proroghe”. L’approvazione imminente dei decreti attuativi della legge Gelli-Bianco darà inoltre piena attuazione alla norma secondo la quale i professionisti che non avranno raccolto almeno il 70% dei crediti formativi richiesti nel triennio 2023-25 non potranno accedere alla copertura assicurativa e quindi si troveranno scoperti dalla protezione in caso di contenzioso a loro carico. “Tutti i professionisti sanitari – ha spiegato ai nostri microfoni il presidente del Consorzio gestione anagrafica delle professioni sanitarie, Roberto Monaco – potranno avere problemi sul piano assicurativo se non raggiungeranno almeno il 70% dei crediti ECM necessari. Il nostro impegno deve essere quello di cercare di aumentare il numero dei professionisti del mondo sanitario formati affinché possano adempiere a questa norma di legge”.

Tantissimi professionisti, comunque, hanno approfittato degli ultimi mesi per mettersi in regola entro il 31 dicembre (data in cui scadrà la proroga di un anno e dunque il triennio 2020-2022). “Come Cogeaps – ha spiegato ancora Monaco – abbiamo raccolto alcuni dati che ci dimostrano come nel triennio non ancora finito la percentuale di corsi fruiti dai professionisti sanitari è aumentata rispetto a quella dello scorso triennio, il quale, a sua volta, aveva visto numeri migliori rispetto ai trienni precedenti. Ciò vuol dire che c’è grande interesse intorno alla formazione continua e che dunque viene considerata un aspetto importante. Bisogna ora lavorare per dare a questa formazione maggiore qualità”.

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Fonte: quotidianosanita.it




Per evitare future pandemie occorre tutelare il benessere animale e la natura

“Potremmo essere tentati di pensare che la pandemia di Covid-19 sia ormai storia. Ma la storia ci insegna che il Covid-19 non sarà l’ultima pandemia. La domanda che tutti dobbiamo affrontare è se saremo pronti quando arriverà il prossimo. In qualità di leader, abbiamo la responsabilità collettiva di assicurarci di essere pronti”. Con queste parole il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è intervenuto alla riunione di alto livello dell’Onu su prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie del 20 settembre, durante il quale è stata adottata una dichiarazione politica per affrontare le future crisi pandemiche.

Quando facciamo riferimento alla pandemia di Sars-Cov-2, virus responsabile della malattia Covid-19, dobbiamo ricordare che non si è trattato di un fenomeno del tutto inaspettato. La comunità scientifica ci aveva avvisato sullo stretto legame che esiste tra insorgenza di nuove malattie e la distruzione della natura, ma non le abbiamo dato e ascolto e, a di stanza di qualche anno, possiamo dire che l’atteggiamento nel post-pandemia non è poi così diverso da quello pre-pandemia.

L’attività antropica continua infatti a invadere gli ecosistemi e a distruggere i preziosi equilibri tra esseri umani e natura che si sono generati nel corso dei millenni, basti pensare che oggi i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani sono stati modificati in modo significativo. Di questo passo, il futuro potrebbe essere segnato da nuove malattie infettive che, va ricordato, non solo minacciano la salute umana, ma contribuiscono ad accelerare il tasso di estinzione naturale delle specie e hanno pesanti ricadute sulla conservazione della biodiversità.

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Fonte: asvis.it – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile




Progetto RIBMINS e Training manual per Medici Veterinari

Più di dieci anni fa (2013), l’EFSA ha proposto un nuovo sistema di garanzia della sicurezza delle carni basato sul rischio (RB-MSAS) che mira ad affrontare i rischi più recenti e più rilevanti associati alle carni e a proteggere l’uomo nonché la salute e il benessere degli animali.

I vantaggi di questo nuovo quadro per la sicurezza della carne risiedono nella combinazione e integrazione longitudinale delle misure di prevenzione e controllo lungo la filiera di produzione delle carni.  Ciò ha comportato  la revisione della normativa comunitaria tra il 2014 e il 2019. Tuttavia, lo stato di attuazione di RB-MSAS varia notevolmente tra i paesi europei, allo stesso modo  le opportunità di formazione disponibili per i veterinari ufficiali (OV). L’azione COST (Cooperation in Science and Technology) sull’ispezione delle carni basata sul rischio e sulla garanzia integrata della sicurezza delle carni (RIBMINS, https://ribmins.com/) si è svolto tra il 2019 e il 2023 con l’obiettivo di unire e rafforzare a livello europeo gli sforzi di ricerca nella modernizzazione dei sistemi di controllo della sicurezza delle carni.

RIBMINS, finanziato da COST è nata come una rete di oltre 270 scienziati provenienti da 36 paesi europei e partecipanti provenienti da USA, Australia, Nuova Zelanda e Brasile. Al sui interno cinque gruppi di lavoro si sono dedicati a diverse aree di gestione del rischio di sicurezza delle carni: (i) ambito e obiettivi della garanzia della sicurezza delle carni, (ii) categorizzazione del rischio e controlli a livello di allevamento;  (iii) categorizzazione del rischio e controlli a livello di macello, (iv) impatto dei cambiamenti e alternative all’ispezione tradizionale delle carni e (v) formazione sul sistema di garanzia della sicurezza delle carni, comunicazione e monitoraggio. Nell’ambito di RIBMINS, sono state organizzate tre scuole di  formazione accessibili gratuitamente online. Inoltre, sono stati pubblicati innumerevoli lavori scientifici, risultato degli sforzi congiunti dei  gruppi di lavoro, molti dei quali rilevanti per la formazione della futura generazione di VU che  dovrebbero assumere un ruolo di primo piano come gestori del rischio all’interno dei sistemi RB-MSAS.

Nel presente manuale di formazione sono state inserite  le pubblicazioni ritenute utili come materiale formativo ed il cui elenco completo è disponibile nel sito RIBMINS (https://ribmins.com/reports-publications/). Lo scopo del manuale è di rendere i risultati di RIBMINS accessibili alle esigenze formative dei VU e di fornire una panoramica dei materiali che possono essere utilizzati per la loro formazione  e per quella di altri gestori del rischio. Non è pensato per essere un libro di testo, ma un documento di orientamento.

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Maurizio Ferri




ECM Oristano – One Health: sarà possibile seguirlo come uditore da remoto

SIMeVePIl prossimo 10 novembre si terrà ad Oristano un corso ECM dal titolo  “Regolamento UE 2017/625 e risvolti organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione nell’ottica del ONE HEALTH – ONE MEDICINE”.

Visto l’interesse dimostrato nei confronti delle tematiche trattate, è stata predisposta la possibilità di assistere  (senza crediti ECM) come uditori attraverso la piattaforma ZOOM.

Prima del corso pubblicheremo i codici per accedere.

 

 




Dopo 500 anni torna il castoro in Italia

Uno studio congiunto dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato su Animal Conservation, sancisce il ritorno del castoro europeo sul territorio italiano dopo 500 anni: un esempio di ritrovata biodiversità, che necessita di strumenti di monitoraggio per ridurre i possibili danni dovuti alle attività del castoro

Le attività di reintroduzione e “rewilding” sono alcuni degli strumenti principali usati nel campo della biologia della conservazione per cercare di mitigare gli impatti dell’uomo sull’ambiente e riportare gli ecosistemi ad uno stato più naturale. Queste azioni possono talvolta comportare alcune sfide, in particolare quando le specie coinvolte sono grandi carnivori, grandi erbivori, o “ingegneri ecosistemici”, specie che con le loro attività possono modificare notevolmente gli habitat ed il paesaggio.

Fino a pochi anni fa, il castoro europeo (Castor fiber) era totalmente assente dall’Italia, in quanto caccia e perdita di habitat avevano portato all’estinzione tutte le popolazioni presenti sul territorio nazionale. Dopo più di 500 anni di totale assenza, questa specie ha recentemente iniziato la ricolonizzazione dell’Italia a causa di espansione naturale dall’Austria verso Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia e di reintroduzioni (non autorizzate) in Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche).

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Fonte: CNR