Schillaci presenta la Rete degli IIZZSS: “Componente fondamentale del Ssn per la salvaguardia della salute pubblica”

Una Rete di sicurezza sanitaria trasversale che, condividendo competenze e professionalità, parte dalla medicina veterinaria per arrivare a tutelare la salute dell’uomo, in un’ottica di prevenzione e con un approccio One Health lungo tutta la filiera. È la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani (IIZZSS), presentata oggi dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Una rete che, per come è strutturata e per come opera, rappresenta un unicum in Europa. “Nessun altro nel Vecchio Continente, infatti – spiega il ministero della Salute in una nota -, ha numeri e presenza capillare sul territorio, come quelli che annovera la principale postazione italiana di controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica veterinaria”.

Ne fanno parte gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, delle Venezie, della Sardegna, di Lazio e Toscana, del Mezzogiorno, della Puglia e Basilicata, dell’Abruzzo e del Molise, della Sicilia, e dell’Umbria e delle Marche. Le attività sono distribuite in 10 sedi centrali, 90 sezioni diagnostiche periferiche. La Rete IIZZSS mette a disposizione della collettività oltre 4 mila persone, tra medici veterinari, chimici, biologi, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e molte altre figure professionali, che sono quotidianamente impegnate con l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.

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Fonte: quotidianosanità.it




Residui di pesticidi negli alimenti: rese note le ultime cifre

Analizzato un ampio numero di campioni

Nel 2022 è stato raccolto nell’Unione europea (UE) un numero senza precedenti di 110 829 campioni di prodotti alimentari, un quarto in più rispetto al 2021. Il 96,3% di essi è risultato nei limiti di legge. Quanto al sottoinsieme di 11 727 campioni analizzati in base allo specifico programma di controllo coordinato dall’UE (EU MACP) si è riscontrato che rientrava nei limiti di legge il 98,4% di essi.

Risultati del programma coordinato dall’UE

Il programma EU MACP analizza campioni prelevati a caso da 12 prodotti alimentari. Per il 2022 si è trattato di mele, fragole, pesche, vino (rosso e bianco), lattughe, cavoli cappucci, pomodori, spinaci, avena in grani, orzo in grani, latte di mucca e grasso di maiale.

Dei campioni analizzati all’interno del programma coordinato:

  • 6 023, ovvero il 51,4%, sono risultati privi di residui quantificabili;
  • 5 512, ovvero il 47%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi (noti come livelli massimi di residui o LMR );
  • 192 ovvero il 1,6% conteneva residui superiori ai limiti consentiti.

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Fonte: EFSA




Le principali agenzie sanitarie delineano una terminologia aggiornata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria

A seguito della consultazione con agenzie ed esperti di sanità pubblica, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato un rapporto di consultazione tecnica globale che introduce una terminologia aggiornata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria. Gli agenti patogeni coperti includono quelli che causano infezioni respiratorie, ad esempio Covid-19, influenza, morbillo, sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers), sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e tubercolosi, tra gli altri.

La pubblicazione, intitolata “Rapporto di consultazione tecnica globale sulla terminologia proposta per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria”, è il risultato di un ampio sforzo di collaborazione pluriennale e riflette l’accordo condiviso sulla terminologia tra l’Oms, gli esperti e quattro importanti agenzie di sanità pubblica: Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie; Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie; Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie; e Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Questo accordo sottolinea l’impegno collettivo delle agenzie sanitarie pubbliche ad andare avanti insieme su questo tema.

L’ampia consultazione è stata condotta in più fasi nel 2021-2023 e ha affrontato la mancanza di una terminologia comune per descrivere la trasmissione di agenti patogeni attraverso l’aria tra le discipline scientifiche. La sfida è diventata particolarmente evidente durante la pandemia di Covid-19 poiché è stato richiesto a esperti di vari settori di fornire orientamenti scientifici e politici. Le diverse terminologie hanno evidenziato lacune nella comprensione comune e hanno contribuito a creare sfide nella comunicazione pubblica e negli sforzi volti a frenare la trasmissione dell’agente patogeno.

“Insieme a una gamma molto diversificata di importanti agenzie di sanità pubblica ed esperti in molteplici discipline, siamo lieti di essere stati in grado di affrontare questo problema complesso e tempestivo e di raggiungere un consenso – ha affermato Jeremy Farrar, capo scienziato dell’Oms -. La terminologia concordata per gli agenti patogeni che si trasmettono attraverso l’aria aiuterà a stabilire un nuovo percorso per i programmi di ricerca e l’attuazione di interventi di sanità pubblica per identificare, comunicare e rispondere agli agenti patogeni esistenti e nuovi”.

 

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Fonte: quotidianosanità.it




Parassiti nei pesci d’allevamento, le specie indenni secondo l’Efsa

Un nuovo parere pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dimostra che non vi sono prove di infezione da parassiti zoonotici nella maggior parte dei pesci allevati in sistemi di acquacoltura a ricircolo (Sar). Il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa comune e il pesce gatto europeo possono essere consumati senza alcuna preoccupazione.

Lo studio
Un parere scientifico pubblicato dall’Efsa ha valutato i dati provenienti dall’area Ue/Efta e i nuovi metodi per individuare ed eliminare i parassiti dai pesci. Sebbene limitati, i dati indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinate al mercato – il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, il moscardino, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo – sono indenni da infezioni da parassiti.
Tuttavia, il ritrovamento di parassiti come l’Anisakis in spigole europee, tonno rosso dell’Atlantico, merluzzo e tinca, allevati in gabbie aperte in mare aperto o in bacini a flusso continuo, rende necessarie ulteriori analisi.
Lo studio riporta che i pesci allevati in sistemi chiusi di acquacoltura a ricircolo di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi sicuramente indenni.
Gli esperti dell’Efsa necessitano di ulteriori dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici nelle specie ittiche selezionate, nei vari sistemi di allevamento e nelle zone di produzione dell’area studiata, e per poter fornire un quadro completo delle varie combinazioni tra le principali specie ittiche d’allevamento e i loro parassiti.

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Fonte:vet33




Influenza aviaria, c’è rischio di trasmissione su larga scala solo se il virus muta

 

Il dipartimento dell’Agricoltura americano ha confermato anche ieri la presenza di bovini da latte infettati dal virus dell’influenza aviaria A/H5N1 in un allevamento in Idaho. È il quinto Stato americano a essere interessato dall’epidemia dopo che l’allarme per la diffusione del virus nei bovini da latte, che ha infettato anche due persone che hanno avuto contatti con gli animali, era scattato lo scorso 25 marzo, in due allevamenti in Kansas e uno in Texas e da tamponi effettuati in un quarto allevamento in Texas. Il 29 sono state poi riscontrate nuove positività in un allevamento in Michigan e New Mexico.

Le indagini preliminari hanno concluso che il ceppo di virus rilevato nell’ultimo caso è simile a quello riscontrato in precedenza in Texas e Kansas e che sembra essere stato introdotto dagli uccelli selvatici. Al momento, sottolineano le autorità, il livello di rischio per la salute umana resta basso; tuttavia, le persone con esposizioni strette o prolungate e non protette ad animali infetti o ambienti contaminati sono a maggior rischio di infezione. Nessuna preoccupazione per quel che riguarda il latte commerciale «perché i prodotti vengono pastorizzati prima di entrare sul mercato», precisa il dipartimento dell’Agricoltura.

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Fonte: ilsole24ore.com




Allo studio un vaccino contro le malattie trasmesse da vettori

vaccinoIlaria Puglia, Marialuigia Caporale e il responsabile delle attività Alessio Lorusso, dell’IZS di Teramo, hanno preso parte al kick-off meeting del progetto europeo HORIZON Yellow4FLAVI “Deconstructing the Protective Immunity of Yellow Fever Virus 17D to inform flavivirus vaccine design”, che si è svolto il 21 e 22 marzo presso il campus dell’Istituto Pasteur di Parigi.

Al progetto, coordinato da Giovanna Barba-Spaeth del Pasteur di Parigi, lavorano gli esperti di un consorzio interdisciplinare costituito da 13 partner, di cui uno non europeo (Colombia), provenienti da 7 Paesi diversi. L’obiettivo è comprendere al meglio i meccanismi d’azione del vaccino più efficace contro i flavivirus: il vaccino per la febbre gialla 17D (YF17D). Yellow4FLAVI impiegherà questo vaccino per comprendere le basi molecolari della protezione immunitaria contro i flavivirus a lungo termine al fine di svelare gli aspetti critici dell’immunogenicità del vaccino, analizzando il ruolo strutturale delle particelle virali nella presentazione degli epitopi protettivi e studiando la risposta dell’ospite dalla sede di inoculo fino allo sviluppo della risposta immunitaria a lungo termine. Utilizzando la manipolazione genetica (reverse genetics) e il Cryo-EM (microscopia crioelettronica), oltre ad una pletora di approcci immunologici, verrà sviluppato un modello per la progettazione e il disegno di vaccini innovatici contro i flavivirus.

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Fonte: IZS Teramo




ECDC: in caso di future pandemie si dovrebbero applicare misure restrittive per contenere i contagi.

 In un rapporto pubblicato oggi, l’Ecdc delinea le principali considerazioni strategiche e operative per informare la pianificazione della preparazione alla progettazione e all’attuazione di misure sanitarie e sociali pubbliche (PHSM) nell’UE/SEE per le emergenze sanitarie e le pandemie.

I PHSM si riferiscono a misure non farmacologiche attuate in contesti comunitari per ridurre la diffusione di malattie infettive. Hanno costituito la risposta primaria della sanità pubblica durante le fasi iniziali della pandemia Covid, in particolare prima che le contromisure mediche, compresi i vaccini, diventassero ampiamente disponibili. Nelle future pandemie i PHSM potrebbero essere nuovamente utilizzati per ridurre la trasmissione delle malattie e attenuare gli impatti negativi sulla salute.

L’obiettivo di sanità pubblica di ridurre i danni complessivi alla salute della popolazione dovrebbe continuare ad applicarsi in situazioni di crisi. Un principio generale dovrebbe essere che le misure con il più alto livello di accettabilità/fattibilità e con le minori conseguenze negative potrebbero essere introdotte per prime e rimosse per ultime, notando anche che l’attuazione tempestiva di alcune misure produrrà la massima efficacia.

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Fonte: quoridianosanita.it




La profezia di Ilaria Capua: “Ci sarà un’altra pandemia”

Una nuova pandemia? Arriverà. Non si sa quando, ma arriverà. La Storia lo insegna, l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) manda un messaggio globale parlando di malattia X e Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, sette anni negli Stati Uniti dove ha diretto lo One Health Center in Florida e ora alla John Hopkins University di Bologna, lo conferma.

Lei afferma che un’altra pandemia è inevitabile. L’Oms parla di malattia X. Perché?

“Io continuo a dire che facciamo parte di un sistema complesso. Le pandemie avvengono a cadenza regolare nel tempo. Mi dispiace dirlo, ma non è che perché abbiamo avuto quella da Covid siamo a posto per i prossimi duecento anni. Purtroppo non funziona così. La malattia X di cui parla l’Oms è un termine per dire che qualcosa, prima o poi, arriverà. Non si sa che cosa, ma succederà. E potrebbe essere ancora più aggressivo del Covid”.

Come si può reagire a questo scenario?

“Serve una capacità di risposta a queste emergenze che sia ragionata, consapevole e studiata anche sulla base del territorio”.

Cosa è rimasto di positivo dall’esperienza della pandemia?

“Certamente una consapevolezza di vulnerabilità. E questo è un bene. Mi piacerebbe, però, vedere più attenzione nel mettere in atto comportamenti che siano preventivi per il contagio da qualunque patogeno, quindi lavarsi le mani, se si ha la tosse o non si esce oppure si indossa la mascherina. Adesso abbiamo capito moltissimo su come circolano le malattie infettive. Certo, vedo anche che c’è una sorta di amnesia collettiva. Le persone, essendo stato così brutto quel periodo, non vogliono più pensarci. Però questo non va bene. Il virus del Covid è ancora qui con noi”.

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Fonte: ilrestodelcarlino.it




Le micro-nanoplastiche, potenziali vettori di diossine e di Toxoplasma gondii in pazienti con lesioni ateromatose

Un interessante lavoro di studiosi italiani, che e’ stato recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine e che sta destando notevole clamore – anche sotto il profilo mediatico -, riporta un ben più elevato rischio di infarto del miocardio, ictus e morte in pazienti con lesioni ateromatose della carotide alberganti al proprio interno micro-nanoplastiche (MNP), rispetto ad individui affetti da analoghe arteriopatie non associate alla contestuale presenza di MNP (1).

Fra i limiti di questo studio, onestamente riconosciuti dagli stessi Autori, rientra tuttavia la possibilità che la pregressa esposizione dei pazienti ad una serie di agenti, chimici e non, diversi dalle MNP nel corso della loro vita possa giustificare le succitate differenze in termini di morbilità e mortalità (1).

A tal proposito, mentre l’utilizzo di idonei modelli sperimentali animali avrebbe potuto fornire alcune utili conoscenze supplementari (2), non si comprendono le ragioni per cui gli Autori non abbiano preso in debita considerazione la comprovata capacità delle MNP di attrarre e concentrare un gran numero sia di contaminanti ambientali persistenti quali le diossine sia di agenti biologici quali Toxoplasma gondii (3).

Infatti, mentre una pregressa esposizione alle diossine e’ stata associata ad un’accresciuta mortalità per malattie cardiovascolari (4), l’infezione da T. gondii è stata messa in relazione con l’insorgenza di miocarditi, pericarditi, versamenti pericardici, aritmie (atriali e ventricolari), insufficienza cardiaca congestizia ed infarto del miocardio (5).

Concludo queste mie riflessioni sottolineando la necessità di un approccio olistico, integrato e multidisciplinare, basato sul principio/concetto della “One Health”, come chiave di volta per affrontare e gestire al meglio gli effetti delle MNP sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, vista e considerata la crescente quanto allarmante contaminazione degli ecosistemi terrestri, marini e oceanici ad opera delle stesse.

Bibliografia

1) Marfella, R., et al. (2024). Microplastics and nanoplastics in atheromas and cardiovascular events. N. Engl. J. Med. 390: 900-910.
DOI: 10.1056/NEJMoa2309822.
2) Getz, G.S., Reardon, C.A. (2012). Animal models of atherosclerosis. Arterioscler. Thromb. Vasc. Biol. 32: 1104-1115.
DOI: 10.1161/ATVBAHA.111.237693.
3) Di Guardo, G. (2023). Flood-associated, land-to-sea pathogens’ transfer: A One Health perspective. Pathogens 12(11): 1348.
DOI: 10.3390/pathogens12111348.
4) Humblet, O., Birnbaum, L., Rimm, E., Mittleman, M.A., Hauser, R. (2008). Dioxins and cardiovascular disease mortality. Environ. Health Perspect. 116: 1443-1448.
DOI: 10.1289/ehp.11579.
5) Alvarado-Esquivel, C., et al. (2016). Association between Toxoplasma gondii exposure and heart disease: A case-control study. J. Clin. Med. Res. 8: 402-409.
DOI: 10.14740/jocmr2525w.

Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP,

Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo




Pubblicazione. ONE HEALTH: una salute unica e una sola scienza Protect our future too from zoonosi

Tra aprile e ottobre 2023, a Roma e Palermo, si sono svolti due Convegni che hanno riunito diversi esperti delle Professioni Sanitarie nell’ambito della medicina umana e veterinaria, tra cui infettivologi, entomologi, epidemiologi, parassitologi, medici veterinari, medici di medicina generale e climatologi, per raccogliere testimonianze e punti di vista su come applicare un efficace approccio One Health per il controllo e il monitoraggio delle malattie da vettore zoonotiche.

L’elemento condiviso da tutti i professionisti coinvolti, emerso dai vari tavoli di discussione, è stato l’importanza di un approccio One Health, ovvero un metodo “olistico” per la gestione della salute umana, animale e ambientale, riconoscendo l’interconnessione e l’interdipendenza tra di esse, e punto chiave nell’agenda delle istituzioni globali.

La pubblicazione “ONE HEALTH: una salute unica e una sola scienza Protect our future too from zoonosis”, realizzata con il contributo di MSD Animal Health, ripercorre gli argomenti affrontati nel corso dei due Convegni e approfondisce il tema One Health, le sue radici e le sue sfide.