Influenza suina, un nuovo virus cinese sotto la lente dei veterinari

In tempo di pandemia la soglia di attenzione dei media e dell’opinione pubblica verso tutto ciò che è “virale” e di provenienza “asiatica” è molto alta. In questi giorni è stato pubblicato e diffuso uno studio di ricercatori cinesi sulla circolazione di un nuovo virus influenzale nei suini, che per le sue capacità diffusive viene tenuto sotto controllo dai veterinari e dai virologi di tutto il mondo. Attualmente non ci sono evidenze della possibile presenza del virus nelle carni o nei prodotti derivati dei suini, se non come contaminazione superficiale. I laboratori dell’Istituto zooprofilattico seguono l’evoluzione della malattia per scoprire se e quando il virus potrebbe giungere in Italia.

Diversi virus influenzali tipo A, appartenenti generalmente ai sottotipi H1N1, H3N2 e H1N2, circolano nella popolazione suina mondiale, provocando frequentemente forme respiratorie in questa specie, senza per questo trasmettersi all’uomo.

Il virus recentemente isolato (virus G4), come altri virus influenzali suini, possiede la capacità di legarsi ai recettori alpha 2-6 che sono presenti nelle vie respiratorie dell’uomo e del suino. Uno studio condotto in furetti ha rilevato che il virus G4 presenta una capacità di trasmissione tramite aerosol superiore agli altri virus suini e simile al virus pandemico del 2009. Il centro di Riferimento OIE per l’influenza suina della sede territoriale di Parma ed il laboratorio di Virologia della Sede Centrale dell’Istituto Zooprofilattico (IZSLER), procedono sistematicamente all’isolamento dei virus provenienti dal territorio analizzandone anche le caratteristiche e confrontandole con i ceppi isolati nel resto del mondo. Dati del laboratorio OIE di riferimento per l’influenza suina dell’IZSLER, ottenuti dal sequenziamento di 347 ceppi H1N1 isolati dal suino nel periodo 2017-2020 in Italia, escludono che tra questi siano compresi stipiti appartenenti al nuovo H1N1 descritto dai ricercatori cinesi.

Non ci sono per altro evidenze che questo nuovo ceppo virale H1N1 si comporti diversamente dagli altri virus influenzali circolanti nella popolazione suina, dove l’infezione è esclusivamente respiratoria, senza viremia (quindi senza la presenza di particelle virali nel circolo ematico) o diffusione del virus ai muscoli o agli organi commestibili. La contaminazione occasionale di carne o organi attraverso le secrezioni respiratorie di animali infetti al momento della macellazione, con modeste quantità di virus, è comunque possibile. Occorre anche sottolineare che la possibilità di avere animali che eliminano il virus all’età di macellazione, in particolare nella realtà Italiana dove si produce prevalentemente il suino pesante, con età non inferiore a 9 mesi, è evenienza non frequente.

In ogni caso, se ingerito con il cibo, il virus deve superare diversi ostacoli come il PH acido dello stomaco e sali biliari nel duodeno, che sono dannosi per il virus stesso. Non ci sono prove che i tessuti del tratto gastrointestinale umano possano servire da porta di accesso o organo bersaglio per i virus influenzali di questo tipo.

Quando il cibo o i prodotti alimentari vengono riscaldati si verifica una rapida inattivazione del virus e a 70°C il virus viene inattivato in pochi secondi. Le evidenze poc’anzi riportate e descritte nel parere EFSA pubblicato nel 2010 proprio sul tema della sicurezza alimentare in relazione alla circolazione del virus H1N1 pandemico del 2009, sottolineano come la trasmissione dei virus influenzali del suino riconosca prevalentemente la via respiratoria tramite aerosol contenente particelle virali, mentre, anche se non può essere escluso nel caso di consumo di carne cruda, non è dimostrata la trasmissione dei virus dell’influenza suina attraverso il consumo di carne di maiale trasformata e altri prodotti derivati.

Allo stato attuale non ci sono evidenze della circolazione del virus G4 nella popolazione suina e nell’uomo al di fuori della Cina. L’evoluzione dei virus influenzali nelle specie animali viene seguita attentamente dai veterinari e dai virologi di tutto il mondo.

Fonte: IZS Lombardia ed Emilia-Romagna




IZS Venezie pubblica le Linee Guida in Veterinaria per la PRRS

La PRRS – Sindrome Riproduttiva e Respiratoria Suina – è una malattia complessa che continua ancora oggi a causare gravi perdite economiche nel settore dell’allevamento suinicolo e il cui controllo presenta importanti punti critici.

La Linea guida permette a chi opera in campo di avere un quadro completo della malattia e di quali siano i migliori strumenti di diagnosi e controllo descritti in letteratura.

Scarica le Linee Guida

 




Nasce il primo centro di riferimento Ue per il benessere animale

Ieri la Commissione Europea ha designato il primo Centro di riferimento dell’UE  per il benessere animale, assegnato, dopo una selezione pubblica, a un consorzio formato dal Wageningen Livestock Research (Paesi Bassi), dall’Istituto Friedrich Loeffler (Germania) e dal Department of Animal Science at Aarhus University (Danimarca).

L’Istituzione di centri di riferimento per il benessere degli animali è prevista dagli articoli 95 e 96 del Regolamento 625/2017 (c.d. regolamento sui controlli ufficiali) che ha armonizzato le norme dell’UE in materia.

Questo primo centro si concentrerà sul benessere dei suini poiché il miglioramento dell’applicazione della legislazione sui suini è una delle priorità della Commissione nel settore.

Il Centro fornirà supporto tecnico e assistenza coordinata agli Stati membri per effettuare controlli ufficiali, contribuirà alla diffusione di buone pratiche, alla realizzazione di studi scientifici, allo sviluppo  di metodi per la valutazione del livello di benessere degli animali e di metodi per migliorarlo, alla realizzazione di corsi di formazione per il personale delle reti e degli organismi nazionali di sostegno scientifico e alla diffusione di ricerche e informazioni sulle innovazioni tecniche.

Il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis,  ha accolto favorevolmente la designazione, sottolineando che “questo è un altro esempio del fatto che l’UE rimane, a livello internazionale, in prima linea nello sviluppo di elevati standard di benessere degli animali. Dopo l’istituzione della Piattaforma UE sul benessere degli animali nel 2017, l’Ue considera questo passo un’altra tassello fondamentale UE poiché per la prima volta un Centro Ue è dedicato a sostenere gli Stati membri nell’applicazione e nel monitoraggio delle norme sul benessere degli animali all’interno dell’Unione “.

I compiti specifici del Centro saranno definiti nei programmi di lavoro annuali o pluriennali stabiliti conformemente agli obiettivi e alle priorità adottati dalla Commissione.

La designazione sarà rivista ogni cinque anni.

A cura della segreteria SIMeVeP




Migliori pratiche per la prevenzione del mozzamento della coda nei suini

La Commissione europea ha pubblicato una serie di materiali relativi alle migliori pratiche ai fini della prevenzione del mozzamento della coda come operazione di routine nei suini e della fornitura di materiali di arricchimento ai suini, rivolti in particolare agli allevatori.

Fra il materiale informativo anche un video in italiano girato a luglio 2017 presso alcuni allevamenti in soccida di Fumagalli Industrie Alimentari che illustra come è possibile evitare il taglio della coda tramite metodologie di allevamento che portano ad una riduzione dello stress degli animali.

Gli altri materiali

A cura della segreteria SIMeVeP




Il benessere animale nei macelli di suini italiani

I ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno partecipato ad uno studio promosso dal centro di ricerca spagnolo IRTA per valutare il livello di benessere nei macelli suinicoli di 5 Paesi: Portogallo, Italia, Finlandia, Brasile e Spagna.

Lo studio è primo tentativo, condiviso e armonizzato tra realtà produttive differenti, di valutazione del benessere dei suini al macello utilizzando indicatori animal based,  ovvero basati sulla capacità di rilevare le risposte degli animali a eventi stressogeni, come il protocollo Welfare Quality® (WQ): uno strumento flessibile, standardizzato e scientificamente riconosciuto di valutazione del benessere degli animali basato su una valutazione semplice in forma di checklist, che può essere applicato in modo armonizzato nei diversi Stati membri.

Per i suini sono disponibili due distinti protocolli WQ, applicabili rispettivamente in allevamento e al macello. Mentre per l’allevamento sono già state definite delle soglie di accettabilità per tutti i diversi parametri proposti, per la fase di macellazione al momento i dati raccolti non consentono di definire valori certi di riferimento.

In Italia il protocollo WQ è stato applicato in 9 macelli di grandi dimensioni situati nel Nord del Paese.

Dal confronto tra Paesi emerge che i macelli italiani valutati possono garantire un livello soddisfacente di attenzione al benessere animale: la prevalenza di scivolamenti allo scarico varia tra l’1 e il 13%, le zoppie non superano il 2%, le carcasse con più di 10 lesioni variano tra il 2 e il 10%. Negli altri Paesi sono state registrate percentuali di scivolamenti fino al 57%, di zoppie fino al 14% e fino al 78% di carcasse con più di 10 lesioni.

Proprio la grande variabilità nei dati raccolti, frutto della diversità dei sistemi produttivi dei singoli Paesi coinvolti nel progetto, ribadisce l’importanza di lavorare in modo condiviso alla definizione di soglie di accettabilità e valori di riferimento per la valutazione del benessere al macello.

Tutte le informazioni sul sito dell’IZS delle Venezie




Valutazione delle evidenze di efficacia della macellazione tradizionale a domicilio dei suini

E’ pubblicato sul n° 3/2017 di Argomenti l’articolo “Valutazione delle evidenze di efficacia della macellazione tradizionale a domicilio dei suini” di di A. Niro, G. Sosto.

La macellazione a domicilio per uso privato è ancora regolata dal vetusto articolo 13 del Regio Decreto 20 dicembre 1928, n. 3298 che sancisce: «I privati, che in seguito a domanda abbiano ottenuto dall’autorità comunale l’autorizzazione di macellare a domicilio, debbono darne avviso il giorno innanzi al veterinario comunale, o a chi, a norma dell’articolo 6, lo sostituisce. Il detto sanitario fisserà l’ora della visita e della macellazione, allo scopo di poter compiere una completa e accurata ispezione delle
carni». 
A questa disposizione se ne sono aggiunte altre, che riguardano
la protezione degli animali in conseguenza delle più recenti considerazioni bioetiche.
Il processo di macellazione, oggi, è legato a buone prassi di comportamento (GMP), che garantiscano la protezione degli animali in modo tale da risparmiare loro eccitazioni, dolori e inutili sofferenze. A tal fine, la normativa prevede che le operazioni di macellazione, anche a domicilio, possano essere effettuate solo da persone esperte e pratiche in modo da garantire lo svolgimento con modalità adeguate.

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